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Marzo: l'attrito e la luce


Una regione molto attiva nella creazione di stelle, vicino alla nebulosa Orione (NASA, The Infrared Hunter)

Inizio con una nota personale: mi ci vuole un bel coraggio a scrivere di marzo; tocca qualche  punto debole e un po' vigliaccamente faccio finta che non esista e scrivo, sperando così di esorcizzarlo; al termine tutto sarà chiaro.

A volte, quando si dice l'età, si parla di 'primavere': ho quarantotto primavere, per esempio. Quasi che la primavera raccogliesse in sè l'anno, anzi che ne raccogliesse il meglio.
Che c'è di più chiaro, puro, solare, nobile, buono e bello della primavera, e del mese che la porta?
All'occhio curioso, tuttavia, non può che balenare il sospetto che dietro a tanta bellezza si nascondano dispettose, rivelatrici oscurità: ancora una volta affidiamo ai numi la protezione della nostra discesa, o salita, negli antri che custodiscono i simboli del mese che tanto hanno influito sul nostro dna, che tanti brividi producono lungo la spina dorsale dell'Uomo.

Figurandosi il mese: appare l'attrito. E la luce accecante.

Così come già è stato detto per la fine dell'anno del calendario e l'inizio di quello nuovo, altrettanto e di più si può dire del mese che custodisce la fine, e l'inizio, del 'vero' anno. Questo è il vero inizio dell'anno: ancora oggi come nell'antichità molti paesi lo fanno iniziare il 25 di marzo, a seguito dell'equinozio di primavera. Perchè proprio il 25? e perchè anche il Natale cade di 25? Tre giorni compiuti dopo il 21, questo è il motivo; devono passare tre giorni dopo il 21, dopodichè si può festeggiare.
L'attuale calendario gregoriano si differenzia dal precedente calendario giuliano (promulgato da Giulio Cesare, a sua volta preso da Sosigene di Alessandria) perchè corregge alcuni errori e, attraverso la calendarizzazione degli anni bisestili, fa coincidere quasi esattamente l'anno solare con quello del calendario; proprio per questo il 21 del mese (marzo, giugno, settembre, dicembre) è un giorno-chiave: è quello che segna equinozi e solstizi, cioè i punti in cui il giorno è pari alla notte (equinozi) e quelli in cui la notte, o il giorno, sono massimi (solstizi).
Quindi il 21 dicembre, solstizio d'inverno, è il giorno in cui la notte è più lunga; dopo tre giorni si è sicuri che il sole ha ricominciato il suo corso e, il 25, si può festeggiare.
Allo stesso modo tre giorni dopo il 21 marzo si è certi che il giorno ha 'vinto' sulla notte; il 25 si può quindi festeggiare l'inizio di una nuova stagione.
Anche sul numero dei giorni, tre, e sul numero del mese, il terzo, si sguazza nella numerologia; dall'uno il due, dal due il tre, da lì in poi tutto il creato. Che significa: da dio (1, L'Uno è la sorgente di ciò che esiste) la polarità degli opposti (2) nelle forme; insieme vincono la separazione (3) e generano il creato materiale (4).
Cambiando cultura, nel cinese Tao-te-ching: 'Tao genera l'unità, l'unità genera la dualità,   la dualità genera la triade e questa genera tutte le cose'. Tre sono i regni, minerale vegetale animale, tre sono i colori di base - rosso verde blu -, tre sono gli stati della materia - solido liquido gassoso -, tre sono le dimensioni dei solidi - larghezza lunghezza e profondità.
Il tre è un numero magico e potente; nell'albero delle sephiroth, l'Albero della Vita della Quabbalah ebraica, la terza sephirah (Binah)  "rappresenta la forma che prende sostanza, il cristallizzarsi dell'energia divina nella materia che da lei nasce, non per nulla viene detta anche la Madre Superna"; nel tre c'è sempre la generazione, l'atto creativo.

Tra il tre e il quatto c'è la frattura tra il teorico e il pratico; il tre sta ancora nella limpidezza spirituale che nel quattro trova la realizzazione materiale. Tra marzo (3) e aprile(4), appunto. L'attrito, si diceva, e la luce; questo fenomeno forte che capita proprio tra marzo e aprile, o tra il prima e il dopo, o tra la notte che vince sul giorno e il giorno che vince sulla notte, o tra  pesci e ariete.
E' un fenomeno inquietante per chiunque voglia abbandonarsi a sentire le stagioni, per chiunque voglia ascoltare queste liturgie per ri-collegarsi col midollo spinale dell'anima, per sentirsi vivo nel proprio essere una persona fisica: soggetta al luogo,al tempo, alla stagione, al fatto di vivere senziemente qui e ora.


A diversità di altri mesi, facilmente identificabili con il segno astrologico che ne caratterizza la maggior parte, è difficile collocare marzo nell'ambito del segno dei pesci: non basta. E' piuttosto l'insieme pesci-ariete con le portentose differenze che implica a farci capire qualcosa di più di questo mese importante, quasi che sia lo stesso attrito tra due momenti diversi a definirne l'essenza; quasi che i due elementi, il prima e il dopo, definiscano un tre con lo sfregamento che dà un sapore di creazione a questo mese. Ecco, è un mese creativo, nel senso che è un mese che crea, che ha potenza, potenza prima; una forza così grande e così accecante che, vedremo più avanti, l'uomo moderno è difficilmente in grado di sopportare; tanto preso dall'hybris (orgoglio?) di essere er meio del creato cade come un pivello di fronte a questa dimostrazione di forza..

La chiesa cattolica con il bagaglio di conoscenze che porta appresso colora l'anno e i giorni di significati diversi; non cade certamente ignorato il periodo dei quaranta giorni quaresimali (per i quali sarebbe necessaria una liturgia apposita) che precedono la pasqua; tuttavia due altri elementi fanno drizzare le orecchie delle menti curiose nel sentire il calendario liturgico.
Il primo elemento è il concetto di festa mobile; in mezzo ad un calendario di feste con date prestabilite quella della Pasqua, e di tutte le festività correlate, non lo è ma dipende dal moto del sole e della luna. Aspettate l'equinozio di primavera; dopo di esso la prima domenica dopo la luna piena è Pasqua. E' stato stabilito nel concilio di Nicea, nel 325, un bel po' di tempo fa. Non mi è chiaro il motivo per cui la pasqua deve essere una festa mobile; certo va pescato tra il fatto che si crede che Cristo sia risorto la domenica e che la festa si basa sulla precedente pasqua ebraica calcolata col calendario lunare, non solare. Resta comunque il nucleo originario di una festa basata sui nostri luminari (sole e luna) e non su una rigida convenzione di calendario. La festa fondante del Cristianesimo, il dio fatto uomo che vince sulla morte, si basa sul moto dei pianeti.
Almeno curioso, da parte di chi ha condannato da sempre l'interpretazione di questi movimenti, il cui studio perdura da otto millenni: molto prima di Cristo, prima di Mosè, di Abramo.


Leonardo da Vinci - l'Annunciazione

Il secondo è relativo alla festività dell'Annunciazione: il giorno in cui l'angelo Gabriele annuncia a Maria il  verginale concepimento; precedendo di nove mesi il natale non può che cadere, questa volta, esattamente il 25 marzo. Anche questo è curioso... proprio il 25. Quindi questo legame 25 marzo - 25 dicembre, questi nove mesi di concepimento forse possono avere anche altri significati.
Esistono nel mondo, ed anche in alcune zone d'Italia, alcuni riti di derivazione precristiana e che cadono intorno al 25 marzo; per citarne due tra i più diffusi ci sono sega-la-vecchia e l'albero di carnevale. Entrambi consistono nell'abbattere qualcosa (l'anno vecchio) che nel momento in cui cade elargisce (crea!) i propri doni; ad esempio il fantoccio che rappresenta la vecchia ( o la vitula, o vitella, tra i romani antichi) che distribuisce caramelle. Sono riti di passaggio che risentono dell'antica impostazione dell'anno che comincia proprio attorno all'equinozio di primavera. La chiesa in passato ha combattuto contro questi riti  perchè di tipo carnascialesco durante il periodo quaresimale.

Eclissi di sole

Quindi la festa dell'Annunciazione potrebbe essere un innesto su riti precristiani... e questi riti precristiani su cosa si innestano? Sappiamo che le storie degli dei e dei miti (finalizzazioni di idee prime, o archetipi) sono all'origine delle feste dalla notte dei tempi; in questo periodo tra gli antichi il mito di Attis  è quello che ha dato origine ai riti intorno al 25 marzo; cominciavano sin dal 15. E' una storia antica che narra di Cibele, la Madre androgina (sia maschio che femmina) di tutti gli dei, moglie e madre di Zeus, che viene ubriacata con l'inganno, le viene legato il membro ad un albero e,  svegliata d'improvviso, viene evirata; e di suo figlio Attis che anche lui s'evira per pazzia, ricongiungendosi alla madre e risorgendo nell'Uno; storia strana e complessa, ma può interessare la sua calendarizzazione: dopo l'equinozio di primavera, durante il plenilunio... non ricorda nulla? Gli stessi elementi della pasqua che festeggiamo oggi ritrovati in miti di migliaia di anni fa.

Già che ci siamo, Dante si è perso nella 'selva oscura' proprio il 25 marzo 1300, in quella commedia 'divina' e strapiena di significati allegorici; proprio quel giorno? ma quante altre coincidenze troveremo ancora in corrispondenza di questo attrito, questa soluzione di continuità tra il prima e il dopo? Tra le idee prime del mondo esistono i simboli che spesso ci aiutano a capire e a trasferire conoscenza; proprio questo periodo è contraddistindo da un segno che risente del periodo tanto che il periodo dei pesci ha un simbolo incredibilemte chiaro, due parentesi opposte unite da un tratto )-( ad indicare proprio questo momento di separazione tra una parte e l'altra. E non era proprio il pesce il primo simbolo del Cristo, che unisce l'umano e il divino? Ancora coincidenze?
Non basta ancora tutto questo bagaglio di idee convergenti per svelarci l'anima di marzo? Ci serve ancora qualche prova per identificare questo mese terzo? Per girovagare ancora un po' può divertire uno sguardo al terzo arcano dei tarocchi, l'imperatrice, così descritto: il Verbo, la pienezza, la natura, la generazione nei tre mondi, le fasi lunari, ed ha altri nomi:  Madre celeste, Venere Urania, La Fecondità universale.

Possiamo cercare sotto la primavera, dietro i primi tiepidi raggi di sole, sotto l'annunciazione, sotto le feste precristiane, sotto il mito di Attis, ancora più giù quanto più giù non si può andare si tocca il fondo: la creazione del mondo.
Negli antichi testi  viene indicato esattamente il giorno della creazione del mondo; quale pensate che sia? Rieccolo, è il 25 marzo e la creazione prosegue nei sei giorni successivi; ed è proprio in questo periodo che cade ogni anno che la nostra liturgia vive,  guarda alla creazione, la assorbe, e risalendo gli strati trova senso in ciò che vede: l'annunciazione come annuncio della nascita totale che la chiesa incarna in Cristo, i nove mesi come gravidanza cosmica che prepara il creato, Maria come terra ricettiva, sensibilità all'ennesima potenza che che partorisce il Mondo, l'attrito e la luce di marzo come atto creativo supremo.

In questo trattino che unisce le parentesi, in questo istante tra due mondi abbaglia un'impalpabile esplosione di luce, un atto di creazione, qualcosa che sa di fiat lux, di Verbo, di parola creante.
Nei pesci troviamo il trionfo della luna, sensibilità, carattere femminile, emotività, lunaticità fino al sensitivismo, a volte così forte da indurre a disordine e goffaggine; nell'ariete abbiamo il Sole alla massima potenza, l'esaltazione di Marte, del maschio, della forza, dell'ordine, della potenza e della fermezza; come possono stare vicini due segni così diversi, come possono convivere gomito a gomito senza fare scintille? Il trattino che li unisce deve veramente essere qualcosa di enorme (ancora una volta consiglio la lettura del Convitato di pietra, il trattato di astrologia dialettica di Lisa Morpurgo: è l'unica che tenta di spiegare perchè le cose stiano così, dai babilonesi al dna).
Questa cosa enorme si riveste di significati e simboli in diverse culture, sale in altissimo oppure nelle profondità del corpo fisico; dall'evoluzione della prima pioggerellina di Santa Teresa D'Avila ai Dervisci Rotanti o alla pietra filosofale ha un significato comune: l'unione degli opposti. Per una volta, il percorso inverso: passare dalla natura quaternaria alla trinità, alla polarità per tornare all'uno: un lampo che squarcia la materia e che infonde la scintilla divina nel materiale: la vita.

Uno dei modi attraverso i quali si esprime questa scintilla è l'unione tra i sessi opposti che genera la vita, corredata da tutto il corollario che l'eros si porta dietro; ne fa parte anche il polline che ne è simbolo materiale e che proprio in questa stagione (i noccioli!) comincia a manifestarsi e a produrre... allergie, tanto fastidiose e delle quali tutti ci accorgiamo della progressiva diffusione sempre più ampia.
Di fronte a questo fenomeno risulta quasi facile pensare che il polline sia qualcosa di dannoso; questo stesso pensiero è quanto di più disumano ci si possa mettere in testa: il polline non è affatto dannoso, ma è ciò di cui è simbolo a cui siamo allergici; è di fronte a questa potentissima manifestazione di vita, di eros, di creazione che la nostra mente resta abbagliata e che ci fa mettere una mano davanti per proteggere gli occhi, per tenere al di fuori tutta questa vita, questa materialità, passione di corpi, animalità, tanto umida e viscerale quanto mistica e spirituale. Tendiamo a costruirci un recinto e a dire: qui voglio vivere, lasciatemi stare tranquillo nel mio muro (Sullo stesso concetto, è strepitoso l'album The Wall, Pink Floyd, ed il processo finale: il protagonista è accusato di  mostrare sentimenti di natura umana - Showing feelings of an almost human nature - e per questo condannato), anzi, vi starnutisco contro: questa è l'allergia, il tenersi lontano dal tre, dalla potente, carnale lotta tra Marte e Venere.

Siamo allergici perchè non lasciamo entrare la vita, di cui il polline è simbolo; ed è fin troppo semplice pensare invece a cause chimiche o meccaniche. Inventiamo test allergologici per dimostrare che non è vero, è una questione chimica, ci diciamo  guarda: sono proprio le graminacee, o le chissaqualacee, perchè la chimica ce lo dice ed è per noi comodo scaricare sull'innocuo polline quello che è un nostro problema; ma il nostro castello cade fragorosamente se manifestiamo l'allergia solo vedendo l'immagine dell'allergene in un film, o se sappiamo che quasi tutti gli allergici non lo sono sotto ipnosi, alla faccia di qualsiasi meccanismo biologico.
Diventa estremamente difficile adottare l'idea che l'allergia sia simbolica e non fisica, che il vero lavoro per vincerla sia nell'anima e non nei medicinali; è più comodo assolvere il proprio dovere acquistando un medicinale, anche omeopatico, allontanarsi dal problema piuttosto che armarsi per combattere la vera battaglia.
Gli allergeni 'vengono utilizzati dalla persona per rappresentare il suo problema di aggressività, proprio come il corpo non è che il teatro sul quale rappresentare un tema che riguarda la coscienza' (Rüdiger Dahlke, Aggressione come scelta. Repressione dell'aggressività e malattia, Ed. Mediterranee)

Se ci può essere una liturgia, in marzo, è questa: accogliere la lotta tra Marte e Venere,  respirare la vita che potente ci appare intorno e lasciarci andare alle emozioni, alle più fisiche, alle più naturali, anche sporche e animali; perchè marzo ha le chiavi dell'Essere ed è stupido continuare a starnutirgli contro. Per gli allergici, di fronte ai pollini, una grande sfida: in presenza dell'allergene, se si è obbligati a starci a contatto, (e se non si rischia troppo!!!) sfidarlo: respirarlo tranquillamente, lasciarsi ferire dalla vita che entra, abbandonarsi allo spirito animale.
E munirsi di fazzoletti....
 

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