Che libri recensi(ami)amo?

Diego Finelli

Come scegliamo un libro?
Da cosa ci facciamo influenzare, attirare, interessare?
Quello che leggiamo sui giornali, che sentiamo in televisione, che troviamo sul web.
E poi il passaparola, i consigli di altri lettori.
 

Bene, perché non proviamo un passaparola on line a partire da chi frequenta la nostra biblioteca?
L'idea è quella di creare un piccolo archivio di recensioni e consigli: lapidarie, articolate, prolisse, sintetiche, seriose, divertenti, colte, appassionate, accademiche, faziose, puntuali, argute, semplici, ingenue, eccetera.
 

E quindi? Quindi, nei commenti a questo articolo, accogliamo suggerimenti, consigli e considerazioni sui libri che leggiamo, che ci sono piaciuti oppure no, che ci lasciano indifferenti e che amiamo.
 

“... mentre gli indù, per esempio, dicono che dietro un libro c'è sempre un insieme di mani. Dunque, nel contesto di una biblioteca, un'istituzione addetta al prestito (una bella idea, no?), possiamo spingere oltre questo aureo concetto. Più un libro è preso in prestito, più mani l'avranno tenuto e cullato. Preferireste forse che l'orma lasciata da un'anima umana non fosse toccata? Eppure, che dire di quei libri che per anni, anzi per decenni, rimangono senza lettori e le loro parole mute, in attesa? Riflettete un momento su questo: le parole non lette continuano forse a parlare? E se sì, a chi? Non sono forse le chiacchiere solitarie e non udite dei morti? Un libro non letto non è forse una tomba? Ah, piangete dunque i libri non presi in prestito.”
(Peter Orner – “Un solo tipo di vento”)

diego finelli20 dicembre 2009, 20:22
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?Dieci?, di Andrei Longo Dieci racconti, come i dieci comandamenti da cui ogni racconto prende il titolo. Dieci racconti brevi e intensi ambientati a Napoli, scritti e parlati in una lingua che impasta l?italiano e il dialetto con un?autenticità e un?immediatezza coinvolgenti (almeno agli occhi di un lettore di madrelingua piemontese ...). Dieci racconti che ho letto in modo appassionato e che mi hanno trasportato in luoghi dove spesso (quasi sempre) imperversano violenza, degrado e miseria, ma dove a volte, almeno così mi è sembrato, lo scrittore riesce a lasciare uno spiraglio se non alla speranza, alla possibilità del cambiamento.
italo20 dicembre 2009, 21:03
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Abaddon - James Morrow Questo libro mi ha appassionato, conquistato, avvolto. Il protagonosta fa causa a Dio per crimini contro l'umanità e fa un viaggio all'interno del suo corpo (di Dio) per trovarne le prove. Mi sono ritrovato nel protagonista, nella sua malattia, nella sua ricerca continua di senso, nella luce che si intravede risplendere in un percorso che sembra così buio. Sembra una rivisitazione del Libro di Giobbe in chiave moderna. Ci sono trovate argute, spassose, potenti: il corpo di Dio viene trovato congelato al Polo, è lungo qualche chilometro e attorno ad esso si crea una specie di Disneyland per visitarlo. Già solo questa visione onirica e allegorica mi ha accompagnato in una lettura mai banale, nonostante tutto leggera, fluida, un po' malinconica...
diego finelli 9 gennaio 2010, 16:51
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"La dichiarazione" di Gemma Malley Romanzo per ragazzi nell'intreccio e nella caratterizzazione dei personaggi. Romanzo a più livelli di lettura molto stimolante anche per i gli adulti. Parla di un ipotetico futuro, non troppo lontano, in cui i progressi della scienza hanno eliminato, attraverso speciali farmaci, la malattia e la morte dal pianeta. Risultato: gli uomini non devono più fare figli perchè se no non ci sono risorse e spazi per tutti; di conseguenza il pianeta è popolato da anziani e gli illegali, cioè i bambini nati nonostante il divieto di procreare da genitori che hanno rinunciato volontariamente all'immortalità, vengono chiamati "eccedenze", strappati alle famiglie e rinchiusi in istituti dove vengono addestrati al fine di diventare dei perfetti servitori/schiavi per i "legali". Interessante perchè fa riflettere, tra l'altro, sulle contraddizioni della scienza e sulla ricerca del benessere. Illuminante, poi, un piccolo esperimento: mentre si legge la storia viene naturale indignarsi per la crudeltà e l'egoismo dei "legali" che negano il diritto di esistere alle "eccedenze" perchè insidiano il loro diritto alla longevità. Provate a sostituire "eccedenza" con "clandestino" o con "extracomunitario" ...
eleonora gallo12 gennaio 2010, 15:55
"Accabadora" di Michela Murgia. Libro narrante la storia di una ragazzina e di una donna nella Sardegna degli anni '50; descrizione delicata e penetrante di una donna che sceglie di "adottare" una bambina che non avrebbe futuro nella propria famiglia.....scoprendo poi, come il concetto di fine vita sia ampio e alcune volte "sollevante".
eleonora gallo12 gennaio 2010, 15:59
"L'amore o quasi" di Dunne. Romanzo raccontato in prima persona da una donna che rivede la propria vita a distanza dopo essere stata lasciata dal marito. Per tutti quelli/e che non sanno cosa vuol dire allevarsi dei figli da soli e affrontare quotidianamente i problemi. Questo libro è già nella nostra biblioteca, il primo non so (ma se non c'è, Diego, è un libro da prendere). Buona lettura.
italo18 gennaio 2010, 21:47
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Sebastiano Vassalli, La Chimera, Einaudi 1990. Quando finisco un libro mi sento orfano e mi manca. Soprattutto questo, che tanta fatica ho speso per iniziare dopo il dolore provato per una storia simile. Novara, 1600, contadini e clero, una ragazza dolce bruciata come strega. Sapevo, fin dall'inizio, che m'avrebbe fatto male: l'ho letto e mi ha fatto male, come previsto, ma mi ha anche dato tanto. Il secolo è ben descritto e le dinamiche politiche sono chiare, l'ambiente contadino ben ricostruito come l'onnipotenza del clero, dal Papa all'ultimo dei parroci che "compra" la parrocchia con i soldi dei contadini con il ricatto religioso. Escono fuori chiare le radici da cui nasce questa nostra Italia; attraverso una storia (vera) se ne esce conoscendo meglio la Storia, vera; in piccolo quello che Q, del collettivo Luther Blisset, ha magnificamente fatto per la storia dell'Europa.
Laura LaLunga18 gennaio 2010, 22:15
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Sahfak Elif - La Bastarda di Istanbul Non sapevo nulla del genocidio Armeno. Non sapevo nulla del fatto che i Turchi avessero compiuto questo genocidio e che ora nessuno se ne ricordi. Un caso di rimozione e revisione della storia pazzescamente attuale in un epoca dove il revisionismo storico imperversa. La cucina armena, la cucina turca, una famiglia turca fatta di zie e nipoti dove gli uomini, come per un incantesimo, muoiono giovani; una famiglia armena rifugiata negli Stati Uniti. Una storia che si intreccia, un po' di magia. Insomma, un libro che apre una finestra nella disapora armena, nella mentalità turca, nella religione islamica, nel mondo femminile, il tutto condito da una scrittura agevole e coinvolgente.
fablam19 gennaio 2010, 01:28
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Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano La scrittrice si immedesima nell'Imperatore Adriano, scrivendo una lunga lettera ad un certo Marco (che si scoprirà essere nientemeno che Marco Aurelio, nipote adottivo e futuro Imperatore). Da una semplice epistola sul suo stato di salute Adriano decide di scrivere la sua storia: da semplice ufficiale, a figlio adottivo di Traiano, a Imperatore, ma sempre e profondamente Uomo, con gioie, dolori, amore e morte (soprattutto quella del suo preferito, Antinoo, al quale dedica una città intera, Antinopoli, in Egitto). Un misto di romanzo storico, filosofico, psicologico in cui l'Imperatore mette a nudo tutto sè stesso: uomo di Stato, soldato, marito, amante. Marguerite Yourcenar scrive con passione, fervida immaginazione mantenendo nonostante ciò una accuratezza storica perfetta. Tendo a fare una piccola orecchietta alla pagina quando trovo frasi che mi colpiscono particolarmente... beh "Memorie di Adriano" è semplicemente pieno di pagine pieghettate. Le frasi migliori: "Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha." "Quando visitavo le città antiche, città sacre, ma morte, senza alcun valore attuale per la razza umana, mi ripromettevo di evitare alla mia Roma quel destino pietrificato d'una Tebe, d'una Babilonia, d'una Tiro. Roma sarebbe sfuggita al suo corpo di pietra, e come Stato, come cittadinanza, come Repubblica si sarebbe composta un'immortalità più sicura. Nei paesi ancora barbari, in riva la Reno e al Danubio, sulle sponde del Mare dei Batavi, ogni villaggio difeso da una palizzata di legno mi ricordava la capanna di canne, il mucchio di strame dove dormirono i nostri gemelli sazi del latte della lupa: quelle metropoli future riprodurranno Roma. All'entità fisica delle nazioni e delle razze, agli accidenti della geografia e della storia, alle esigenze disparate degli dèi e degli avi, noi avremmo sovrapposto per sempre, pur senza nulla distruggere, l'unità d'una condotta umana, l'empirismo d'una saggia esperienza. Nella più piccola città, ovunque vi siano magistrati insistenti a verificare i pesi dei mercanti, a spazzare e illuminare le strade, a opporsi all'anarchia, all'incuria, alle ingiustizie, alla paura, a interpretare le leggi al lume della ragione, lì Roma vivrà. Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini."
Mati29 gennaio 2010, 11:03
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"L'isola sotto il mare", Isabel Allende E' l'intensa storia di una donna, Tetè, nata schiava, che nonostante tutte le violenze e i soprusi fisici e psicologici subiti, emana così tanta forza, intelligenza e dignità da far apparire piccolo, meschino e mediocre il suo principale aguzzino, un proprietario terriero francese trapiantato a Saint-Dominigue (oggi Haiti) in epoca coloniale. La sua storia si intreccia inevitabilmente con quelle di tanti altri, ricchi proprietari e schiavi, sacerdotesse vudù e frati, prostitute e dame di corte, guardiani di schiavi e abolizionisti, genitori e figli, in un ritmo incalzante, quasi come di tamburi. Quel ritmo che in Tetè esprime la libertà dell'essere umano contro ogni tipo di discriminazione. Un libro che ho trovato così coinvolgente e appassionato da sentire un leggero senso di smarrimento alla fine della lettura. "Balla, balla, Zaritè, perché lo schiavo che balla è libero finché balla."
italo30 dicembre 2010, 22:46
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IMPRIMATUR SECRETUM VERITAS MISTERIUM UNICUM... ...
Mancano due parole alla fine; ognuna delle sette è, o sarà, un romanzo storico; le ultime due saranno svelate solo alla fine.
Ho letto il primo: 'Imprimatur'.


E' stato bello leggere un romanzo storico, anche se i personaggi mi sembravano eccessivamente stravaganti, al limite dell'irreale, e la vicenda fosse claustrofobicamente chiusa in quattro mura (o quasi) per più di seicento pagine. La vicenda non è semplicissima da seguire, ma la lettura scorre, un giorno dopo l'altro e accompagna il lettore in uu mondo dominato dal Vaticano, dal re di Francia Cristianissimo e da... tanti soldi, e soprattutto conflitti di interesse. Per un papa, vi immaginate quale può essere il conflitto di interessi?
Ciò che è successo di strano è che.. improvvisamente, verso la fine, il libro si impenna in modo incredibile; dopo la fine del romanzo, una cinquantina di pagine sono semplicemente sconvolgenti: dimostrano che luoghi, personaggi, fatti, sono reali. Ma.. se così fosse la storia sarebbe diversa da come la conosciamo, si dovrebbe riscrivere più o meno un secolo di storia tra Vaticano, Francia, Olanda, Austria, Inghilterra, Turchia... e tutto questo grazie alle vicende narrate tra quei quattro muri!

Sembra impossibile, e quindi mi lancio alla ricerca su internet di qualcuno che almeno dica che è tutta una presa in giro, belle fantasie e basta.
Trovo ben altro.

Il mensile SOLANDER, l´autorità americana in fatto di romanzi storici, ha eletto 'Imprimatur' nella triade dei capolavori italiani del genere, insieme al 'Gattopardo' di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e al 'Nome della Rosa' di Umberto Eco.
Sull'Indipendent:  “Malgrado il grande successo in Europa, gli autori sono virtualmente sconosciuti nel loro stesso Paese” e ancora: “La vendetta del Vaticano”…
Un vaticanista:“è un libro pericolosissimo perché fa credere che la Storia sia tutta una falsificazione, e spero che nessuno ne parli”
E' tradotto in 22 lingue e stampato in 53 paesi ma.. non in Italia, dove non potete comprarlo: è stato pubblicato nel marzo 2002, è subito balzato al quarto posto nelle classifiche delle vendite e dopo quattro mesi sono state ritirate tutte le copie e non è più stato ristampato. Curioso.
Ah, la casa editrice è del presidente del Consiglio; il giornale del fratello del presidente del Consiglio dice degli autori 'Non se ne può più di gente così' (ma non li conosceva nessuno).
Il libro viene cancellato dai cataloghi dell'editore. Il sacerdote che ha sposato i due autori, e che ha una parte nel romanzo, viene spedito dal Vaticano  in Romania. Non si sa perchè, non sa il rumeno.

In risposta all'11 settembre 2001 il Vaticano si apprestava a santificare il papa citato nel romanzo; tutto era pronto, ma l'uscita del libro ha fatto 'ripiegare' sulla santificazione di un'altro sacerdote misconosciuto; quel papa nel romanzo non viene trattato molto bene.
Non vi sembra tutto molto curioso?

Qui trovate i giudizi prima della loro cancellazione: http://www.attomelani.net/wp-content/ibs/index.htm
Le pagine dell'Indipendent: http://attomelani.net/wp-content/Italy/TheIndependent13-5-08.pdf
Qui la pagina del corsera con il libro al quarto posto: http://attomelani.net/wp-content/Italy/corriere 14-004-02.jpg

Ah dimenticavo! Come ho fatto a procurarmi questo libro, visto che non c'è più in distribuzione in Italia?
Dopo innumerevoli ricerche nelle reti in chiaro e quelle oscure, navigazioni turbolente in siti per iniziati e reti peer to peer offuscate... mia moglie l'ha trovato allo SBAM, il nostro sistema delle biblioteche: ce l'aveva la biblioteca di Rivalta.
Grande Sbam!
diego finelli18 febbraio 2011, 16:19
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"Mio figlio mi ha aggiunto su facebook", di Alessandro Schwed.
Le confessioni di un genitore che da un giorno all'altro si ritrova in casa una specie di alieno, che prende il posto del figlio, ovvero: un padre alle prese con il figlio adolescente.
E' molto divertente (d'altronde l'autore è uno scrittore che fa satira da tempo immemore), soprattutto nella prima parte; sul finale perde un po' di freschezza.
Per certi versi certe situazioni vengono dipinte in modo che potrebbe sembrare eccessivo, quasi caricaturale ... a chi non ha a che fare con gli adolescenti.
italo 8 giugno 2011, 19:58
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E' un balsamo per l'anima immergersi in una lettura stimolante, curiosa, avvincente. Scompare misteriosamente un'intera confraternita, 72 persone: nel nulla, nel vuoto, un buco nero della storia; compare il numero della bestia: 666, in un secolo che prova l'horror vacui del femminile, nel mondo che gli è più lontano, quello religioso.
L'autore ci porta con indimenticabili tocchi d'ironia ed un velo di cinismo sulle cose d'oggi in una vicenda insieme intima e storica affrescando le volte di una costruzione intelligente, sia sobria che profonda, che nasconde in zone inimmaginabili volùte di approfondimenti curiosi e inaspettati.
E' una lettura che può dare molto; è un libro in cui i messaggi sfrecciano su piani diversi e non aspettano altro che essere colti ( se scrivo còlti, mi chiedo, è onanismo grammaticale? anche su questo l'autore son certo potrebbe dire la sua...).

E' una lettura che raccomando a tutti coloro che  voglio fuggire, per un momento, alle insidie del presente per crearsi un'avvolgente parentesi di armonia.

Fabrizio Gadoni -  Il mistero della scomparsa dei settantadue confratelli - Ed. Robin
fabri 9 giugno 2011, 07:55
grazie, italo, per le belle parole sul mio libro.
quanto all'onanismo, la lingua italiana consente molte cose: lo scrivere "diffide", l'inventarsi storie poco probabili.
chissà da quale parte sta la "dispersione del seme"?
io mi diverto molto più ad inventare e non dovermi giustificare, che a diffidare e trovarmi nella necessità di spiegare perchè.
fabri 
italo12 aprile 2012, 21:13
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Canto di una ragazza fascista dei miei tempi.
Ritratti al nero di personaggi volti all'abisso raccolti dalla poetessa che canta il loro triste, inascoltato grido avvolto nella solitudine e nell'abbandono delle persone e delle ideologie, nella consapevolezza che 'un cuore solo ci è stato dato', e con quello si deve vivere, destino ineluttabile dell'anima in ricerca.
C'è del lirismo nel registrare l'afflato eroico delle personalità 'nere', sia declinate nel fascismo che nel tifo da stadio; l'autrice sa bene registrare, interpretare e cantare il fervore adolescenziale che ammorba giovani e meno giovani nelle promesse di una destra purificante e rigeneratrice. Lirismo che non tace la disperata fine che tanta promessa genera e che proprio in questa caduta trova lo struggimento poetico nel descrivere i tratti di personalità così fortemente fascinate e altrettanto fortemente annientate.
Qui il nero, la destra, è pretesto; non banale. Un identico tratteggiar ritratti virato al rosso avrebbe forse provocato risultati analoghi con qualche rischio in più di scadimento in ciò che è intellettualmente più condiviso e quindi più facile; mentre sarebbe intrigante un simile canto 'milanista', al rosso e al nero, per estrarre ancor più quanto si strugge l'anima fascinata e delusa.

Una bella sfida: complimenti Anna.

  Canto di una ragazza fascista dei miei tempi. Con CD Audio
Anna Lamberti Bocconi
Canto di una ragazza fascista dei miei tempi. Con CD Audio

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