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Sabato prossimo (24/9/11) si torna a mangiare e leggere insieme, in biblioteca, cosa piuttosto insolita (mangiare in biblioteca, voglio dire). Per dire qualcosa di nuovo al riguardo, oltre al consueto invito a partecipare rivolto sia agli habitué, sia a chi non è mai venuto, ho pensato a due suggestioni raccolte per strada, con un viaggio mancato (questa estate) e con una rapida digressione mentale (stamattina).
Questa estate avevamo in programma una gita di un paio di giorni nel Verdon, sud della Francia, e nel fare alcune ricognizioni di preparazione del viaggio (naturalmente non io personalmente, ma la parte della famiglia dotata di senso pratico e capacità organizzative) ci siamo imbattuti in una gustosissima Soupe aux Livre nel piccolo paese di Rougon. Da quel che mi consente di capire la mia conoscenza del francese sembra proprio qualcosa di simile al nostro buffet letterario: si racconta, si canta, si legge e si mangia insieme. Solo che lì lo fanno in trattoria anziché in biblioteca.
Poi la nostra gita è sfumata, fondamentalmente per pigrizia agostana, ma la sensazione del buon sapore che deve avere quella Soupe è rimasta e chissà che non si riesca prima o poi a fare quella gita e magari a cercare una specie di gemellaggio culturale.
Questa mattina, poi, a pensare cosa dire sul buffet letterario, mi è venuta in mente la parola convivialità. E, a ritroso, convivio. Ecco una definizione da vocabolario: “banchetto, convito; in senso figurato: riunione, insieme di persone”.
Questo è, in senso figurato, il nostro buffet letterario: un convivio. Se poi ci mettiamo la maiuscola voliamo alto, dalle parti della nascita della lingua in cui ci esprimiamo quotidianamente. Il Convivio di Dante. E in un commento trovato in rete (nessuna ricerca erudita, dunque, ma una veloce incursione su google) una nota mi ha colpito particolarmente: “Proprio ai pigri e agli uomini impegnati nelle cure familiari e civili Dante dedica il generale convivio, ovvero banchetto di sapere, che si appresta a imbandire nella sua opera [...] dunque, banchetto di sapienza aperto a tutti coloro che vorranno farsi commensali e con-dividere il pane degli angeli.”
Esagero, quindi, se dico che il nostro buffet letterario è un convivio minimo' Sì, un po' esagero. Pazienza, lo dico lo stesso, perché senza pretese, senza preclusioni, senza esclusioni, è un'occasione, un piccolo spazio per mescolare parole, letteratura, cibo, cultura (alta, bassa, media) e metterli vicendevolmente a disposizione; in lingua volgare, alla portata di tutti. E non sarà pane degli angeli, ma pane fatto in casa con la lvà; non sarà banchetto di sapienza, ma una merenda sinoira fuori orario con l'interpunzione di racconti satirici, fiabe, poesie, racconti, scampoli di romanzi, ricette.
Buon appetito.
Ah, dimenticavo: il titolo di questo buffet letterario – Animalmente - è un invito a preparare brani che parlino di e con gli animali. Vale tutto, dalle favole di Esopo alle tirate animaliste, senza timore di mettersi in contraddizione, o tu guarda il caso, con quanto dice Dante proprio nel Convivio:
“è da sapere che solamente l'uomo intra li animali parla, e ha reggimenti e atti che si dicono razionali, però che solo elli ha in sé ragione”
(Convivio, III, vii, 8)