storie di liquori dai bassifondi

Jacopo Finelli
“Il viaggiatore viaggia solo
e non lo fa per tornare contento
lui viaggia perché di mestiere
ha scelto un mestiere di vento”
(“Il viaggiatore” di I Mercanti di Liquori)


STORIE DI LIQUORE DAI BASSIFONDI

C'era una volta un mercante di liquori che vagava di bar in bar cercando di venderli. Purtroppo non riscuoteva molto successo, perché poche persone apprezzavano i suoi liquori. Il nome? Non ce l'aveva un nome. E non aveva neanche una casa. La sua casa era il suo corpo avvolto da stracci unti e oleosi.
Aveva una barba ispida e irsuta, un labirinto ci ciocche che si estendeva lungo tutto il busto e la utilizzava in guisa di porta ingredienti segreti. I suoi occhi parevano un abisso senza fondo. Non ci credete? Ne ho le testimonianze...

DIARIO DI EUGENIO SALTA, 22/01/04.

“Sentii due tocchi. Era un nuovo cliente, sembrava un po' ubriaco. Adesso che ci penso non veniva per comprare, ma per vendere.
Nel bar della piazzetta non era mai entrato nessun liquoraio come quello. L'insegna scintillava come i suoi occhi. Aveva bevande insolite, come l'elisir al cardamomo vanigliato o allo zenzero affumicato.[...]
Sembrava collutorio per denti: alcuni liquori erano troppo amari, altri talmente zuccherati che ti fondevano la lingua.
Non vi dico come li preparava... Scotendo la barba faceva cadere gli ingredienti nella bottiglia. E' strano dirlo: tutto sommato non erano male, ma accettando quelle bevande avrei perso clienti, quindi lo cacciai via. Lui se ne andò sconsolato

TACCUINO DELLE RICETTE

SOLFIRINI RINFRESCANTI

• 0,2 cl di alcool
• 2 gocce di succo di pesca
• 2 dl di succo d'uva
• 1 ml di vodka
• 2 dl di tè freddo al limone
• 1 cucchiaino di olio di fegato di merluzzo
• 1 cucchiaino di zucchero.

Agitare bene per due minuti e l'effetto di freschezza sarà assicurato.

Però, siccome i clienti cominciarono ad apprezzare i liquori, incominciarono ad esserci dei rivali che volevano impossessarsi delle ricette. E la storia continua...

JOHAN, BARISTA DI ANCONA, DIARIO GIORNALIERO, 24/01/2006

E' una notte fredda, oscura e nevosa... La luna nel cielo è inquietante e sembra incantata. I lampioni proiettano luci imprecise e tenebrose sul corpo dei rari passanti, donando all'atmosfera una nota di mistero.
Ottime condizioni per rubare a quel venditore...
Il mio unico rivale, il fabbricante misterioso, il viaggiatore del mondo.
Mi avvicino di soppiatto al suo nascondiglio: una nicchia in penombra con della paglia dentro scavata sul fondo del muro del vicolo cieco. Quel povero pezzente pur avendo molto successo non ha una casa. Nel buio riesco a scorgere aguzzando la vista quel famigerato taccuino che come uno scrigno blindato racchiude le parole della mia gloria. Caro diario, quel gesto avventato che faccio per prenderlo mi costa quasi la galera, perché sgraffignando goffamente alcune pagine di quaderno, sveglio l'inconsapevole venditore. Con il cuore in gola e la gola in fiamme, tossicchiante mi metto a correre scappando da urli e sassate. Ce l'ho fatta... ma che fatica!

RACCONTI DEL NEGOZIANTE

Al mio risveglio mi accorsi che mancavano delle pagine nel mio taccuino, ma trovai un foglio davanti al bar di un certo Johan... un mio foglio!
Entrando vidi il mio rivale che vendeva liquori a palate... avevano un' aria familiare... aspetta; erano i miei! Lui mi lanciò un occhiata fulminea e mi accorsi che non ero gradito. La mia carriera sembrava rovinata, ma non poteva finire così male, come quando un libro ti entusiasma ma il finale è brutto, oppure quando gusti un pasto succulento ma il dolce è deludente. Andai a protestare e richiesi le pagine del mio successo mostrando quel che rimaneva del taccuino ai clienti incuriositi. Ma Johan aveva già escogitato un piano ed esclamò:<<Chi vi dice che non sia stato lui a rubarmi quel pezzo di taccuino?>>. A quel punto gli occhi della folla saettarono e schizzarono guardandomi come se fossi un impostore che voleva rubare la fama a tutti. Ero a corto di idee, quindi dissi :<<Allora vediamo chi si ricorda più ricette... scriviamole su un foglio. Sono 87. Allora, cominciamo>>. La biro era veloce come il pensiero che in attimi lampeggianti del mio passato rivelava le parole esatte.
<<86, 87... finito!>>. Johan era meravigliato e stupito, perché ormai mi ero ripreso quello che mi spettava. Lui intanto aveva scritto solo 4 ricette e faceva credere al pubblico che era l'emozione e che gli veniva da piangere perché gareggiava conro un barbone. Ma come scusa non era molto credibile, quindi non gli cedettero e mi annunciarono vincitore. Mi sentivo felice come non mai. Ma quel mascalzone di Johan scappò con i miei 87 fogli, e, con la rabbia che mi corrodeva il cervello, mi misi a correre all'impazzata. Ma un cliente mi rassicurò e chiamò la polizia, che blocco quel delinquente. In preda alla collera mi ripresi le ricette e gli sputai in faccia. Il suo bar diventò mio e il mio successo e la mia fama si ingrandirono enormemente.
Beh, caro diario, a questo punto non so più che dirti. So solo ce sei stato un amico prezioso in tutti questi anni.

Con il contributo del mio compagno Farancesco

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