cosa è stato il fascismo

Lorenzo Bonino
Sull'ultimo numero del periodico “La Cassa Voci e Notizie” è stata pubblicata una lettera di un certo Diego Michelini che ho il piacere di non conoscere e con il quale non intendo polemizzare non ritenendolo un interlocutore.
Ma poiché viviamo in un'epoca dove la realtà è stata totalmente capovolta, temo che qualcuno finisca per dare credito alle affermazioni del tale sopra menzionato.
Abbiamo purtroppo esempio quotidiano di come si stravolgono le cose: c'è chi urla mentre dice agli altri di “abbassare i toni”, c'è chi è fermamente convinto di essere il miglior capo del governo degli ultimi centocinquant'anni mentre invece ha pensato solo alle leggi per sé – a discapito dell'intero Paese, c'è chi insulta un cardinale perché si comporta da vero cristiano e nel contempo raccoglie le firme in difesa del crocifisso, eccetera eccetera.
La mia preoccupazione, infatti, è cercare di far sapere (soprattutto) ai giovani cosa è stato il fascismo e la repubblica sociale italiana e di riaffermare che non è affatto vero che la storia l'hanno scritta i vincitori.
Quando andavano a scuola i miei figli sui libri scolastici la storia finiva alla fine della Prima Guerra Mondiale. Per ragioni anagrafiche la Seconda Guerra Mondiale l'ho vissuta sulla pelle ed ho, mio malgrado, assistito a molti tragici episodi che non scorderò più.
A Druento ho dovuto assistere alla fucilazione dei Partigiani davanti al Comune; non si reggevano più in piedi per le torture subite.
A Torino mi è toccato di assistere alla fucilazione del Comitato di Liberazione dell'Alta Italia al poligono del Martinetto e di vedere tante altre atrocità ad opera dei repubblichini e dei tedeschi.
Penso che anche chi è nato in epoche più recenti sappia con certezza cosa è accaduto a Roma alle Fosse Ardeatine, a Marzabotto, a Boves, alla Benedicta e in moltissime altre località dove migliaia di donne, bambini, vecchi sono stati fucilati dai “vinti”.
Non esiste, credo, comune dell'alta Italia ove non ci siano una o più lapidi a testimonianza di atroci avvenimenti come quelli citati negli esempi sopra descritti e accaduti vicino a noi.
Ora: chi vuol farci credere che i carnefici sono le vittime ?!
I combattenti della repubblica sociale italiana, quelli per intenderci schierati secondo qualcuno dalla “parte giusta”, sono l'ultimo epilogo di una storia pazzesca iniziata venticinque anni prima.
Per chi dimostra di NON conoscere la storia, alcuni cenni: all'epoca Benito Mussolini, foraggiato dagli agrari-latifondisti e dal grande capitalismo italiano per impedire al movimento operaio di conquistare migliori condizioni, organizzò le prime “squadre” di picchiatori col compito di incendiare le camere del lavoro e i circoli operai e uccidere i sindacalisti.
Con tali metodi non fu difficile per Mussolini, con la complicità della Monarchia, mettere fuori legge non solo i movimenti operai ma anche tutti i movimenti politici perseguendo fisicamente tutti i suoi oppositori instaurando, così, la sua dittatura.
Cosa fece poi Mussolini ? Tante terrificanti cose.
Tra le più eclatanti: nel 1938 ubbidendo al suo “amico” Hitler varò le leggi razziali e consegnò migliaia di ebrei italiani ai campi di sterminio nazisti; nel 1940, sempre servile al “padrone” tedesco, trascinò l'Italia nella più grande strage del genere umano che distrusse l'intera Europa e che provocò 45 milioni di morti.
Fu il primo nella storia (moderna e non), durante l'invasione della Libia, ad utilizzare armi chimiche provocando in poche ore la morte di oltre 500.000 persone; contesto nel quale Hitler stesso lo pregò di “darsi una calmata”.
E tante altre atrocità.
Per cercare di salvare il salvabile il 25 luglio del '43 Mussolini fu messo in minoranza all'interno del gran consiglio del fascismo e fu incarcerato sul Gran Sasso.
L'8 settembre '43 Badoglio chiese l'armistizio agli Alleati.
I tedeschi liberarono il duce e invasero l'Italia: così Mussolini fondò la repubblica sociale di Salò sul Lago di Garda.
Dall'8 settembre molti soldati e tanti civili diedero inizio, sulle montagne – nelle fabbriche – nelle campagne, alla lotta contro il fascismo ed il nazismo.
Fra i civili della Resistenza ci furono esponenti di tutte le tendenze politiche, dai monarchici ai comunisti.
Chi, quindi, ha il coraggio di dichiarare che i “combattenti della RSI furono schierati dalla parte giusta ...” DEVE avere anche il fegato di affermare che erano “giusti” i lager, la distruzione dell'intera Europa, la morte di 45 milioni di persone e quant'altro accaduto ad opera della follia congiunta di Mussolini in Italia e di Hitler in Germania.
Se si afferma invece che molti dei giovani combattenti nella RSI erano in buona fede e credevano veramente di difendere la patria allora potrebbe essere più plausibile; dopo vent'anni di dittatura fascista non c'è da avere alcun dubbio sull'intensità del lavaggio del cervello da loro subito!
Molti di questi ragazzi sono morti al servizio del peggiore regime che l'Italia abbia mai conosciuto.
Purtroppo nel nostro Paese, da alcuni anni, è in atto un processo di “restaurazione” – una sistematica opera di denigrazione della Resistenza e dei valori fondanti la Costituzione; come?
Non certo potendo, da parte di alcuni, esaltare il fascismo e la tragedia della guerra (poiché bene o male non si può negare l'evidenza) ... si ricorre infatti a metodi ben più subdoli e viscidi: si va alla ricerca di singoli episodi – di azioni spregevoli di alcuni partigiani (assolutamente da rinnegare) che possano, una volta estrapolate dal contesto in cui sono avvenute, dimostrare che i “vinti” avevano – in qualche modo - ragione”!
Senza difendere l'operato di alcuni partigiani per partito preso non bisogna, però, scordare che in quel frangente chi ha visto torturare e fucilare il proprio figlio, il padre, un fratello non appena ne ha avuto occasione ha considerato la vendetta come atto di giustizia e lo ha fatto in nome di un futuro di libertà e democrazia per il nostro Paese!
E' importante oggi, essere molto vigili: occorre spiegare ai giovani i principi della democrazia nella quale essi stessi vivono, sanciti nella Costituzione, ma soprattutto che oggi qualcuno li vuole scardinare.
Si, proprio così, oggi a qualcuno (qualche governante compreso) sta stretta la democrazia che fissa per tutti le regole del vivere civile; ricordiamoci tutti insieme che non esiste altra forma di governo migliore della democrazia – conquistata con così tanti sacrifici umani – ed è dovere di tutti difenderla!
Permettetemi ora una considerazione personale: sono onorato di appartenere ad una famiglia che, da mio nonno a mia madre ai miei cugini, ha partecipato attivamente alla Resistenza ed ha contribuito – con altre realtà simili nelle nostre zone - a gettare le basi per l'Italia democratica e repubblicana del Dopoguerra.

Commenti
Alberto Fauro28 dicembre 2009, 15:00
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Grande Renzo! sottoscrivo al 100%
Laura LaLunga28 dicembre 2009, 15:06
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Bravo Renzo, bravo. Laura
Mati28 dicembre 2009, 15:20
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Grazie Renzo. Qualche mese fa nel tuo giardino ci hai raccontato di alcuni degli episodi che citi anche qui, in particolare della fucilazione al Martinetto. Allora avevo pensato che sarebbe stato prezioso raccontare ai più giovani queste cose e oggi lo penso ancor di più. Non possiamo permettere che la storia venga taciuta o raccontata al rovescio.
diego finelli28 dicembre 2009, 15:40
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mi unisco ai ringraziamenti e propongo di metterci al lavoro per creare occasioni e spazi in cui sia possibile dare voce e memoria, autentiche, alla nostra storia: perchè non organizziamo qualcosa in biblioteca? magari per la giornata della memoria a fine gennaio? chi mi aiuta? df
Laura LaLunga28 dicembre 2009, 15:48
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Ciao Diego, alcuni soci del Mutuo Soccorso (tra i quali anche Lorenzo) hanno avuto la stessa idea. L'intenzione iniziale era quella di fare una serata di divulgazione in occasione del giorno della memoria, vi è un professore di Storia e Filosofia che sarebbe disponibile. Potremmo unire forze ed idee se sei d'accordo.
ghindo28 dicembre 2009, 17:27
Grazia Lorenzo per il tuo commento.E' doveroso che qualcuno ricordi ad altri come sono andate le cose..
Anonimo28 dicembre 2009, 17:35
Che dire ragazzi della lucidità espositiva di Renzo. Chi gli ha vissuto accanto per tanti anni, non può che testimoniare l'assoluta coerenza. Adesso però almeno per gli articoli sull'argomento usciamo dal pur importante popolo INTERNET, stampiamoli e distribuiamo porta a porta...questa è la democrazia ! Se non bastiamo, ma non credo,ci sono i democratici dei comuni vicini pronti a dare una mano...e questo e il contrario di certo campanilismo ! biagio
Anonimo28 dicembre 2009, 19:19
Grazie Renzo per quello che hai scritto sicuramente mio padre che vissuto quel periodo sapeva dove era il giusto, nascosto dietro un armadio mentre i bravi ragazzi fucilavo chi secondo loro nascondeva i partigiani combattenti per la nostra democrazia Gian Carlo
Anonimo29 dicembre 2009, 23:36
"Sull'ultimo numero del periodico 'La Cassa Voci e Notizie' è stata pubblicata una lettera di un certo Diego Michelini che ho il piacere di non conoscere e con il quale non intendo polemizzare non ritenendolo un interlocutore" Perchè il signor Lorenzo Bonino, che ci racconta di essere così democratico e preoccupato a trasmettere ai giovani i valori della democrazia, pur ammettendo di non conoscere Michelini non lo riconosce come interlocutore??? Soltanto perchè Michelini ha idee diverse??? E ciò non rappresenta una evidente contraddizione??? Il signor Lorenzo Bonino è abituato forse a dibattere soltanto con chi ha la sua stessa idea? A me sembra che sia proprio il sig. Bonino, con questa sua brutta premessa, a porsi fuori dai "valori" della democrazia e soprattutto della costituzione che lui stesso cita. RIFLETTERE! PS: anche la ricostruzione storica del sig Bonino lascia molto a desiderare... Valerio
Anonimo30 dicembre 2009, 07:29
Concordo con Valerio. La premessa di Lorenzo Bonino puzza di xenofobia ed è lontana anni luce da un atteggiamento sinceramente democratico e tollerante. Non solo Lorenzo dice di avere "il piacere di non conoscere" ma addirittura nega a Michelini di poter essere un suo interlocutore. Tollerare, infatti, non significa affatto condividere. Significa accettare, o se proprio vogliamo "sopportare" che esistano altre persone che sostengono idee anche molto differenti dalle proprie. Non basta definirsi democratici, dire di voler insegnare la democrazia ai giovani, se poi non si è disposti a tollerare (non condividere) le idee altrui. Con la scusa della democrazia infatti sono state dichiarate guerre atroci, sono state applicate leggi disumane come quelle contro i neri negli USA fino agli anni 60 (le leggi razziali dell'italia fascista erano poca cosa in confronto!). Ciò che ha affermato Lorenzo Bonino nei confronti di Michelini è sicuramente legittimo ma altrettanto sicuramente in contraddizione i principi costituzionali e sinceramente democratici.
Anonimo30 dicembre 2009, 07:38
Ho scritto l'ultimo messaggio. Mi chiamo Andrea e scrivo da Druento.
ghindo30 dicembre 2009, 16:59
Concordo in pieno con Lorenzo. Cio che forse non capiscono Valerio e Andrea e che e' giusta la democrazia ed il confronto..ma non si puo' confrontare sempre tutto e discutere sempre di tutto.Ci saranno dei punti fermi(ad esempio mica ci mettiamo a discutere con chi picchia una donna o con chi fa violenza sui bambini?).Ebbene la Storia ci ha detto chi era nel giusto e chi sbagliava(sicuramente ci sara' stato qualche episodio che ha infangato la storia Partigiana ma sono "episodi") e se oggi tanti si sporcano la bocca con la parola "Democrazia"devono solo render conto ai partigiani. Ps:concordo quindi nel non voler neanche parlare con chi ha ancora idee simili..
italo30 dicembre 2009, 21:40
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Il dibattito prosegue sul forum
Anonimo 2 gennaio 2010, 13:51
Il falso storico un "vizietto" duro a morire. La Storia è una scienza, ma per essere tale deve essere corredata da dati scientifici e poichè la Storia si presta alla contraffazione, cioè con la interpretazione con scopi che non hanno niente in comune con la verità. Mi soffermo su quanto ha scritto il sig. Lorenzo Bonino in merito all'utilizzo delle armi chimiche in Libia(?). Mi rivolgo ai lettori del sito e non di certo al menzionato personaggio in quanto non mi ritiene un interlocutore e di cui non ha il piacere di conoscere e non intente polemizzare. Cito quel che ha scritto:."..durante l'invasione della Libia, ad utilizzare armi chimiche provocando in poche ore la morte di oltre 500.000 persone! La cifra la scrivo per estevo così fa un certo effetto: cinquecentomila!! Domando ai signori Lacassesi: non sorge qualche dubbio storico e geografico? Mi rivolgo anche a quel giovane del liceo Gioberti: nessun dubbio? Tutto storicamente giusto? Bonino confonde l'Etiopia/Eritrea con la Libia, avrà involontariamente ruotato la cartina dell'Africa di 90°. La senilità gioca brutti scherzi. In poche ore hanno sterminato cinque volte centomila persone. Avete letto bene? in poche ore! Il terrorismo americano polverizzò, in poche minuti, nell'agosto del 1945 duecentomila civili giapponesi con due bombe di una potenzialità, all'epoca, spaventosa. Forse il Bonino ha visto con i nipotini, seduto in giardino o di fronte al caminetto, film di fantascienza e sicuramente qualche Ufo nel 1936 passò nei cieli della Libia(?) è sterminò buona parte della popolazione. Ed ora passiamo alle testimonianze ed ai commenti. Il nostro esercito era in possesso di gas asfissianti (iprite) ma non furono quasi mai usati, solo in alcuni casi di rappresaglia nei confronti degli Etiopi. L'esercito etiope usava dei micidiali proiettili dum-dum che, all'impatto si frantumavano producendo ferite gravissime e, quasi sempre inevitabili mutilazioni. Quando i nostri militari cadevano nelle mani di quei macellai venivano torturati e sistematicamente evirati. Vedi l'episodio del tenente pilota Minniti, sul fronte dell'Ogaden, che dopo una furibonda lotta venne evirato e poi massacrato. Winston Churchill nella sua "La Seconda Guerra Mondiale", a pag. 210, esclude l'uso dei gas nei seguenti termini: . Vittorio Mussolini che all'epoca era la comando di una squadriglia di bombardieri disse:< Mai usati i gas. E noi dell'aeronautica che avremmo dovuto trasporatarli e sganciarli, dovevamo pur esserne a conoscenza> Ed ora giro le domande ai lettori: perchè nessun milite italiano fu mai fornito di maschere antigas? (testimonianza di mio zio Michelini Rino, volontario). Perchè il Negus, benchè fosse di casa alla Società delle Nazioni, mai denunciò l'uso di armi illegali da parte degli italiani? Chiudo con una intervista del 12 gennaio 1996 su "Il Messaggero" a Indro Montanelli in merito alla sua partecipazione alla guerra "d'Abissinia":< Se la guerra a cui ho partecipato corrisponde a questi connotati, vuol dire che io ne ho fatta un'altra. Che non c'ero. Ma quali gas?> Alla domanda:< Lei continua a non credere nei gas?> Montanelli rispose:< Vorrebbe dire che ero cieco, sordo, imbecille. No gurdi di quelle cose non c'era traccia. Una cosa sono le carte, che possono essere scritte per la circostanza, un'altra le testimonianze vissute> Per questione di spazio non mi dilugo sulle testimonianze oculari. E' sempre difficile tentare di confutare certi argomenti, quelli cioè che riguardano il Fascismo, il minimo che può capitare di essere marchiato di "revisionismo", il che equivale ad una infamia. Sono stato tacciato di infame da qualcuno di Voi, ma ho visto che la lettera è stata prudentemente tolta. Sono revisionista da quando ero ragazzino e mai stato "plagiato" da genitori, nonni, amici, fratelli ecc. Vedete cari concittadini di La Cassa, la storia piaccia o non piaccia, non ha e non deve avere riguardi per nessuno. Questa frase è di un caro amico Roberto Gremmo, storico antifascista, odiato dalla vulgata resistenziale. Dunque caro studente del Gioberti, parla con il tuo insegnante di storia che certamente non conosce questi "passaggi" storici e tantomeno i tuoi compagni Potete iniziare, come amate dire: un bel dialogo! Vi trattengo ancora per raccontarVi una storia uscita sulla rivista Focus (Mondadori) di un paio di anni fa. Lo sapete che mussolini portava le mutande foderate di pelo di coniglio? Perchè aveva il pene freddo! Raccontate al Bonino questa "chicca" così sarà l'oggetto della prossima missiva. Nella prossima puntata Vi parlerò di una bella figura di partigiano che purtroppo non ho avuto l'occasione di conoscere. A presto Diego Michelini sempre presidente della federazione di Torino RSI
Anonimo 2 gennaio 2010, 14:00
Scusate sono abituato a lavorare di getto e non ho scritto cosa disse Churchill: ...nei seguenti termini: < I gas asfissianti sebbene di sicuro effetto contro gli indigeni non avrebbero certo accresciuto prestigio al nome dell'Italia nel mondo> Scusate ancora Diego Michelini
Anonimo 2 gennaio 2010, 17:19
La Storia è sicuramente una scienza e quindi non può mai essere ridotta a nozionismo o peggio, alla disamina di singoli episodi. I tifosi disquisiscono sul singolo fallo, sul singolo episodio, ma la partita è un gioco tra squadre uguali. Parlare del colonialismo citando alcuni episodi non è storia. La Storia deve chiedersi cos'è stato il colonialismo, tutto il colonialismo, ovviamente non solo quello italiano. I giovani di oggi che sono più acculturati, più europei, hanno compreso benissimo che il colonialismo è stata una violenza di uomini contro altri uomini , per lo più ad armi impari. Quale diritto etico, morale, ha uno stato di andare a soggiogare armi alla mano un altro popolo? La motivazione più " nobile " potrebbe essere quella dell'interesse economico, del conquistatore, non del conquistato. Nessuno venga, per favore, a raccontare le storielle che si portava anche la civiltà e la tecnologia. Certamente come in ogni azione ci sono effetti collaterali, alcune strade, alcune (poche) scuole... Anche l'orologio fermo, due volte al giorno segna l'ora esatta, ma non per questo quell'orologio è affidabile. Quindi il colonialismo è da condannare senza se e senza ma, è un crimine.punto. Come sono stati crimini, guerre pseudo coloniali come il Vietnam, come non è giustificabile che un certo capitalismo stia affamando milioni di persone. Oltre alla"nobile"motivazione di sfuttare per motivi economici, ci sono irrazionali sogni di grandezza. Ma questa è una partita che lascierei agli psichiatri. Pace, biagio
Anonimo 3 gennaio 2010, 21:31
Nulla di nuovo nella discussione in corso sul tema fascismo-antifascismo. La cosa più notevole è il tono della lettera del sig. Bonino. La stessa non esprime un'opinione, volendo piuttosto "calare" un' incontestabile verità che già nella premessa di demolire personalmente l'interlocutore chiarifica ed evidenzia uno stile perentorio che non prevede repliche. Come se la storia fosse una norma da scrivere prevedendo sanzioni a chi si discosta dalla più ortodossa osservanza della stessa. La storia è invece indagine, riflessione, contestualizzazione dei fatti e continua revisione. Mi verrebbe voglia di entrare nel merito dei fatti citati dalla lettera stessa o, forse meglio, di chiarire la semplicistica ricostruzione storica delle vicende relative al periodo preso in esame ma a poco servirebbe perchè la lettera in realtà non ha nessun intento di confronto storico e somiglia più che altro all'atteggiamento di chi comincia ad urlare in una discussione perchè pensa di poter aver ragione alzando la voce ed offendendo chi gli sta di fronte. Potrei mettere in evidenza come si mischia il fatto politico contemporaneo (...chi crede di essere il miglior presidente degli ultimi 150 anni....) con la storia, a voler puntualmente soggiogare quest'ultima alla strumentalizzazione politica tirando a mano necessariamente l'antifascismo come unico elemento in grado di rendere vagamente digeribile lo status quo. Mi limito invece ad augurare a tutti la fortuna di "liberarsi" al più presto da pregiudizi e condizionamenti arroganti per arrivare a recuperare la verità tutta intera del nostro popolo e farne tesoro per il futuro. Per intanto, si organizzino pure serate di indottrinamento nelle date predisposte all'uopo dove tutti quelli che diranno ciò che è "corretto" avranno libertà di parola, gl'interlocutori sgraditi invece non saranno nemmeno invitati, la verità unilaterale potrà trionfare senza "provocare" dimissioni e la mistificazione resistenziale potrà trovare un ennesimo momento celebrativo. In verità si tratta di battaglie di retroguardia. Molti italiani cominciano invece a riscattarsi, a volerci veder chiaro, a discernere i fatti dalla strumentalizzazione di questi ultimi, a comprendere che quella guerra civile (....Bonino non accetterà questa definizione....) non fu voluta da chi si arruolò nella RSI per difendere l'onore della Patria comune, anteponendo la dignità della comunità nazionale alla propria stessa vita. Pino De Rosa pino.derosa@vodafone.it
italo 3 gennaio 2010, 22:19
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Vedo che il dibattito si scalda.... avevo però chiesto di continuare sul forum, dove ci sono messaggi interessanti di Enrico Bonino, di Diego Michelini e, pardon, anche miei: vi prego di continuare lì, è un luogo più adatto ad ospitare una discussione articolata. Questo spazio verrà chiuso in favore di quell'altro. Inoltre penso che sia ora di evitare i messaggi anonimi, chiedendo agli utenti di qualificarsi almeno con un indirizzo email raggiungibile.

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