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C'è qualcosa di magico in questo concetto degli open data, dei 'dati aperti'.
Dall'inizio: ieri e oggi s'è tenuto a Torino 'ITNEXPO - Infrastructure telematics & navigation' al Lingotto.
Nella giornata di ieri sono stati approfonditi i temi 'automotive', cioè legati all'automobile; appena si è parlato di eToll ho pensato al nostro sito, e agli stimoli sull'uso delle auto piuttosto che i trasporti pubblici.
I relatori hanno presentato i sistemi di integrazione della telematica all'interno delle automobili, in particolare i sistemi di assistenza alla navigazione e di interfaccia all'auto; il tomtom (per Magneti Marelli / Fiat; per altri potrebbe essere qualcos'altro) diventerà integrato alle auto (a partire dalla fascia A, le auto più piccole) e fornirà anche un'interfaccia verso l'auto con la quale controllare l'usura dei freni, la pressione dei pneumatici, i km percorsi etc; l'interfaccia con il web farà sì che attraverso internet tutti questi dati siano consultabili, la macchina diventa un 'sito' al quale collegarsi. Magari i pneumatici mandano un sms al gommista quand'è ora di cambiarli.
La responsabile di Magneti Marelli ha indicato che solo dieci o quindici anni or sono i temi ambientali non avevano qui nulla da spartire; invece oggi ( o domani?) all'ambiente è dedicato un quarto dei sistemi telematici dell'auto.
In questa macedonia telematica, i satelliti fanno la loro parte: tracciano i movimenti dell'auto e consentiranno di pagare il bollo solo in base ai km percorsi e all'inquinamento prodotto. Di questo tratta eToll, il progetto europeo che se ne occupa. E' una rivoluzione copernicana nel modo di concepire l'auto, che costa tanto più quanto più inquina: è il sintomo di una attenzione ambientale che, volenti o nolenti, stiamo adottando. Per chi abita fuori dalle città, come noi, sarà un costo in più e uno stimolo maggiore a chiedere trasporti pubblici più efficienti.
Per quanto riguarda i problemi relativi alla privacy (qualcuno saprà sempre dov'è la mia auto e cosa fa) non possiamo che pensare di essere all'alba di un sistema di controllo del quale Orwell ha intuito la portata.
Ma veniamo agli open data. Come nel caso dell'auto mi ha fatto piacere che le aziende italiane e piemontesi (non parlo di Fiat, ma dei fornitori) siano leader a livello mondiale, ancora di più sui dati aperti mi ha fatto piacere che la nostra regione sia la punta di diamante per l'Italia.
Con 'dati aperti' o open data si intende la messa in rete (tipicamente da parte delle pubbliche amministrazioni) della massa di dati che hanno a disposizione in modo pubblico, trasparente, riutilizzabile, gratuito. Per esempio l'elenco degli esercizi commerciali della regione, piuttosto che i dati sulle alluvioni o sui terremoti.
Più volte è stato ribadito un concetto fondamentale: mettere a disposizione questi dati in questo modo equivale a creare una infrastruttura, al pari di costruire strade e ferrovie. Gli americani ci sono arrivati prima di noi (partenza: Al Gore con le informatiom highways, arrivo: il portale data.gov, di valore inestimabile).
Cioè: mettere a disposizione questi dati al pubblico perchè ne faccia ciò che vuole diventa un motore dello sviluppo critico del paese; i dati diventano infrastruttura, cioè patrimonio sociale messo a disposizione.
Se Al Gore è partito nel '94 noi siamo partiti un po' più tardi; non è bastata Lisbona nel 2001 (ricordo: "L'europa diventerà la più grande economia basata sulla conoscenza") ma abbiamo aspettato la direttiva INSPIRE, nel 2007, la direttiva europea il cui recepimento obbliga gli stati membri a pubblicare i propri dati; uno dei frutti è l'albo pretorio digitale che vedete in basso a destra in questo sito, con tutti i dati delle pubblicazioni della nostra amministrazione comunale.
L'Italia ha recepito la normativa da poco; la Regione Piemonte per prima ha pubblicato alcuni insiemi di dati che possono essere visti sul portale www.dati.piemonte.it; certo, non sono immediatamente e facilmente fruibili, ma l'impulso ora è dato; non tarderanno a nascere applicazioni, cioè quei siti/sistemi che utilizzeranno i dati a vantaggio del cittadino: essere ricchi di informazioni è uno dei modi per non farci abbindolare.
Questa apertura della Regione Piemonte mi pare significativa; secondo voi nel nostro piccolo paese gli amministratori locali dimostrano la stessa attenzione? Spero che almeno conoscano i termini della direttiva europea e del relativo recepimento nella nostra legislazione.
Mi sa, però, che si avvicina quel periodo accennato dai miei amici transumanisti: chi non vuole seguire le evoluzioni... conoscerà gli open data di un solo luogo: la geenna!