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In Val di Susa si stanno mobilitando da venti anni per la difesa dei territori. Sono gli abitanti della valle che resistono a un'opera insensata. Sono i NO-TAV.
E' ormai diffusa la resistenza contro i soprusi che i nostri amministratori, da quelli europei in giù, perpetrano ai danni dei cittadini. In alcuni casi lo scontro diventa duro, violento, come in Val di Susa. In altri rimane sulle pagine di un sito e, raramente, in qualche consiglio comunale, come qui a La Cassa.
Ma la resistenza ad un progetto deleterio non deve misurarsi in base alla violenza con cui è portato avanti. La violenza è l'effetto di un non dialogo, un lungo periodo di imposizioni senza coinvolgimento delle popolazioni. La violenza squalifica un movimento, lo declassa a problema di ordine pubblico, senza più entrare nel merito della questione.
Per questo motivo ritengo che la Quinta Variante al Piano Regolatore di La Cassa non abbia ancora finito di sollevare proteste. Perchè abbiamo visto che è iniziata la compravendita dei terreni da cementificare, perchè non so quando, ma penso non fra molto, inizieranno a costruire.
Potrei dire di voler dar vita ad un movimento NO-MATTODERA. Verrei sicuramente presa in giro . Ma è rabbia quella che mi invade quando penso che questa quinta variante è il risultato di altre quattro varianti che hanno, sempre più, ampliato il suolo consumato a favore del cemento. Almeno da venti anni (ma sono di più) nessuno, dico nessuno, ha mai sollevato voce contro questo scempio.
E' mai possibile che in questo paese si sia così fortemente sopita quell'anima ecologista che fermò la colata di cemento sul Querceto e che si oppose alla demolizione della Reggia di Venaria per farne alloggi? Che non via sia nessuno a cui sia venuto il dubbio negli anni scorsi, che costruire non è sinonimo di accrescimento ma di sottrazione di un bene prezioso e comune?
Sul serio dovremmo arrivare all'occupazione passiva del territorio, con dei sit-in e delle manifestazioni, per scuotere le coscienze dei lacassesi e fermare, o almeno ostacolare, l'avanzata delle villette a schiera? Solo alzando la voce si riesce a farsi ascoltare?
Ma non è tutto: lo sanno i cittadini lacassesi che è in progetto la costruzione di un enorme diga con conseguente enorme lago (Combanera) in val di Viù? Lo sanno che La Cassa è esattamente sotto, al progettato lago con i suoi 50 milioni di m3 di acqua, un muro di cemento alto 100 mt, 216 km2 di estensione e un miliardo di euro di previsione di spesa? Lo sanno che questo progetto prevederebbe anche un bacino di demodulazione (lago artificiale da cui ricavare acqua potabile) di 350.000 m3 a Pralungo, naturalmente corredato da condotta forzata (gli enormi tubi che scendono dalle dighe)? E che il lago aumenterebbe la temperatura di 2 o 3 gradi con conseguenze imprevedibili per l'ecosistema dell'intera valle? Un progetto fatto e rifatto a più riprese e appoggiato dalla maggior parte degli amministratori locali delle zone coinvolte. Ma i cittadini? Noi?
Il compito degli Amministratori Locali, votati dai noi elettori, è quello di salvaguardare i diritti dei cittadini compreso il diritto a veder preservato l'ambiente. Non svenduto per mero calcolo economico.
Resistere a questo modo di agire, di pensare. Resistere proponendo nuove soluzioni. A La Cassa come in Val di Susa. E non scendere a compromessi quando si tratta di compiere azioni, come lo sfruttamento del territorio, a cui non sarà più possibile porre rimedio.