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Flickr.
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Foto da Flickr.
Oh, ottobre... brume autunnali e i colori sfumati... si strugge l'anima al solo pensiero del periodo segnato dall'equinozio d'autunno e dalla complicatissima, eterea bilancia.
Ottobre è la sera dell'anno; al primo novembre finisce l'anno agricolo, questo mese si muove tra il crepuscolo di san Michele, 29 settembre, e la notte di San Martino, il primo novembre.
E' quasi impossibile non lasciarsi andare a chi ha cantato questo periodo mescolando le tenui tinte dei cieli ancora chiari con le reminiscenze scolastiche; Così i pensieri possono vagare da san Michele, giorno tradizionale della transumanza de 'I pastori' di D'Annunzio
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
[..] fin quando le greggi non arrivano alle spiagge del mare e il verso si strugge del dolore della distanza
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.
Ah perchè non son io co' miei pastori?
fino ad arrivare alla 'Nebbia agli irti colli' di Carducci, tra aspri odori di vini, spiedi scoppiettanti, e con i suoi
stormi d'uccelli neri
com'esuli pensieri
nel vespero migrar
che ancora riporta al tema del vespro, della sera, intensamente dipinta da Foscolo:
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera!
..e che si citerebbe per intero tanto intenerisce l'animo, fino al
mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge'
che tanto dice dell'anelito alle altezze divine che ogni cuore umano porta in sè ed alla potenza, direi 'esoterica', che la sera ha sull'uomo; ed è proprio questo il filo conduttore che guiderà la liturgia d'ottobre.
D'Annuzio, Carducci, Foscolo si stringono intorno a questo concetto facendo fiorire la sera nell'animo intorno alla bellezza che toglie il fiato; non si tratta di bellezza fisica, espicita, materiale; ma di bellezza estatica che illumina l'anima, che porta in territori di cui si ha vaga nostalgia di felicità ancestrali, zone dell'anima di cui annusiamo l'esistenza pur senza averne prova.
Siamo partiti molto alti per questa liturgia, sarà bene riportare i piedi a terra per lasciarci suggerire dal Tempo i pensieri che possono guidarci, e farci godere della stagione, in questo periodo.
Se facciamo partire, come i romani antichi, l'anno dalla stagione vegetativa, cioè dall'equinozio di primavera del 21 marzo e quindi dall'Ariete, qui siamo esattamente agli antipodi; abbiamo percorso tutte le fasi della luce e ora stiamo declinando verso il buio. Molti esperti lettori dei tempi citano come periodo 'individuale', legato all'io, quello che va dall'equinozio di primavera a quello d'autunno (21 settembre); da lì in poi, nella parte 'notturna' dell'anno, parte il periodo 'sociale' nel quale l'individuo non vede più solo sè stesso ma si inserisce nella comunità, è l'io che incontra l'altro instaurando una comunicazione; è il momento della comunità con gli altri, è la manifestazione dell'uomo come essere sociale.
Il concetto si ripete, ad un altro livello, sul piano del rapporto tra materialità ed individualità; mentre il primo periodo è quello dell'azione materiale questo secondo che inizia in Bilancia è "in dialettica con l'aurora dell'anima" scrive Barbault, preparando un periodo che grazie al bilanciamento degli opposti rappresenta 'il ritorno all'unità, al non manifestato, perchè il manifestato è polare' (Cattabiani), il crepuscolo di un autunno fisico bilanciato da una primavera spirituale: è la vittoria dello spirito sulla materia.
Vittoria raggiunta a caro prezzo: ottobre è il periodo della semina, quello nel quale utilizzare le conoscenze derivate dalla saggia Vergine precedente per individuare le scorte necessarie e tagliare quanto non serve, eliminare il superfluo, impostare una vita regolare, anche sacrificata, per superare la notte buia dell'inverno.
Ancora una volta, ci si spinge in alto; a ben vedere questo periodo sembra il momento di caricamento di una molla che ci catapulta verso altezze inimmaginabili.
Se così è, se il significato di questo periodo è legato a questo 'caricamento' dell'anima, dovremo trovarne traccia nelle storie antiche; indaghiamo quindi le conoscenze della 'ciarlatana' astrologia e diamo la solita occhiata alle feste liturgiche di Santa Romana Chiesa per vedere se qualche affinità può risuonare, per vedere se ancora una volta il tempo, la stagione, il mito e la religione possano far vibrare un diapason intorno ad un 'la' che ci faccia riconoscere e dia senso al momento che viviamo.
Duomo di Torino
a destra della facciata principale una interessante meridiana astrologica
a testimonianza dei legami, spesso non palesi, tra astrologia e chiesa.
Fotografia scattata il 29 settembre: lo gnomone indica l'entrata nel segno della Bilancia
e, all'opposto, il segno dell'ariete.
Astrologicamente molti indizi ci portano in questa direzione; l'astrologia potremmo immaginarla come la trasposizione delle leggi del cosmo in principi primi in cui si rispecchia i senso del tempo attraverso i rapporti di forza tra componenti 'semplici' simboleggiati dai pianeti. Lo stesso tentativo di sistematizzazione lo si potrebbe trasporre sui 'tipi psicologici' di Jung, sulla psicologia omeopatica, sulla Quabbalah ebraica, sugli arcani dei Tarocchi o sui segni nell'occhio letti dall'iridologia; se la lettura che qui giocosamente viene fatta prende a prestito i concetti astrologici è solo perchè rappresentano una conoscenza consolidata, condivisa e diffusa da almeno quattromila anni e può rappresentare per il lettore curioso un 'gancio' per collegare altre scienze, miti o religioni.
Astrologicamente ottobre è caratterizzato da un dato apparente molto negativo: è la 'caduta' del Sole, ovvero il Sole si trova in una posizione tra le peggiori nell'anno; il pianeta simbolo del carattere forte, dello sfolgorante io (che veniva esaltato poco tempo fa, in agosto, con il prorompente Leone) qui scende ad un minimo, proprio per indicare la preminenza dello spirituale sul fisico; contemporaneamente viene esaltato Saturno, pianeta retto, definitivo, intellettuale ed intransigente (beh, per qualcuno fin troppo, anzi pianeta 'sfigato', si ricorderà il titolo del film 'Saturno contro'), è lui che 'pesa' i piatti della bilancia e che con la spada mena i fendenti per staccare il superfluo, l'inutile, senza alcuna pietà. Oltre al sole anche Marte, il pianeta del combattimento e dell'aggressività, è qui in caduta; è il momento della riflessione e della valuazione delle forze, non della guerra e dell'attacco.
Dopo tanti aspetti un po' problematici, si deve anche dire: è domicio di Venere.
Venere qui sfolgorante rappresenta la bellezza nel senso più alto del termine; la bellezza che strugge, che confonde l'anima, la bellezza terrena che è riflesso di quella divina; è il dolore dell'anima che al crepuscolo ingoia con gli occhi i colori del tramonto perchè sa che sono il segno manifesto dell'unione con il divino; unione impossibile in questo mondo polare ma in qualche modo, in qualche stato, raggiungibile, giacchè non esiste desiderio di ciò che non esiste ed ogni cosa, perchè desiderata, esiste.
Risulta quasi impossibile di fronte a queste altezze non rilevare l'elenco delle festività religiose di Ottobre, mese parco di feste anche nell'antichità ma che conserva un filo conduttore che ben si adatta alla Bilancia; feste non di primo piano, quasi sottotono, che nascondono in questi apparente basso profilo una illuminazione estatica e potentissima guidata dalla bellezza e dall'armonia, nel quale l'aspetto della mistica è elevato alla quint'essenza; le due terese, la Teresina di Lisieux e Teresa d'Avila, san Francesco d'Assisi, San Luca, la festività della Madonna del Rosario, solo per citarne alcune nel mese, sono calibri da novanta che possono stimolare la fantasia del più incallito laico curioso ricercatore delle cose di chiesa. Certo, ogni laico può innalzare barriere di fronte a tutto ciò che è cattolico; ma, com'è stato oggetto della precedente settembrina liturgia e come ottobre insegna, è bene fare spazio al 'male' personale, a ciò che è distante da noi e dal nostro modo di pensare, lasciarsi penetrare dagli opposti ai nostri pensieri, lasciare che il nostro animo venga invaso al nemico perchè avvenga lo scontro, la battaglia, a volte anche la guerra che ci consentirà di conquistare nuovi territori.
A proposito di questa guerra: molti dei testi sacri religiosi utilizzano questa metafora guerresca; ad esempio la Bhagavadgita, il 'Meraviglioso canto del Divino', testo sacro dell'induismo parla della battaglia del virtuoso guerriero Arjuna mentre la 'Arte della Guerra', di Sun Tsu, è un trattato di strategia militare che utilizza il linguaggio bellico in un periodo di incrudimento culturale del popolo cinese per poter veicolare alti concetti filosofici.
Ed è ottobre il teatro di questi opposti, le altezze della bellezza metafisica e la materialità degli scontri militari tutti dentro questo colorato periodo autunnale che è perno e cerniera tra l'estate e l'inverno, tra la luce e il buio, tra il corpo e l'anima, nel momento in cui si comincia ad essere meno corpo e più anima, la sera dalla bellezza eterea che rapisce ed illumina e porta l'uomo alle soglie del divino per la via del misticismo.
La madonna del Rosario in Ottobre avvicina la mente più materialista al senso della 'ripetizione' insito nel Rosario e facilmente collocabile accanto ai 'mantra'; chi ritiene questa preghiera un residuato devozionale viene sicuramente colpito dall'intenso sforzo del Papa dell'era dell'Aquario (Giovanni Paolo II) nel modificarne la struttura, inserendo anche i misteri luminosi o della luce, oltre ai preesistenti gaudiosi, gloriosi e dolorosi; colpisce inoltre il parallelo con alte preghiere 'mantriche' simili al rosario, come il tasbih islamico, lo juzu giapponese, il mala indiano, il Kombuskini ortodosso.
Di Teresa di Lisieux basta leggersi i 'Manuscript autobiographiques' per rendersi conto delle altezze raggiunte dalla mistica contemplazione, dalla sua 'pioggia di rose'; confonde un po' la mente e l'immaginazione pensare che il Papa che l'ha santificata la definì un 'uragano di gloria'.
Il 4 si festeggia San Francesco; lo so dovrebbe fare il 3, il giorno della sua morte ma ancora una volta interviene il concetto della sera; allora infatti il giorno terminava con i vespri della sera, Francesco morì dopo di essi 'Ancora non era notte / il sabato dopo i vespri' canta Angelo Branduardi nella bellissima lirica di descrizione della morte del santo; in questa canzone viene riportato il canto delle allodole sopra Francesco al momento della morte, episodio riportato da molti narratori.
In ottobre si festeggia l'evangelista Luca, quello che più di tutti viene riferito alla comunicazione; è facile il collegamento con la precedente parte che definisce per ottobre l'io che si apre agli altri tramite la comunicazione.
L'Estasi di santa Teresa d'Avila
è scultura in marmo e bronzo dorato posta nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in Roma,
è unanimemente considerata dalla critica come uno dei capolavori di Gian Lorenzo Bernini.
Foto da ckOrange's (Flickr), dettaglio seguente da Wikipedia.
Dell'altra santa Teresa d'ottobre, Teresa D'Avila, di nuovo è il misticismo a stupire; ammirando la Estasi di Santa Teresa del Bernini e, più ancora leggendo la descrizione dell'estasi che la santa stessa ha redatto ne 'Il libro della mia vita' ci si presenta anche il filo sottile che divide la Venere celeste da quella terrestre.
Ecco la descrizione:
« Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio. »
E' evidente il possibile richiamo sessuale; ognuno leggendo può decidere se pensare alla bellezza mistica o a quella terrena (sempre che la differenza esista).
La Venere d'ottobre utilizza la bellezza del materiale per esaltare gli uomini in una dimensione superiore; ci aiuta Plotino: 'Quando dalla bellezza di quaggiù essi risalgono al ricordo di quella superiore, amano quella come soltanto come immagine dell'altra; ma quando non hanno questa reminiscenza, poichè ignorano la loro passione, immaginano che la bellezza terrrena sia quella vera.'
Non si tratta di decidere se "ci si debba vaccinare oppure no", o "se sia meglio non fare mai uso di antibiotici". In ultima analisi è totalmente indifferente quello che si fa - finchè si sa quello che si fa!
Quello che ci sta a cuore è la consapevolezza, non le ricette prefabbricate.
Torwald Detlefsen, 'Malattia e destino'
È vero, principe, che lei una volta ha detto che la bellezza salverà il mondo?
Fëdor Dostoevskij, L'Idiota