Ahi, la trasparenza... sempre da chiedere a gran voce agli altri, più difficilmente a sè stessi.
Mi viene segnalato da un anonimo lettore del sito un articolo che riguarda un dibattito interno al movimento 5 stelle (questo:
http:///www.termometropolitico.it/polemiche-a-cinque-stelle-2/) nel quale viene denunciata la mancanza di trasparenza interna nelle decisioni di alcune nomine; la notifica probabilmente mi viene fatta per mettere in luce che anche chi promuove la trasparenza e la democrazia dal basso si trova a fare i conti tra ciò che chiede agli altri e ciò che promuove al proprio interno.
Aggiungo tra parentesi, come mia critica personale allo stesso movimento, la labilità del pensiero condiviso tra le diverse realtà del movimento; cioè la poca consistenza di una filosofia unificante (o di una ideologia mi verrebbe da dire, anche se il termine presta il fianco a immediate critiche) che impedisce la crescita a livello nazionale di un soggetto politico che vede comunque crescere le fila dei propri sostenitori.
Vedo in questi problemi quelli che potrebbero essere i 'dolori della crescita' di un movimento che ha grandi potenzialità e, insieme, grandi rischi di essere fagocitato dai meccanismi aberranti della politica italiana; tutti ricordiamo la fine che hanno fatto i verdi pur essendo partiti con le più nobili intenzioni.
Non mi sembra che il fenomeno sia limitato al movimento 5 stelle; penso che ovunque la politica tenda a conservare il proprio potere. Proprio per questo operazioni di trasparenza e democrazia dal basso sono fortemente contrastate da chi ha un qualche potere, anche piccolo, nonostante che queste stesse procedure, una volta attuate, portino al successo. Tutti ricordiamo che la cosidetta 'vittoria' del PD alle amministrative è stata raggiunta con candidati scelti 'dal basso' con le primarie, ma che il pd stesso aveva osteggiato in partenza a favore del 'proprio' candidato.
Ancora più chiara la spinta ad adottare da parte dei Berluscones l'attuale legge elettorale, la 'porcata': solo uno decide tutte le nomine, che c'è di meno trasparente e meno democratico?
La trasparenza fa male, a qualsiasi livello, anche nella nostra piccola comunità. Come piccolo esempio basta rivedere l'
articolo che riporta la mia critica ad una associazione sul nostro territorio proprio per questioni relative alla trasparenza; è quanto mai significativo e l'azione del tempo non fa che chiarirne i contorni.
La trasparenza è un costo: in termini si tempo da impegnare per
rendersi trasparenti, in termine di potere da
condividere con chi elegge un rappresentate,
in termini di '
impallinamenti' che possono derivare dal mettere al corrente tutti delle proprie azioni.
Abbiamo esempi di trasparenza
vera: il
progetto opendata della regione Piemonte è l'inizio della vera trasparenza amministrativa,
openpolis e
openparlamento sono altri splendidi esempi, pper non parlare di
data.gov, il precursore dei sistemi di trasparenza telematica delle amministrazioni.
Pubblicare il
resoconto di un consiglio comunale è trasparenza.
Penso infine che la trasparenza
sia un mezzo, non un fine; la stessa pubblicazione dell'articolo citato dall'anonima fonte è testimonianza di come la rete possa diventare
mezzo di trasparenza ed evidenziare i conflitti che Davide Bono ha sollevato. Il fine da raggiungere penso sia una democrazia più compiuta e partecipata.
Penso che mettere in atto (cito dall'articolo) il "
divieto assoluto di scattare fotografie, effettuare riprese video o registrare tracce audio dell'evento, per non parlare della possibilità di disporre di una diretta in streaming. Per un movimento che fa della trasparenza il proprio asse portante, e che chiede le dirette web delle sedute dei consigli comunali e regionali di cui fa parte, una situazione piuttosto insolita", così come rifiutare di mettere in atto procedure di trasparenza in una piccola associazione, sia un sintomo del malessere che pervade chiunque veda in pericolo il proprio potere, il proprio
piccolo potere, tanto più piccolo quanto meno si vuole essere trasparenti.
Ben vengano quindi questi dolori; è proprio affrontando queste criticità che si fortifica la spina dorsale di un movimento sano, è accettando di cambiare il proprio atteggiamento ed i meccanismi interni per dare rappresentatività alla base e spirito di servizio ai rappresentanti che si coltiva la pianta dell ademocrazia, anche innaffiata dalle tecnologie della comunicazione.