Proposta di Delibera ''RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE"

Il mio primo atto da Capogruppo è questa Proposta di Delibera che verrà discussa nel prossimo Consiglio Comunale che si terrà Sabato 19 alle 9.

Laura Martinotti
Piazza Pertini 5
10040 La Cassa (TO)

3 dicembre 2009

Proposta di delibera: RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA.

RELAZIONE

Il decreto legge Ronchi “salva-infrazioni comunitarie”, con le contrastate norme sulla privatizzazione dell'acqua, è legge. La Camera ha approvato la conversione con 302 voti a favore e 263 contrari lo scorso giovedi, 19 novembre. Unico paese in Europa, l'Italia si è avviata verso la privatizzazione dell'acqua.
Siamo di fronte ad una inaccettabile logica neoliberista e privatizzatrice a cui si assomma l'idea di salvaguardare le “rendite dei poteri forti” , in particolare le SpA quotate in Borsa. Infatti si stabilisce che il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a imprenditori o società mediante il ricorso a gara. In deroga a questa modalità di affidamento, l'affidamento può avvenire “nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria” .
Ritengo che sulla questione dell'acqua esiste un ‘senso comune' per cui essa è considerata risorsa la cui messa sul mercato e traduzione in fattore di profittabilità è perlomeno problematica, e che non basta una volontà forte degli attori interessati alla privatizzazione per determinare con certezza che si proceda lungo questa strada.

Sottopongo alla vostra attenzione la differenza sostanziale che vi è tra un servizio pubblico e azienda che fornisce una merce, seppure un po' particolare: dal fine della garanzia universalistica di un diritto dei cittadini, con il vincolo dell'efficacia ed efficienza (anche economica) al fine della massimizzazione del valore per gli azionisti con il vincolo di una prestazione universalistica a prezzi regolamentati.

Per chiarire la prospettiva che la nuova legge delinea, possiamo rifarci ai dati presentati dal BlueBook 2006 – i dati del servizio idrico integrato in Italia. Lo studio è stato condotto da Utilitatis 4, istituto di ricerca promosso da Federutility (che ha preso il posto di Federgasacqua e Federenergia nella rappresentanza delle aziende di servizi pubblici locali dei settori idrico ed energetico) che riunisce oltre 550 imprese italiane. Le associate a Federutility, forniscono
acqua attualmente a circa il 75% della popolazione, distribuiscono gas ad oltre il 35% degli abitanti ed energia elettrica a circa il 20% della popolazione italiana.).
Sulla base di un'analisi effettuata sui Piani d'ambito approvati dagli ATO (Autorità d'Ambito Territoriale), si evince che le tariffe nei prossimi 15 anni cresceranno del 50% per coprire i significativi investimenti previsti (circa 2 miliardi di euro/anno). Peraltro, poiché l'incremento tariffario previsto non è sufficiente, i conti si fanno ‘quadrare' prevedendo una crescita dei consumi pari a circa il 18% per i prossimi 20 anni. Una stima assolutamente irrealistica, oltre che contraria a ogni idea di tutela e risparmio della risorsa, e che è destinata a tradursi in minori investimenti effettuati o in ulteriori incrementi tariffari. Si riesce così contemporaneamente a far lievitare in modo forte le tariffe, a incrementare i consumi senza raggiungere il livello di investimenti necessari.

Chi studia o ha studiato economica riconoscerà quindi che il servizio idrico, per le sue caratteristiche, si configura come monopolio naturale, e quindi non si può dare per scontata una gestione che veda presenti una pluralità di operatori in concorrenza tra loro, viste soprattutto le recenti attività nel settore idrico da parte delle grandi aziende private. Al contrario, si determinerà una spartizione del mercato tra pochi soggetti, costituendo di fatto una situazione di monopolio o tutt'al più di tipo oligopolistico, con quel che ne consegue rispetto ai presunti benefici ai ‘consumatori' che la varia apologetica del mercato e della concorrenza continua indefessamente a vantare.

Il percorso verso la privatizzazione può essere fermato, a partire dall'iniziativa che possono mettere in campo i soggetti interessati a contrastare tale prospettiva, e cioè in primo luogo
movimenti sociali, lavoratori e loro rappresentanze, istituzioni locali.
La conversione in legge del decreto Ronchi sottrae ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l'acqua potabile di rubinetto, nonostante il concetto inviolabile che annovera l'acqua come un diritto universale e non come merce e per le ripercussioni disastrose che la privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.
Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita. Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale.
Propongo quindi al Consiglio Comunale di La Cassa così come decine di altri comuni (virtuosi e non) in tutta Italia già hanno fatto, la deliberazione di un testo per dichiarare l'acqua un bene comune, essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente.
L'acqua dovrà essere dichiarata diritto inviolabile, universale, inalienabile ed indivisibile dell'uomo, esplicitando che deve rimanere un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto essenziale per garantire l'accesso all'acqua e pari dignità umana a tutti i cittadini.

DELIBERA

RICONOSCIMENTO DELL'ACQUA COME BENE COMUNE E DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO COME SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA IL COMUNE DI LA CASSA

PREMESSO CHE
• l'acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi;
• l'acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell'umanità, un bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti;
• il diritto all'acqua è un diritto inalienabile: l'acqua non può essere proprietà di alcuno, bensì bene condiviso equamente da tutti;
• l'accesso all'acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico;
• l'accesso all'acqua, già alla luce dell'attuale quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per 'ambiente, rappresenta:
• una causa scatenante di tensione e conflitti all'interno della comunità internazionale;
• una vera emergenza democratica e un disconoscimento dell'autogoverno territoriale.


SI IMPEGNA IL CONSIGLIO COMUNALE di LA CASSA A MODIFICARE E INTEGRARE LO STATUTO COMUNALE COME SEGUE:

Definizione dei servizi pubblici comunali privi di rilevanza economica

Il Comune di La Cassa dichiara di:
• riconoscere il Diritto umano all'acqua, ossia l'accesso all'acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico;
• confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà;
• riconoscere che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l'accesso all'acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgas n. 267/2000;

INOLTRE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

• A promuovere la conoscenza pubblica, collettiva sui problemi dell'acqua per favorire una partecipazione effettiva dei cittadini alla gestione democratica dell'acqua
• Favorire informazioni tali da permettere anche nei locali pubblici, a chi lo chiedesse, di poter ricevere acqua in “brocca”
• a favorire mediante gli organi di Stampa comunali un più ampio uso dell'acqua di rubinetto rispetto all'acqua in bottiglia, cosa che caratterizzerebbe il nostro territorio non solo per una iniziativa altamente civile, che è quella di promuovere l'uso dell'acqua pubblica, ma anche per quella di operare concretamente per la riduzione di una grossa fetta di rifiuti.
• Rendere noti i periodici esami svolti dal servizio idrico sulle caratteristiche dell'acqua dell'acquedotto per stimolare i cittadini all'uso dell'acqua di rubinetto


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