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Da Chiampernotto a Combanera, brucando sull'abisso22 maggio 2012, 21:02

italo

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messaggi: 323

Biagio, il tuo post mi suscita pensieri diversi; la prendo un po' da lontano per spiegarmi, ma tant'è: rischio di essere pedante ma penso che questo sia il posto giusto nel fare confluire i pensieri dei lacassesi, un posto nel quale ci si possa leggere e confrontare.

Verso il 1700 le valli di Lanzo conobbero la loro massima espansione demografica; la vicinanza al capoluogo, la ricchezza dei suoli, i valichi verso la Francia, la consuetudine alla comunicazione e la versatilità dei valligiani ne fecero meta di afflussi migratori. Tra questi, alcuni bergamaschi si accinsero a sfruttare una miniera ai piedi delle Corbassere, in val d'Ala, in una località che venne chiamata Monaviel; costruirono una comunità di circa settanta persone, autonoma, lontana da tutte le grandi vie di comunicazione (qualcuno sostiene che fu addirittura nel 1300).
La miniera perse la sua redditività; gli abitanti scesero a valle nei due paesini di Chiampernotto e di Bracchiello, nei quali per questo motivo sopravvive un dialetto un po' diverso rispetto alla parlata della valle.

 A Chiampernotto scende ripido dal Monaviel il rio Crosiasse; salendo sopra l'abitato un amico mi ha spiegato che decenni addietro gli abitanti hanno derivato un canale scavato nella montagna di più o meno un centinaio di metri deviando parte del rio fino ad un piccolissimo bacino di decantazione per poi buttarsi in una artigianale condotta forzata che giunge, qualche decina di metri più a valle, ad una casupola di lamiera in cui prendeva posto un alternatore in grado di erogare l'energia elettrica per la borgata. Impatto ambientale: zero; costi di produzione: tendenti allo zero; investimento: minimo.

Replicando il concetto più in grande nei primi decenni del secolo scorso sono state create le centrali elettriche di cui tu sei stato a conoscenza, e che punteggiano i ricordi della mia infanzia (bellissima quella di Pian Soletti, che qui vedi sullo sfondo tra i pini); a partire dall'alto delle valli si susseguono, con lo stesso metodo di derivazione di parte della portata del torrente Stura, decantazione, condotta forzata e centrale, una serie di relativamente piccole centrali idroelettriche che producono energia dello stesso tipo: pulita, poco costosa, non impattante sull'ambiente; l'ultima la possiamo scorgere a Cafasse dove con un salto di pochi metri (turbine Kaplan o Pelton, Biagio? Non ricordo) si sfrutta l'acqua del canale di raccolta che parte dal Ponte del Diavolo.

 Fa eccezione a queste 'centraline' la centrale del Crot di Usseglio, per due motivi: è alimentata da un bacino artificiale enorme (il lago della Rossa) per queste valli, quasi a tremila metri d'altezza (2750) e ha condotte forzate di un ordine di grandezza maggiore rispetto alle 'centraline', producendo, ovviamente, quantità di energia maggiori, con linee elettriche più impattanti, eccetera.

La centralina 'amatoriale' di Chiampernotto serviva alla borgata; le piccole centrali delle valli servivano alle utenze locali e ad i pochi stabilimenti industriali (cotonificio vallesusa, con centrale propria); con il Crot di Usseglio usciamo dall'ambito 'ambientale' locale e andiamo oltre, con un impatto sull'ambiente notevole.

Io non so, Biagio, dove tu fossi durante l'alluvione del 1994, ma so di per certo che, viste le simulazioni delle ondate di piena, se la diga della Rossa fosse crollata come si temeva non solo la valle di Viù, ma anche le nostre zone sarebbero state investite; l'onda di piena avrebbe percorso la valle, spazzato il ponte del Diavolo e di lì defluita su Cafasse. Chi abitava nella valle, sotto la diga della Rossa, non ha vissuto bei momenti; dopo decenni anche il miglior cemento comincia ad accusare la vecchiaia, si sgretola e lascia spazio ai muschi, alle erbe, ai cespugli, e, i terremoti insegnano, la terra non è sempre ferma.

Tutto questo per dire che: hai ragione Biagio, quella idroelettrica è energia pulita, utile, rispettosa dell'ambiente; ma quando le opere necessarie per generarla superano una certa grandezza il pericolo indotto dalle opere stesse potrebbe rendere quell'opera pericolosa e distruttiva.
L'esempio della diga delle Tre Gole in Cina rende l'esempio palese: per avere energia elettrica 'pulita' s'è distrutto un ecosistema con conseguenze imprevedibili allora ma disastrosamente attuali oggi.

Cercherò di capire meglio cosa significa per il nostro ambiente il progetto Combanera; sono però un po' prevenuto, pensando che nel realizzare queste opere sia necessario prima pensare all'uomo e, solo dopo, alla convenienza economica; questo controllo lo si può esercitare solo su piccola scala come nel caso delle 'centraline', quando si va oltre il rischio che le conseguenze diventino incontrollabili può rendere l'opera, a priori, dannosa.

Questo non significa sposare il 'partito del no' ad ogni costo; sono favorevole a replicare e potenziare il sistema delle centraline pur conscio che sarebbe economicamente meno produttivo; non penso sia il soldo il metro con cui giudicare gli interventi sull'ambiente
Ultima Modifica 22 maggio 2012, 21:04
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