Convocazione Consiglio Comunale di sabato 27 novembre 2010

Laura Martinotti
Sabato 27 novembre alle ore 9.00 è convocato il Consiglio Comunale con il seguente Ordine del Giorno:

1 - Lettura ed approvazione verbali seduta precedente
2 - Comunicazioni del Sindaco
3 - Rinnovo Consiglio di Biblioteca
4 - 5° variazione di Bilancio Previsionale Esercizio 2010 - al Bilancio Pluriennale 2010-2012 ed alla Relazione Previsionale e Programmatica
5 - Commissione Consiliare Consultiva per variante n. 5 al Piano Regolatore Generale Comunale - Modifica


Al punto 3 quindi si delibererà il rinnovo del Consiglio di Biblioteca. Mi son fatta inviare gli atti di cui non ero in possesso; infatti, nel periodo in cui vi fu corrispondenza tra amministrazione e minoranza, novembre dello scorso anno, era il momento della mia uscita dal gruppo ed evidentemente, nella confusione, non sono stata messa a parte di quanto si stava facendo a questo proposito. Ho cercato di interpretare questi atti facendo un resoconto della situazione di cui vi metto al corrente:

L'attuale Consiglio di Biblioteca è stato nominato il 25 novembre 2004 (amministrazione Rolle) ed è così composto: Allasia Federica, Allasio Paolo, Pascai Antonella, Micheletti Viviana, Brero Patrizia, Martinotti Laura.

L'amministrazione Nepote, insediata con sentenza del TAR nel gennaio 2005 non ha modificato la composizione del Consiglio ad eccezione del Direttore (posizione divenuta vacante) nominato nel marzo 2005 (Diego Finelli).

Il 5 novembre 2009 l'attuale amministrazione ha richiesto ai gruppi consiliari (che erano due: uno di maggioranza e uno di minoranza) di designare i candidati per nominare un nuovo consiglio di biblioteca.  Il regolamento prevede che ci siano 6 consiglieri di biblioteca, di cui due nominati dalla minoranza.

Il 20 novembre 2009 sono state protocollate le comunicazioni dei gruppi consiliari con le designazioni alla carica di consigliere di biblioteca. I candidati per il consiglio di biblioteca del gruppo LCUPPT sono Enza Silvana Baldari e Antonio Fontana.

Il 12 ottobre 2010 il gruppo di minoranza LCUPPT ha presentato una proposta di ordine del giorno dal titolo: Rinnovo Consiglio di Biblioteca (per questo motivo si discuterà questo punto nel consiglio comunale di sabato). In effetti non è ancora stato rinnovato.

Il punto 4 è un punto “tecnico”, allego gli atti per maggior chiarimento, vi sono degli assestamenti di bilancio che a me dicono poco ma sono benvenuti commenti nel merito delle varie voci.

Il punto 5 scaturisce da una mia richiesta di far parte della Commissione Consiliare Consuntiva per la variante al Piano Regolatore. In realtà è stata una proposta fatta dall'attuale Sindaco che, prendendo atto dell'esistenza di un altro gruppo consiliare di minoranza con relativo capogruppo, ha ritenuto corretto inserirmi nella suddetta commissione.

Attendo eventuali commenti.
p.
LLL

alberto casale25 novembre 2010, 17:08
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Ciao a tutti, solo due piccole precisazioni sul punto 3:
in effetti, l'indicazione dei due nominativi ci era stata chiesta quando il gruppo di minoranza era ancora uno solo...
Passato praticamente un anno, il nostro gruppo ha ritenuto di chiedere l'inserimento all'Ordine del giorno del consiglio del punto "Rinnovo Consiglio di Biblioteca", proprio perchè è in carica da ormai 6 anni (noi non l'avevamo rinnovato quando siamo entrati in Amministrazione -gennaio 2005- perchè era stato nominato dalla precedente Amministrazione solo due mesi prima -novembre 2004- e non ci sembrava proprio il caso...)
L'amministrazione non era quella di Rolle, ma quella di Amateis...Il Direttore -Diego Finelli- è stato nominato da noi -credo- per la prima volta (La posizione di direttore non era "diventata vacante", lo era sempre stata!). Ovviamente, dal momento che sabato ri-nomineremo anche il direttore, mi auguro di poter confermare Diego, che ha lavorato in questi anni con competenza e passione.
Un invito a tutti a partecipare alle riunioni di Consiglio...sono aperte al pubblico.....(almeno fino al concorrere di 35 persone sedute +5 in piedi, o qualcosa del genere!! -scusate, non mi sono tenuto...ma la regolamentazione dell'accesso alla sala consigliare, seppur doverosa per ragioni di sicurezza, a volte, almeno per come è formulata, fa un po' ridere!).
Ciao
ALBERTO
fablam26 novembre 2010, 15:00
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Ciao Laura, in merito al punto 5 mi chiedevo, dato sarai inserita nella commissione, cosa ne pensi delle osservazioni della Regione, soprattutto ai punti 3.2 e 3.3, ossia Aree di completamento Rvi 1-3-5-6-11/Rec 1-3-4-7-9-10 e Aree residenziali di nuovo impianto PEC 1-2-3.

Grazie
Laura LaLunga27 novembre 2010, 14:16
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Ciao Fabio,
strano che tu chieda a me un'opinione sulle osservazioni al PIano Regolatore. Mi sarei invece aspettata che fossero i nostri ex amministratori a dare spiegazioni sul perchè sia stato predisposto un P.R che contempla un aumento del 50% di consumo del suolo lacassese rispetto all'esistente.

Ritengo che le mie opinioni riguardo a eventuale edificabilità di un terreno alla Mattodera piuttosto che di uno in prossimità del Parco della Mandria, siano del tutto ininfluenti, senza contare che chi ci sta leggendo, delle sigle che tu hai scritto, non ne ricava una cippa.

Per chi non fosse al corrente, il Piano Regolatore formulato dall'Amministrazione Nepote ed inviato in Regione è stato rispedito al mittente corredato da una quindicina di pagine di osservazioni (più che osservazioni, correzioni da effettuare)

Nonostante non abbia esperienza di Piani Regolatori ho inteso il succo del discorso e della tirata di orecchie della Regione Piemonte, cito:

PUNTO 3: OSSERVAZIONI (omissis) Con riferimento al dimensionamento residenziale si evidenzia che l'incremento previsto, seppure il comune di La Cassa sia compreso negli ambiti di "diffusione urbana" individuati dalla pianificazione sovraordinata, risulta molto consistente, non solo per l'aumento di capacità insediativa residenziale proposta, ma anche, e soprattutto per l'elevato consumo suolo che comporta, dovuto in parte al modello abitativo scelto, estremamente diffuso ed a bassa densità, che determina un notevole impegno di suolo. A fronte di circa 20 ettari di territorio attualmente urbanizzato nel territorio comunale si propone infatti di utilizzare nuove aree per una superficie totale pari a 10 ettari, con una evidente sproporzione rispetto all'esistente.
Considerate anche le forti valenze paesistico ambientali del territorio di La Cassa, sito in prossimità del Parco Regionale della Mandria (ed in parte in esso compreso) e l'elevata qualità naturalistica del suo territorio, testimonianza anche della spiccata vocazione ricreativa del Comune che ospita due campeggi ed alcuni centri agrituristici, si ritiene necessario un ripensamento quantitativo delle aree residenziali proposte, in coerenza con quanto esposto nei paragrafi seguenti.

Non sono io a dover dare un parere nel merito, io dissento sul senso stesso che è stato dato al Piano Regolatore, sulla mancanza di difesa del nostro territorio a scapito della cementificazione ed in nome di ritorni monetari con oneri di urbanizzazione.

Proprio la lista La Cassa Un Paese per Tutti aveva organizzato un incontro con Mercalli, ricordate? Ricordi Fabio che cosa aveva detto Mercalli? Quando si cementifica un terreno, nel caso lo si volesse poi recuperare non basterebbe un'era geologica, UN'ERA GEOLOGICA.

Questa politica che porta ad asfaltare boschi e prati è una violenza perpetrata al nostro territorio che non sarà mai sanabile, che durerà millenni e che con una politica più lungimirante e più rispettosa dell'ambiente avrebbe potuto essere evitata.


fablam27 novembre 2010, 16:57
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Accidenti che veemenza Laura!
Ti sembra strano che io chieda a te qualcosa? Dato che sei stata inserita nella commissione del piano regolatore mi sembrava più che logico chiederti un opinione ed eventualmente delle prospettive: noto con dispiacere un tono insofferente in questa tua risposta, lo stesso tono che ho notato quando hai risposto a Silvana in un'altra discussione, forse nè io nè lei abbiamo un'abilitazione a porti domande o a fare osservazioni che hanno invece altri utenti di questo sito, con i quali si interloquisce in un modo molto più pacato? Non penso proprio, perchè non è nello spirito di questo sito! Allora mi chiedo il perchè di queste risposte taglienti... ma non penso che interessi ad altri e mi terrò il dubbio :-D

Che le tue opinioni siano influenti o meno, lascia che siano gli altri a deciderlo.

Riguardo alle sigle, la mia era una domanda specifica rivolta a te, poichè eri tu ad essere stata inserita in una commissione, e non gli utenti di questo sito.
Semmai la tua risposta doveva essere rivolta a tutti gli utenti, ma noto con dispiacere che a parte una dichiarazione generale di intenti e un attacco al lavoro svolto dagli altri non c'è nessuna opinione nel merito specifico.

Per quanto riguarda le spiegazioni dovute dagli ex amministratori "cementificatori" mi pare che sia durante le riunioni del gruppo (ai tempi in cui anche tu ne facevi parte) e anche (mi pare) in due assemblee pubbliche e inoltre in volantini e nello stesso LCVN sia stato più volte descritto l'iter e gli aspetti del piano regolatore (è stato uno dei punti più dibattuti nella scorsa legislatura), mi chiedo come mai queste aspre critiche arrivino ora e non siano state fatte a suo tempo, quando chi stava predisponendo il piano ti avrebbe dato tutte le risposte necessarie.

Venendo allo specifico, ho paura che chi abbia opposto quelle osservazioni da te evidenziate (e immagino del tutto approvate) non abbia bene idea della conformazione del territorio di La Cassa nè delle sue peculiarità, ma si sia limitata ad una visione asettica della situazione: infatti (come immagino tu saprai) il territorio di La Cassa è all'incirca al 75% o in zona di preparco della Mandria (inedificabile) o in zone a rischio di dissesto idrogeologico (forse il termine è inesatto, ma mi pare sia questo), altresì inedificabili.
Il rimanente 25% è potenzialmente edificabile, di cui la metà è già edificato, stiamo parlando quindi dell'edificazione potenziale del 10%-12% del territorio totale, a fronte di un 75% inedificabile in eterno.

Inoltre a La Cassa il rapporto metri quadri/metri cubi varia tra 0,2 a 0,8 (ma immagino tu sappia anche questo), un limite molto basso (in molti paesi, compreso e soprattutto quello che tu hai portato ad esempio di piano regolatore a impatto zero si va da 1,2 a 1,5).

Inoltre non bisogna sottovalutare due altri fattori che sono secondari, ma neanche poi così tanto:

- il primo, è l'inversione del trend di afflusso di popolazione dalle campagne alle città, che se è stato fino a vent'anni fa verso le città, ora, con la crisi delle industrie, il degrado urbano delle periferie e per altri motivi, si è invertito, con un ritorno della popolazione alle campagne

- il secondo è economico (quel motivo che tu dipingi come solo ed esclusivamente negativo verso la fine del tuo post), ossia che dopo l'eliminazione dell'ICI e i continui e pesanti tagli ai fondi per i Comuni, l'unico gettito (a meno che non si vogliano inserire TASSE COMUNALI, come è accaduto nuovamente nel piano regolatore a impatto zero da te indicato) è l'onere di urbanizzazione; praticamente solo più con questa entrata (o con l'indebitamento) i Comuni sono messi in condizione di erogare i servizi essenziali ai cittadini.

Perciò a meno che non si voglia scavare una trincea attorno al territorio di La Cassa e avvertire che non sono ammessi "immigrati" e a meno che non si trovino fonti di finanziamento alternative per i servizi essenziali da erogare ai cittadini, bisogna mettere mano al piano regolatore.

A mio parere l'Amministrazione Nepote ha avuto la lungimiranza, con quello che a mio parere erroneamente la Regione definisce "un incremento consistente", di definire una volta per tutte il territorio edificabile a La Cassa, oltre a cui non si può andare, nè ora nè mai più (a meno che non scompaia il Parco della Mandria o si risolva il rischio di dissesto idrogeologico): una scelta saggia, a fronte invece magari di una scelta di comodo, ossia aumentare un pochino, per poi fare una sequenza di varianti successive, più "vendibile" al consenso della popolazione, ma ipocrita.

E' tanto facile, Laura, parlare estremizzando: non si costruisce nulla, o si costruisce dove si vuole (vedi Givoletto).
Assai più difficile è fare come la precedente Amministrazione ha fatto: ossia conciliare le esigenze ambientali, economiche e di sviluppo.

Per di più, mi permetto di aggiungere che difendere il territorio dall'edificazione, e poi lasciarlo nel degrado nel quale versano i nostri boschi, è una difesa di facciata, facile, di pura gestione del consenso.
Basta andare a chiedere a qualsiasi anziano di questo paese di descrivere come erano i boschi di trenta o quaranta anni fa: ben tenuti, tagliati dove si doveva, con un sottobosco rigoglioso. Questo perchè? Perchè si tagliavano gli alberi, si rastrellavano le foglie, si mantenevano i boschi insomma.
Il cieco ambientalismo che ha dilagato in ogni dove (non solo a La Cassa) ha fatto si che tutto ciò non avvenisse più (oltre ovviamente alla maggiore facilità di stare seduti in ufficio rispetto allo spaccarsi la schiena nei boschi): un ambientalismo accurato, avrebbe sicuramente valutato in maniera migliore quello che era un bene, e non un male per l'ambiente.

Amministrare un paese, anche piccolo, non è estremizzare per raccogliere consenso, ma è conciliare le esigenze di tutti per raccogliere buona amministrazione.

Ma sono certo che una volta nella commissione saprai portare a conoscenza di tutti un piano volto a preservare l'ambiente tenendo conto anche degli altri innegabili fattori, e ti auguro buon lavoro.
Laura LaLunga28 novembre 2010, 10:00
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Caro Fabio,
anche no, grazie.
Laura
fablam28 novembre 2010, 13:33
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Cara Laura, perchè no?
Continuerò a farti domande e a chiederti opinioni, perchè è un diritto di tutti gli utenti, ma non conterò i giorni passati prima di una risposta come fa Italo con le risposte che deve ricevere da LCUPPT, è indelicato!

Al tuo anche no, grazie rispondo:

"Magari si, prego!"
alberto casale29 novembre 2010, 16:07
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Ciao a tutti, ciao Laura, è noto che di computer non ci capisco niente… ma di urbanistica, anche se non è il mio ambito specialistico, credo di capirci un po' di più (pertanto, poco più di niente) ma cerco ugualmente di spiegare alcune cose ai lettori di questo sito, che ora evidentemente penseranno alla precedente amministrazione comunale (quella di cui ero vicesindaco) come a una manica di cementificatori (pure incapaci, se la Regione “tira le orecchie”) ed asfaltatori di boschi e prati (siamo a Givoletto?).
Messa come l'abbiamo letta su questo sito, non ci aiutiamo a conoscere e a capire come stanno le cose.
Allora, da dove iniziare? Cerco di dare alcuni spunti (e poi sarò ben disponibile ad un incontro con chi vorrà, per entrare più nel merito e nel dettaglio delle scelte, sempre che la cosa non sia ritenuta superflua da chi ha già giudicato a priori…).
Premessa indispensabile: amministrare (e noi ce ne siamo accorti sulla nostra pelle!) vuol dire cercare il miglior compromesso possibile tra i costi e i benefici…banale ma forse non così scontato. Amministrare un comune piccolo comporta problematiche NON piccole, perché la casistica dei problemi è inferiore come quantità, ma non come varietà rispetto ad un comune più grande. Il Piano Regolatore è una delle problematiche (tra le più rilevanti, in verità) che ci si trova ad affrontare.
Il nostro Piano Regolatore nasce negli anni '80 (progettista Ing. GAMERRO, ex presidente della nostra commissione edilizia), e prevede fin dall'inizio l'inserimento di nuove aree edificabili… Successivamente, la Prima Variante (stesso progettista) va a definire dettagliatamente gli interventi sui Vecchi Nuclei), mentre le successive terza e quarta (progettisti Archh. Cochis e Cellino) si configurano come Varianti più generali, con revisione delle aree di espansione. La giunta Rolle nel 2004 approva il preliminare della quarta Variante (stessi professionisti), con un piccolo problema: non avendo aggiornato il Regolamento Edilizio, la Variante sarebbe certamente respinta dalla Regione: cosa abbiamo fatto noi, quando siamo subentrati? Abbiamo REVOCATO la Quarta Variante, fatto un Regolamento Edilizio (la Regione l'ha recepito senza tirarci le orecchie!), e riadattato la Variante Generale (ora si chiama Quinta Variante), con criteri abbastanza simili alle precedenti, soprattutto con gli stessi professionisti (che noi avremmo volentieri sostituito, ma che –guarda guarda, anche qui per problemi di soldi stanziati!- abbiamo invece dovuto confermare per esigenze di bilancio).
Cosa abbiamo chiesto ai professionisti? Di fare una versione digitalizzata delle cartografie di Piano (prima non esisteva), sovrapponibile con mappe catastali, tracciati infrastrutturali (fogne, illuminazione, acquedotto…). Di seguito, di razionalizzare le aree residenziali seguendo il criterio che i lotti edificabili consentissero il completamento delle reti infrastrutturali (ossia, per esempio, le strade): in pratica, a La Cassa, ve ne sarete accorti, molte strade comunali sono cieche. L'idea –banale- era di completare i collegamenti stradali (es: Via Giordanino-Via delle Fonti-Via Costabella, Via Terando-via Valdellatorre,….) e di consentire l'edificazione solo su aree adiacenti alla viabilità pubblica. Inoltre si sono poste in essere operazioni di regolamentazione di aree già edificate, ma ancora collocate “ufficialmente” in area agricola, e di consentire la riconversione di aree già costruite (ce ne sono almeno tre, vado a memoria).
Si è anche cercato di capire, ragionando a lungo termine,  quale potesse essere il limite massimo di espansione di La Cassa e, in definitiva, quale potesse essere il futuro del nostro paese (in termini di popolazione e servizi).
Ebbene, tutto questo ha portato all'adozione del documento di P.R.G.C. sul quale la Regione ha “tirato le orecchie” al Comune.
Premettendo che tutto è migliorabile, e si può sempre fare di meglio, cosa contesta la Regione? In sostanza (dimostrando peraltro, dal mio punto di vista, una ridotta conoscenza del nostro territorio) che si costruisce occupando troppa superficie e utilizzando cubature troppo basse: è una visione rispettabile, che però ne sottintende una più preoccupante: ossia, che bisogna costruire più metri cubi su meno superficie (mi scuso con eventuali lettori che abitano in via Torino 24-26, ma avete presente il “Casone”? E' questo che vogliamo? Credo sia evidente, senza entrare nel merito estetico –bello o brutto- che un edificio così a La Cassa, c'entra come i cavoli a merenda!).
A La Cassa tutte le aree edificabili non consentono più di due piani fuori terra, con cubature che vanno da 0.31 a 0.84 mc/mq….fidatevi, sono cubature bassissime,…andatevi a vedere le cubature dei piani a espansione 0 (peraltro rispettabilissimi e fatti bene)! Ma sto andando in un discorso troppo specifico, per cui vi rimando all'incontro illustrativo.
Poi, andiamo a fare un ragionamento “ambientale” sul nostro territorio: non ho i numeri precisi, ma, ad occhio, abbiamo oltre il 50% del territorio comunale nel Parco della Mandria, e almeno il 30% del territorio in area montana (sono aree su cui MAI verrà prevista l'estensione di aree edificabili).
Poi, andiamo a fare un ragionamento sull'incidenza di superficie urbanizzata  rispetto al territorio comunale: ce lo dice la stessa Regione: abbiamo circa 20 ettari urbanizzati, con una variante che ne prevederebbe altri 10 (saranno in realtà il 25% in meno). Sapete l'estensione del territorio comunale? 1197 ettari, che equivale a dire che i lotti edificati o edificabili a La Cassa sono circa l'1.7% del territorio comunale (con una possibilità di aumento di circa lo 0.7%)… Ditemi voi se questo vuol dire cementificare o non avere rispetto e/o attenzione per l'ambiente… Tutti i punti di vista sono rispettabili, ci mancherebbe, però non credo possiamo essere tacciati di “cementismo”. Tenete anche conto che sono considerate superfici di espansione anche le aree, già urbanizzate, che risultavano in area agricola: queste aree, tra l'altro (paradossale, ma vero) avevano maggior possibilità di ampliamento di cubatura stando in area agricola che in area residenziale!
E' vero, Mercalli ci ha illuminato sull'argomento “consumo del territorio” e sulla sostanziale “non retrocessione” di aree edificate in aree agricole… Credete che questo non sia stato valutato? Liberissimi, ma la valutazione è stata fatta, eccome.
Andiamo poi a vedere alcune caratteristiche “virtuose” (è un mio parere, evidentemente) della Variante:
1)      si è data una impostazione seria alla Frazione Mattodera (prima si è chiesta ed ottenuta la fognatura da parte di SMAT, credo sia imminente la realizzazione, ah già, ma sarà merito della nuova Amministrazione!; poi si è pianificata la dotazione di aree pubbliche e di servizi, persino una piazzetta, pensate un po' (non in punta alla montagna, ma all'incrocio tra due strade!); poi si è studiata anche la possibilità reale di realizzazione delle opere pubbliche (un PEC, che vincola l'edificazione privata alla realizzazione delle opere pubbliche necessarie!). Tenete conto che questo sviluppo della Regione Mattodera consentirà la sopravvivenza delle strutture ricettive (Camping La Mattodera e Club le Betulle).
2)      si consente la riconversione di aree già compromesse: sono zone dove c'erano insediamenti artigianali, che diverranno zone residenziali (qui c'è il consumo 0 di territorio)
3)      non si sono ampliate le aree a destinazione industriale (anche qui, l'unica possibilità sarà riutilizzare aree già compromesse)
4)      il piano del commercio non consente attività commerciali superiori a 250 mq, e le localizza solo nelle aree urbanizzate dei vecchi nuclei.
5)      Sono stati individuati caratteri tipologici significativi da conservare nei Vecchi Nuclei; inoltre, tutti i beni architettonici ed ambientali su tutto il territorio sono stati censiti, in vista dell'inserimento nel catalogo dei beni di rilevanza tipologica, che permetterà l'accesso a fondi regionali; l'area storica della Torrassa e del Basso di La Cassaè stata perimetrata come area agricola particolare (primo passo per la tutela dei resti).
6)      Si sono individuati i tracciati possibili per i percorsi ciclopedonali, con particolare attenzione ai collegamenti tra le strutture ricettive e il capoluogo-il basso di La Cassa- il parco della Mandria.  

A margine del Piano Regolatore, ricordo una serie di progetti con l'ente Parco La Mandria, per lo sviluppo e la salvaguardia dell'area di fondovalle del Ceronda…
Un ultimo accenno all'utilizzo degli oneri di urbanizzazione: la nefasta pratica di usarne una parte per coprire le spese correnti del comune è stata utilizzata solo una volta (era marzo del 2005, e il comune era “piantato” dall'incertezza sulla  lista vincente alle elezioni del 2004); i bilanci che abbiamo fatto noi (dal 2006 al 2009) hanno utilizzato gli oneri solo per lo scopo per cui esistono: ossia finanziare la realizzazione delle urbanizzazioni primarie e secondarie (solo per darvi un numero, circa 600.000 € spesi nella scuola, senza utilizzare il contributo regionale, che, arrivato a due anni di distanza dalla richiesta, consentirà ora all'attuale Amministrazione di completare l'intervento).
Io sono il primo a criticare me stesso e le cose che faccio: si può sempre fare meglio, e credo che la direzione della riconversione dell'esistente sia, sul medio periodo, la via maestra da seguire: mi/vi pongo una domanda: è già questa la fase in cui La Cassa debba gestirsi senza ulteriore espansione? Questa fase dal mio punto di vista si verifica quando le previsioni di crescita (previsioni statistiche e basate sullo studio dei flussi di emigrazione ed immigrazione) possano essere gestite con la disponibilità di vani ed edifici già esistenti… questo è quello che è successo a Cassinetta di Lugagnano… Siamo già a questo punto, a La Cassa? Lascio aperta la questione…
Scusate la lunghezza, ma credo sia quantomeno fuori luogo definirci dei “cementificatori”… a meno che non venga interpretato come “cementificazione” l'intervento che abbiamo sperato potesse essere realizzato sulla Cascina Pralungo Inferiore (la ristrutturazione in centro benessere), con tutta una serie di ritorni come posti di lavoro, oneri di urbanizzazione, utilizzo delle strutture per il comune, promozione dei prodotti locali…., intervento che avrebbe comportato INCREMENTO 0 di cubatura, e recupero di una Cascina storica (dove la nostra Amministrazione ha posto precisi vincoli…), ma di questo ho già parlato precedentemente. Comunque, per chi si fosse preoccupato per l'entità dell'intervento…tranquilli, credo sia “saltato” tutto…a breve avremo una bellissima cascina storica… in rovina!  
C'è già troppa roba…scusate la lunghezza, vedo come sono messo prossimamente e a breve vi faccio una proposta di incontro sul Piano Regolatore.  
Ciao a tutti
ALBERTO
marco 29 novembre 2010, 22:07
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 mi inserisco anch'io nella discussione senza intervenire sul caso del Prgc di La Cassa ma in modo un po più generale. 
Non mi piace innanzitutto l'idea della crescita zero mi sembra antistorica ed un pò irrealizzabile , da che mondo è mondo ogni città piccola o grande che sia è "condannata" , se non si costruisce / rinnova vuole dire che in tale periodo storico si assiste a declino e nessuno ama il declino. Ciò non toglie che bisogna fare un uso cosciente del territorio (vedo comunque il caso  Cassinetta uno spot per il suo sindaco e basta in quanto ho letto che tale comune quasi raddoppierà comunque i suoi abitanti sopratutto grazie alla ricchezza di aree di completamento residuali del precedente strumento urbanistico).
La legge urbanistica in vigore, che non amo particolarmente peraltro, ha almeno il merito di sovraordinare i vari Piani urbanistici e da comunque il potere all'organismo sovraordinato di imporre delle modifiche quando i piani proposti non rispondono in pieno alla normativa di livello superiore provocando quasi sempre le rimostranze di chi il piano lo propone (ed in effetti la protesta "ma loro non conoscono la nostra realtà" è normalmente la più gettonata - ma va bene così - fa parte del gioco). Detto questo , ora - dopo più di trent'anni di applicazione questa legge mostra alcuni limiti, il principale è che non dà realmente ai Comuni i mezzi per realizzare le necessarie opere che rendono armonico l'inserimento del nuovo residente ma tali fondi vengono attualmente spesso  distratti per altri usi per la spesa corrente per via della demagogica abolizione dell'ICI operata dagli ultimi governi.
Comprendo quanto fare il Sindaco sia un lavoro difficile di questi tempi ...
Il risultato è vedere come in certi comuni (non questo per fortuna) si vedono graziose e costose villette a cui si accede utilizzando meno graziose stradine che ricordano un safari. 
La cosa che più mi indigna di tutto ciò e che tale operazione progettuale , politica ecc. favorisce sopratutto un soggetto tra tutti quelli coinvolti , vale a dire il proprietario del fondo edificabile il quale realizza un'enorme plusvalenza in forza di un iniziale atto di legge un terreno che poteva essere un pascolo aumenta improvvisamente di valore senza che sia intervenuta alcuna trasformazione dello stesso , chi viene dopo sostiene in toto  i costi urbanistici della trasformazione mentre la collettività nel suo insieme sostiene i costi della progettazione urbanistica stessa (che mi fa accapponare la pelle ogni volta che ne ho notizia). 
In Francia ad esempio è il Comune a convenzionare il prezzo dei fondi che devono essere venduti con progetto di massima approvato ed oneri pagati , il sistema consente anche di impedire l'evasione fiscale, il risultato è che una villetta nella regione Rhone Alpes , nostra confinante, costa mediamente meno che qui e che il comune ricava il necessario per fare delle vere urbanizzazioni. In italia , come è noto, il convezionamento dei prezzi si applica sul venduto lasciando mano libera ai prorietari dei fondi di imporre prezzi massimi che spesso si riperquotono sulla qualità di quanto costruito o che favoriscono pratiche quali la vendita con quote prezzo versate "in nero" e cose simili. Insomma sarebbe giusto che i proventi dell'edificazione andasse sopratutto a beneficio dei singoli, degli operatori del settore, delle comunità piuttosto che a coloro il quale unico merito è l'avere il possesso del territorio e che realizza cospiqui introiti senza letteralmente muovere un dito. 
diego finelli30 novembre 2010, 09:09
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Grazie a Alberto, per la spiegazione ampia e dettagliata e soprattutto per la completa assenza di toni o spunti polemici.
A prescindere da come uno la pensi (crescita zero vs costruire più che si può; espansione abitativa verticale vs espansione orizzontale; costruire subito tutto il costruibile vs costruire molto lentamente; ecc.) ritengo importante mantenere aperta la possibilità di confronto e scambio, e apprezzo molto la disponibilità all'approfondimento, perché quello che mi spaventa un po' è la sensazione che si navighi a vista, che si proceda a tentoni (perché non ci sono soldi, perché le persone che si impegnano sono poche, perchè è difficile spiegare le cose, ecc.); mi piace pensare, invece, che, anche se opinabile perfettibile, ci sia un disegno, un programma, un'idea di sviluppo del paese e della comunità e che chi amministra (o si candida a farlo) ce l'abbia in testa e  faccia crescere, comunichi, condivida, questo disegno. Anche attraverso lacassa.net. (in molti modi, per esempio con questo wiki)

La modalità di intervenire di Alberto mi fa ben sperare che non tutti, all'interno di La Cassa un paese per tutti – associazione di cui io stesso faccio parte, pensino che questo sito sia una cassa di risonanza solo per qualcuno, bensì un'interessante strumento di comunicazione e informazione, aperto a tutti (anche allo scontro tra parti che faticano davvero a dialogare).

Per concludere: torniamo ai contenuti, proviamo, ciascuno di noi, a non far domande presupponendo di conoscere già le risposte (o le non risposte). Se no non si va da nessuna parte.

Chiudo, quindi, con qualche domanda: possiamo affermare con certezza che gli oneri di urbanizzazione a La Cassa NON vengono (e non verranno) utilizzati per le spese correnti? Ho capito bene? Se la risposta è sì, ne consegue che “costruiamo perché altrimenti il comune fallisce” è un'affermazione che non sta in piedi, giusto?

Buona giornata a tutti
fablam30 novembre 2010, 11:45
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Io trovo che l'espressione "erogare i servizi essenziali ai cittadini" sia differente da "spese correnti".

Nelle spese correnti rientrano anche i toner per le stampanti e la carta, giusto per esempio; non mi sembrano servizi essenziali per i cittadini.

Nè mi sembra che si sia mai parlato di fallimento dei Comuni, ma di indebitamento, che non implica per forza di cose il fallimento.

Se invece la tua frase Diego era intesa a semplificare il concetto, come non detto e va benissimo così.
Laura LaLunga30 novembre 2010, 16:36
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Grazie Alberto per la tua spiegazione molto chiara. So che vi sono già stati altri incontri durante la stesura del piano regolatore ma credo che uno in più, in questa fase finale, non guasterebbe.

Per prima cosa mi devo scusare con voi per avervi dato dei cementificatori. Non era mia intenzione offendere nessuno ma da quanto ho letto nel documento delle osservazioni della Regione Piemonte, il nostro piano regolatore dà proprio questa impressione e il tono della premessa (quella che ho riportato nel mio primo intervento su questo sito) mi sembrava proprio quella di una tirata di orecchie.

Non conosco i professionisti che hanno redatto tale documento, ma siete già in due a dire che evidentemente non conoscono il nostro territorio, mi pare strano che persone messe lì apposta per fare questo lavoro non conoscano la realtà delle cose (sono un'inguaribile ottimista che pensa che tutti facciano bene il loro lavoro) ma sicuramente tu hai più esperienza di me in queste cose.

Ma entriamo nel merito della discussione: nella prima riunione della commissione consiliare sul piano regolatore (ha un nome più lungo ma l'abbrevio così), ho però sentito io stessa che gli oneri di urbanizzazione servono per manutenere le strade e le infrastrutture comunali e che altrimenti non si saprebbe da dove prendere i soldi necessari.

Ho fatto presente (ma era ovvio) che questo modo di operare è una spirale che non ha mai fine perchè finiti gli oneri di urbanizzazione ricavati da una variante se ne dovrà fare un'altra per rimpolpare le casse del Comune. Da questo ragionemento e dalle osservazioni della Regione Piemonte ho realizzato che il nostro PR così com'è tende a cementificare il più possibile senza soluzione di continuità, per sempre, fin che si può.

Mi è stato risposto che si finirà per accorpare tutti i Comuni che si estenderanno uno a ridosso dell'altro fino a dover per forza unirsi in aree urbanizzate e che quindi comuni piccoli come La Cassa, San Gillio, Givoletto etc. spariranno.
A questo punto mi chiedo se quindi non si poteva, come dice Biagio, pensare sin dall'inizio ad un PR sovracomunale.

Per quanto riguarda la frase "se non si costruisce il comune fallisce", l'ho sentita dire dalla scorsa amministrazione e da questa, non me la sono inventata, giuro! :-)

Un altro dubbio che mi assale a cui spero qualcuno risponda: vi è richiesta di tutte queste case? So che a Givoletto molte delle nuove villette a schiera costruite sono ancora invendute (informazione che ho avuta da un'agente immobiliare della zona). Ma forse anche se non venissero occupate, la loro funzione primaria (generare oneri di urbanizzazione) sarebbe assolta.

So di essere una spaccamarroni ma per lo meno alcune cose si stanno chiarendo e, pur non essendo d'accordo, in linea di massima, ad abbattere boschi e asfaltare prati (senza se e senza ma), sono anche consapevole che amministrare non è un lavoro semplice. Per questo ancora mi scuso se non ho valorizzato il vostro lavoro.

Penso però che un po' di condivisione in più della "strategia" amministrativa, della pianificazione del territorio, forse avrebbe stimolato a trovare soluzioni alternative alla costruzione di nuove case. Come dice la Regione Piemonte (ma forse, come dite voi, non conoscono il nostro territorio), il nostro Comune ha vocazione al turismo (non solo con i due campeggi ma con le passeggiate che si potrebbero ripristinare o creare in giro per i monti e a ridosso della Mandria), vi sono degli agriturismi. Forse si potrebbe pensare di far conoscere il nostro paesello creando delle peculiarità e quindi attirando finanziamenti dagli enti sovracomunali.

Che dite, se non riusciamo a scampare questa quinta variante, possiamo pensare di non farne una sesta (come per altro mi è stato annunciato)?

pace
LLL

Stefano30 novembre 2010, 21:37
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Ciao Dunque ho letto purtroppo il post di alberto casale e così ho scoperto che: “al fine di razionalizzare le aree residenziali seguendo il criterio che i lotti edificabili consentissero il completamento delle reti infrastrutturali (ossia, per esempio, le strade): in pratica, a La Cassa, ve ne sarete accorti, molte strade comunali sono cieche. L'idea –banale- era di completare i collegamenti stradali (es: Via Giordanino-Via delle Fonti-Via Costabella, Via Terando-via Valdellatorre,….) e di consentire l'edificazione solo su aree adiacenti alla viabilità pubblica”.   Guardando la mappa di La cassa ne viene fuori in questo modo un bel raccordino anulare indispensabile per la viabilità del paese. Così invece di ripristinare i sentieri in mezzo al bosco e renderli percorribili per un ipotetica passeggiata (per esempio) tra il campeggio e il sentiero naturalistico (che parte dalla fine di via delle Fonti fino alla Aris o Costabella) e quindi valorizzarla, noi la usiamo prima come area di caccia (!!?) poi adesso asfaltiamo e di conseguenza allarghiamo i sentieri e rendiamo edificabile la zona adiacente alla viabilità pubblica.   Una passeggiata con una vista PANORAMICA mozzafiato sulla pianura di Torino per quasi tutto il tragitto da fare invidia a qualsiasi paese nei dintorni. Tra l'altro alla domenica, giorni festivi e mesi estivi i suddetti sentieri sono frequentati da parecchi turisti non solo stranieri e parecchi appassionati di mountain-bike.   Se fosse veramente così e spero proprio che qualcuno mi contraddica, ritengo che agire in questa maniera significa essere dei “cementificatori” o meglio non avere rispetto e/o attenzione per l'ambiente.   Spero di sbagliarmi… Saluti.  
Laura LaLunga 1 dicembre 2010, 08:54
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Si è vero, anche io ho sentito in riunione di commissione parole di questo tipo a riguardo delle strade che attualmente finiscono nei boschi. E anche io ho pensato che forse non è la viabilità automobilistica  a dover essere  incentivata con nuove rotonde, nuove strade, ma sarebbe bello prevedere vie e sentieri ciclopedonali per congiungere le frazioni e per inoltrarsi nella natura.

Forse potremmo ancora essere in tempo per non mettere in atto questa parte del piano regolatore, sempre che vi sia una volontà coesa e abbastanza forte da proporlo alla Maggioranza in amministrazione.

Frequentando il sito "stop al consumo del territorio" ho letto svariati e interessanti articoli su come poter pianificare una crescita a volume pressochè zero. Potrebbe essere uno spunto per gli amministratori, solo un'idea, per carità, per conoscere realtà differenti alla nostra e le soluzioni che hanno adottato.

A questo proposito mi pare molto interessante l'articolo I tecnici e i Regolamenti Urbanistici a volume zero nel quale si informa che Firenze si è dotato di un regolamento edilizio a volume zero. Ma se ci riesce una città come problematica come Firenze, non possiamo provarci anche noi?


alberto casale 1 dicembre 2010, 12:29
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Ciao a tutti, una breve precisazione a Laura e a Stefano...
Laura, la mia affermazione sulle persone che conoscono poco il territorio non è riferita agli urbanisti che hanno redatto il Piano Regolatore (ci mancherebbe..., è la quarta variante che redigono! Nei loro confronti ho solo detto che sono stati confermati per questioni di economie di bilancio....), ma al funzionario regionale che ha scritto la lettera di osservazioni (quando ne parleremo documenti alla mano, questa cosa si potrà vedere senza problemi). In ogni caso, leggere un Piano Regolatore è una cosa estremamente difficile.... da capire e soprattutto da spiegare.... infatti, cercando di spiegare una cosa, ho spinto Stefano a capire un'altra cosa...non c'è nessun raccordino anulare, solo il tentativo di far rientrare nell'ambito della ragionevolezza alcune situazioni critiche.
La riflessione che traggo è la seguente: VEDETE COME E' MEGLIO PARLARNE INSIEME AVENDO I DOCUMENTI A DISPOSIZIONE e POTENDOLI ESAMINARE? E' proprio per questo che propongo un momento di approfondimento.
Vorrei solo ribadire che di queste cose (la Variante di Piano ha un iter  che dura ormai da tre anni e mezzo... pensate che a Druento è stata approvata dopo 18 anni!) se ne è ampiamente parlato nelle assemblee pubbliche che regolarmente la nostra Amministrazione ha fatto (in media 1 ogni 3 mesi circa): per questo vedo come necessario trovarci per conoscere e capire (e anche criticare, ci mancherebbe!)
Sugli oneri: non sono invenzioni demoniache: sono pressochè l'unica fonte di finanziamento per fare le opere pubbliche (e si pagano anche per interventi su fabbricati esistenti).  Confermo che l'azzeramento degli oneri paralizzerebbe il Comune ("fallimento" è un termine paradossale, evidentemente), in particolare perchè impedirebbe di fatto la realizzazione delle urbanizzazioni e delle opere pubbliche, dipendendo totalmente da finanziamenti di Enti superiori o di soggetti privati (i finanziamenti tendono alla diminuzione...).
Confermo che i nostri 4 bilanci (e, da quello che abbiamo visto in consiglio, anche quelli dell'attuale Amministrazione) hanno destinato interamente i proventi degli oneri alle opere, e non a pagare gli stipendi dei dipendenti...
Buona giornata a tutti.
ALBERTO

Stefano 1 dicembre 2010, 19:59
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Politichese. Ciao Alberto Innanzitutto volevo ringraziarti per la pazienza , la voglia e la maniera garbata con cui rispondi. Il raccordo anulare era un' esagerazione e anche “cementificatori”.Anche se… Certo che però  leggere “ solo il tentativo di fare rientrare nell'ambito della ragionevolezza alcune situazioni critiche” mi  sembra di sentir parlare politichese ossia un linguaggio con cui si parla ma alla fine si fa capire molto poco. Inoltre visto la mia ignoranza sull'urbanistica e non solo, mi sorgono d'istinto 2 domande :ma ste cavolo di strade le vorrebbero fare ? E se sì attorno ad esse dopo, si potranno costruire case? Sarebbe interessante partecipare  ad un futuro momento di approfondimento, così potrò capire bene ciò che propone questo piano regolatore. Saluti.
fablam 2 dicembre 2010, 01:37
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Ciao Laura, mi permetto ancora di risponderti:

Non conosco i professionisti che hanno redatto tale documento, ma siete già in due a dire che evidentemente non conoscono il nostro territorio, mi pare strano che persone messe lì apposta per fare questo lavoro non conoscano la realtà delle cose (sono un'inguaribile ottimista che pensa che tutti facciano bene il loro lavoro) ma sicuramente tu hai più esperienza di me in queste cose.

Nè io nè Alberto mettiamo in discussione la professionalità di chi ha redatto il documento della Regione, semplicemente affermiamo che non hanno contestualizzato la Variante, ma l'hanno analizzata asetticamente, senza entrare nel merito, non so come spiegare... proviamo così: è come leggere una guida turistica della Croazia e giudicare sulla qualità di quello Stato senza esserci mai stati; rende l'idea?

Ma entriamo nel merito della discussione: nella prima riunione della commissione consiliare sul piano regolatore (ha un nome più lungo ma l'abbrevio così), ho però sentito io stessa che gli oneri di urbanizzazione servono per manutenere le strade e le infrastrutture comunali e che altrimenti non si saprebbe da dove prendere i soldi necessari.

E' assolutamente vero, ancor più vero da quando gli introiti comunali si sono assottigliati e le spese moltiplicate.

Ho fatto presente (ma era ovvio) che questo modo di operare è una spirale che non ha mai fine perchè finiti gli oneri di urbanizzazione ricavati da una variante se ne dovrà fare un'altra per rimpolpare le casse del Comune. Da questo ragionemento e dalle osservazioni della Regione Piemonte ho realizzato che il nostro PR così com'è tende a cementificare il più possibile senza soluzione di continuità, per sempre, fin che si può.
No, non si cementifica per sempre, ma, grazie proprio al lavoro svolto dalla scorsa Amministrazione, entro ben precisi LIMITI e con precise tecniche e precisi standard edificativi (e con una cubatura davvero minima).

Mi è stato risposto che si finirà per accorpare tutti i Comuni che si estenderanno uno a ridosso dell'altro fino a dover per forza unirsi in aree urbanizzate e che quindi comuni piccoli come La Cassa, San Gillio, Givoletto etc. spariranno.
A questo punto mi chiedo se quindi non si poteva, come dice Biagio, pensare sin dall'inizio ad un PR sovracomunale.


Guarda, sarebbe bello, ma è impossibile (sembra una vecchia canzone):

1) Non so se Givoletto sia d'accordo :-D (se riuscissi a convincerli potresti dirmi dal giorno dopo che sai fare i miracoli, e io ti crederei)
2) E' un parto travagliato e burrascoso quello di UN Comune solo... non oso pensare quello di 3-4 Comuni.
3) L'accorpamento è facile a parole, molto difficile nei fatti!

Un altro dubbio che mi assale a cui spero qualcuno risponda: vi è richiesta di tutte queste case? So che a Givoletto molte delle nuove villette a schiera costruite sono ancora invendute (informazione che ho avuta da un'agente immobiliare della zona). Ma forse anche se non venissero occupate, la loro funzione primaria (generare oneri di urbanizzazione) sarebbe assolta.

Non so se hai sentito oggi al telegiornale (e viva LA7 e Mentana!) dei singolari sciopero+manifestazione degli impresari edili e dei lavoratori edili (una cosa mai vista, è come se Marchionne manifestasse insieme alla FIOM): l'edilizia occupa 3 milioni di Italiani ed è l'11% del nostro PIL.
Non è tanto domandarsi se c'è bisogno di case, ma domandarsi cosa succederebbe se non si costruisse più!
Ora è chiaro che l'ambiente va preservato, e su questo non ci piove, è sacrosanto: ma facciamo attenzione a non andare troppo all'estremo, perchè se si estremizza qualcosa, si schiaccia fisiologicamente e inderogabilmente qualcosa d'altro!
Non si può pretendere di avere il massimo di tutto, il bilanciamento è assolutamente essenziale, sempre!

So di essere una spaccamarroni ma per lo meno alcune cose si stanno chiarendo e, pur non essendo d'accordo, in linea di massima, ad abbattere boschi e asfaltare prati (senza se e senza ma), sono anche consapevole che amministrare non è un lavoro semplice. Per questo ancora mi scuso se non ho valorizzato il vostro lavoro.


Ma penso che nessuno nella scorsa Amministrazione fosse a FAVORE dell'abbattimento dei boschi e dell'asfalto ovunque! Mi sembra assolutamente banale e ovvio ribadirlo! Qui non si tratta, ripeto, di essere dei cementificatori, ma di bilanciare (giuro poi non lo scrivo più) interessi contrapposti cercando di ottenere risultati positivi.

Penso però che un po' di condivisione in più della "strategia" amministrativa, della pianificazione del territorio, forse avrebbe stimolato a trovare soluzioni alternative alla costruzione di nuove case.


Su questo Laura permettimi di sollevare qualche dubbio: cosa intendi per "strategia" amministrativa della pianificazione del territorio?
Se intendi che durante la stesura del Piano Regolatore si dovessero fare assemblee pubbliche di informazioni mi trovi pienamente d'accordo ed è proprio così che è stato fatto dalla scorsa Amministrazione.
Se invece intendi che l'Amministrazione doveva affrontare la stesura del Piano Regolatore in concerto con la popolazione... beh questo sarebbe stato non solo improbabile, ma deleterio (a mio parere), per questi motivi:

a) la nostra Repubblica è basata sulla democrazia indiretta, ossia tramite rappresentanza (altrimenti cosa andremmo a votare alle elezioni?), non sulla democrazia diretta, che è semplicemente impraticabile (e non so nemmeno quanto sia positiva, ma è un altro discorso)

b) se anche ci fosse democrazia diretta, la popolazione avrebbe mai le competenze tecniche per dare consigli veramente operativi? Concordo che la voce della popolazione sicuramente è utile, ma fino ad un certo punto, ossia è utile fino a quando solleva un problema al quale deve essere data una risoluzione tenendo in debito conto l'interesse pubblico, quello privato e le risorse.

c) non si finirebbe mai più di discutere sul Piano Regolatore: cercando di recuperare un "torto" (in senso lato) o cercando di risolvere un problema singolo (vedi edificabilità o meno, terreno agricolo o boschivo, qualsiasi cosa) creeresti un altro problema e un altro "torto", in una spirale qui si infinita!

Informare si, raccogliere spunti anche (eccome), ma codecisione è sinonimo di ingovernabilità e caos in questo caso.

Come dice la Regione Piemonte (ma forse, come dite voi, non conoscono il nostro territorio), il nostro Comune ha vocazione al turismo (non solo con i due campeggi ma con le passeggiate che si potrebbero ripristinare o creare in giro per i monti e a ridosso della Mandria), vi sono degli agriturismi. Forse si potrebbe pensare di far conoscere il nostro paesello creando delle peculiarità e quindi attirando finanziamenti dagli enti sovracomunali.

Questo è nel programma di LCUPPT, quindi concordo.

Che dite, se non riusciamo a scampare questa quinta variante, possiamo pensare di non farne una sesta (come per altro mi è stato annunciato)?


Questo non dipende più da noi, ma da chi Amministra attualmente... noi non possiamo far altro che far sentire la nostra voce, sperando di poter contrastare la maggioranza senza dover alzare gli scudi per pararsi dall'altra minoranza, come accade troppo spesso.



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