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Sportin: qualcosa cambia?
italo losero


A me piace molto l'area dello sportin: una bella zona di verde dedicata allo sport e alle feste dove un tempo c'erano solo sterpaglie. Capita però una cosa strana: ogni volta che se ne parla suscita reazioni al di sopra delle righe; con chiunque se ne parli, l'argomento genera immediatamente il surriscaldamento degli animi.

Perchè, secondo voi? Questa è la prima domanda alla quale ne seguiranno altre perchè per me lo sportin oltre ad esser eun bel posto è un gran nugolo di domande.

Per questo voglio mettere in pubblico quelle che sono le mie riflessioni in modo che possano essere integrate con quelle di chi ne sa più di me nel momento in cui l'amministrazione comunale sta procedendo  a scelte importanti e non sento alcun dibattito sull'argomento.

In questo modo, inoltre, chi vuole parlarne può farlo scrivendo a chiare lettere ciò che pensa, dando ai propri pensieri una forma ed un'importanza immensamente più grande delle voci di corridoio che a volte circolano sussurrate nelle ristrette cerchie degli informati e che non atterrano mai sul terreno della concretezza.

Quante volte ho sentito voci perentorie e sicure dare giudizi netti sull'argomento: altrettante volte alla richiesta di firmare pubblicamente le proprie affermazioni ho ricevuto un diniego. Perchè?



I fatti
(?)



Innanzitutto i fatti, ciò che è inconfutabile:

1) lo sportin è una realtà sportiva esistente e funzionante sul territorio di La Cassa: eroga servizi sportivi e sociali  e ha una attività di bar / ristorazione (A chi sta ai fornelli, Fortunato, devo alcune delle mie migliori esperienze gastronomiche).

2) il costo della struttura era ad inizio attività sostenuto interamente dal gestore. Si è poi passati all'attuale situazione nel quale il comune si è accollato la metà della spesa, si propone ora (punto 14) di passare ad un costo totalmente a carico del comune, per una spesa di 44000 euro annui (su 1600 persone fanno 27,5 euro a testa, per la mia famiglia di 4 persone 110 euro/anno).

3) su questo sito ci sono più documenti realtivi alla questione: basta digitare 'sportin' nella casella di ricerca per evidenziarli. Di particolare importanza mi pare il 'passaggio di consegne' da una amministrazione all'altra nel quale è evidenziata una nota specifica sull'argomento in cui si specifica che esistono 'i presupposti per lo scioglimento della convenzione' .



Ho trovato particolarmente interessante (se non lo scrivo stassera sarò senza cena) l'iniziativa di mia moglie Laura che ha organizzato un dibattito tra l'attuale gestione e chi voleva saperne di più: un modo palese per rendere pubblici i termini della questione, un modo chiaro per passare al di sopra delle voci di corridoio ed affrontare con franchezza i dati. Purtroppo... le voci di corridoio sono rimaste tali, non si sono presentate, ma chi è intervenuto ha avuto l'occasione di capirci qualcosa di più confrontandosi con Chiara Alberti che, spero, sia anch'essa uscita arricchita dal confronto.



Ho partecipato personalmente e con passione, in passato, alla crescita dello Sportin; il fatto che mi leghi una dolce amicizia con chi esercita l'attuale gestione vorrei che non influenzasse questo mio scritto; ma troverò sicuramente chi mi farà notare il contrario.

Ho la certezza che chi ha investito su questo centro, ed in particolare i coniugi Alberti, lo abbia fatto per far crescere con la UPS Lacassese le attività sportive in questo paese, anche investendo risorse personali.



Penso sia necessario dividere ciò che è stato da ciò che sarà, o potrebbe essere, in futuro; penso che a questa seconda parte debbano partecipare tutti i lacassesi visto che ne potrebbero sostenere i costi.



Il passato (acqua passata non macina più)



Innanzitutto qualche parola sul passato; non per rivangare sterili polemiche ma per agire bene nelle direzioni future.



Il centro sportivo è stato dimensionato correttamente per le esigenze di una comunità come la nostra?

Se la risposta a questa domanda è negativa, dobbiamo trovare i responsabili dell'attuale problema di sostenibilità in chi ha avallato la costruzione della struttura; deve essere detto a chiare lettere che non andava costruita in questo modo, e che chi l'ha permesso deve assumersene pubblicamente la responsabilità e, possibilmente, riparare all'errore.

Se la risposta è invece positiva si deve concludere che chi l'ha gestita finora non l'ha fatto nel migliore dei modi ed è sua la responsabilità per il mancato funzionamento e per l'onere futuro che ne deriverebbe alle tasche dei cittadini.



Il centro sportivo è comunale?

A questa domanda non ho mai avuto risposte chiare, ma solo in termini di diritti di superficie che per me che non sono giurista non so che vogliano dire.

Se la risposta è positiva mi chiedo perchè da nessuna parte sia scritto 'centro sportivo comunale', nè nelle insegne nè nelle pubblicità e affissioni varie; nè mi posso spiegare perchè un privato avrebbe dovuto investire su risorse comunali.

Se la risposta è negativa mi chiedo perchè il comune (cioè i cittadini) dovrebbe assumersi l'onere di un centro ad interesse privato: non avrebbe senso (mica parliamo di autostrade o ferrovie, :-)).



Il centro sportivo è usato dai lacassesi?

In questo caso penso che la risposta sia, per l'impressione e esperienza che ne ho, mediamente negativa. E' un centro bellissimo che sarebbe l'ideale polo di attrazione delle attività sportive di tutti i cittadini; nonostante questo la maggior parte dei fruitori non sono tra i lacassesi. La mia limitata frequentazione del centro, tuttavia, può essere la causa di questa impressione (io per primo non uso le strutture per il mio sport, il tennis: ho in tasca le tessere di centri sportivi di Orbassano, di Pianezza, di Valdellatorre, ma non dello sportin, il più vicino a casa mia, e quello a me più... caro; la causa è dovuta alla gestione delle strutture che impone prezzi proibitivi, fino al 300% superiori a quelli delle realtà citate; es. campo sintentico all'aperto, costo di un'ora: Pianezza 6€, Orbassano 5€, Sportin 15€).

Il mio pensiero è che la buona volontà che sicuramente c'è non sia sufficiente per gestire un centro sportivo.





La transizione
(ovvero: come cambiare?)



L'attuale gestione dichiara di non essere in grado di sostenere le spese che derivano dalla convenzione, non può quindi proseguire. Non avrebbe alcun senso lasciare una struttura di questo tipo al degrado e alla ruggine, è sicuramente necessario trovare una soluzione ed, in questo momento, è sicuramente l'amministrazione comunale a doverlo fare.



E' giusto che il costo di questa struttura sia a carico dei lacassesi?

Non penso sia possibile rispondere direttamente a questa domanda, se non valutando cosa i cittadini ne avrebbero in cambio; una cosa certa è che, stanti le condizioni attuali e una logica di base, non avrebbe senso fare pagare ai lacassesi una struttura che non usano.

Se si vuole rispondere a questa domanda in modo positivo di deve passare attraverso alle condizioni che potrebbero cambiare il futuro del centro sportivo; penso che la mia famiglia, e molte altre, sarebbero contente di spendere 110€ delle proprie tasse per avere a disposizione un centro sportivo comunale comodo ed efficiente.



Il futuro (come possiamo influenzarlo?)



Ed è proprio su queste 'condizioni future' che, secondo me, va impostata la transizione che obbligatoriamente dovrà avvenire di qui a breve: l'attuale gestione non riesce a sostenere la situazione corrente, dovrà quindi verificarsi una soluzione di continuità che imporrà una nuova modalità di conduzione dell'area sportiva che ha bisogno di spinta ideale, di manutenzione effettiva, di appeal; probabilmente attraverso una nuova convenzione tra l'amministrazione comunale e la (nuova?) gestione dello sportin.



Il mezzo informatico che state utilizzando nel leggere questo scritto mi sembra quanto di più adatto può essere messo a disposizione per raccogliere le voci dei cittadini per suggerire all'amministrazione le 'condizioni future' che si vorrebbero vedere adottare, e per controllare l'operato dell'amministrazione stessa. Qui e ora abbiamo la possibilità di raccogliere le idee sull'argomento; i gruppi di minoranza potranno raccogliere le opinioni dei cittadini e farsene carico per esprimerle all'amministrazione.



Per questo, io per primo, scriverò quello che sarebbe 'lo sportin dei miei sogni'; spero che qualcuno aggiunga le proprie riflessioni perchè questa piazza telematica diventi luogo di scambio di idee utile a tutti.



I had a dream...



Innanzitutto vorrei che il centro fosse spudoratamente, dichiaratamente, comunale: un centro pubblico per i cittadini, a cominciare dall'insegna, a seguire da tutte le comunicazioni future, in modo che sia chiaro che quello è il centro 'nostro', il centro che paghiamo con le nostre tasse. Sarà la mia veterosinistrosi acuta, ma in questo vedo un grande passo avanti; per qualcuno forse significa poco, per me è molto importante.



Vorrei che il patrimonio dell'UPS Lacassese non venisse perso, ma valorizzato. Non si può giudicare una società sportiva solo per i risultati economici, ma vanno considerati quelli in termini di esperienza, di azione sociale sul territorio, di storia locale e di azioni effettivamente intraprese per lo sport.

Per questo mi piacerebbe che nella futura gestione ci sia anche l'apporto di chi, fino a doggi, ha lavorato perchè a La Cassa ci fosse sport; vorrei che chi ha coltivato il sogno di una struttura sportiva per i cittadini di questo paese e l'ha realizzata possa continuare ad agire per il bene della nostra comunità.



Vorrei che quella zona diventasse un'area aperta a tutti: oggi non lo è. L'ho sempre detto questo, e ho ricevuto risposte negative per ovvi e riconoscibili problemi di sicurezza; non demordo, e spero ci sia una soluzione. Mi piacerebbe cioè che il centro fosse un'area di pubblico passaggio, un'area nella quale si può passeggiare liberamente senza dover entrare in un bar. Sarebbe bellissima la costruzione di un percorso pedonale che da Costabella arrivi all'area umida: passando proprio in via fila e in mezzo allo sportin, evitando ai nonni coi passeggini la strada del Colverso che, in quel tratto, non è adattissima alle passeggiate. Certo, la notte l'area va chiusa; ma di giorno diventa un luogo pubblico di passeggio.

Come esempio porto l'area pubblica di Pasta di Orbassano, vicino al Sangone: tutti possono passeggiare tra i campetti da calcio e da tennis ed il bar quando la gestione è presente; quando non c'è, si chiude il cancello e la zona resta protetta.



Vorrei inoltre che, come nei centri sportivi comunali di Torino, i prezzi delle strutture fossero imposti (nel verbale del 'passaggio di consegne' viene evidenziato l'inadempimento; mi sembra inoltre che anche il nuovo circolo di Pianezza, il circolo Musinè, avrà la stessa impostazione) dal comune in modo che la fruizione non sia definita da una logica di mercato ma in base alle effettive possibilità delle famiglie: in tempo di crisi, mi sembra un'attenzione dovuta.







***

So che probabilmente ho scritto molte inesattezze dovute alla mia ignoranza di tutti gli aspetti di questo argomento; me ne scuso in anticipo con chi vorrà commentare questo articolo indicandole.



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