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Softair, mimare la guerra29 febbraio 2012, 22:01

italo

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iscritto: 07/09

messaggi: 323

Caro Alessandro B.,
la tua proposta relativa alla creazione di una squadra locale di softair, cioè di persone che giocano a fare la guerra, mi ha stimolato a risponderti sul gruppo di La Cassa su facebook; cerco ora di esprimermi in maniera più completa in luogo più idoneo cercando di non inimicarmi nessuno, soprattutto te, anche se l'impresa è ardua. Per questo perdonami in anticipo se quanto scrivo può darti fastidio, considerando che non è assolutamente un giudizio su di te, nè su chi è appassionato di questo 'gioco'; è semplicemente una riflessione che mi diventa spontaneo esternare perchè tocca alcune corde profonde, alcuni di quei valori che ritengo 'non negoziabili', ed una comunità come quella che si raccoglie intorno a questo sito è il luogo per me ideale per condividere.

Si mette giustamente l'accento sulla parola 'gioco', esasperando il termine: " Forse GIOCARE alla guerra è un modo per GIOCARE" sostieni, cercando di chiarire e disinnescare la questione, accentuandone l'aspetto ludico.
Qualcuno sostiene che in fondo da piccoli tutti abbiamo giocato alla guerra; senza chiederci però chi ci ha fatto giocare alla guerra, chi ci ha regalato le armi, chi ha creato l'epoca dei combois, dei superbum e arrivano i nostri; senza chiederci di chi è stata figlia la mentalità che ha ritenuto bello e buono regalare pistole ai bambini. Ma non è di questo che voglio scrivere.

Il gioco, l'aspetto ludico, è il motivo per cui si pratica il softair; non certo perchè chi lo pratica sia appassionato di guerra ma perchè, sostieni, vuole solo giocare.
In più nel softair c'è l'aspetto "divertente" della guerra: il confronto, gli agguati, le imboscate, eccetera. Aggiungi per contrastare la mia critica "Con questo approccio anche palla prigioniera è un gioco da bandire, per non parlare delle battaglie d'acqua estive..." e hai ragione: se i giochi da bandire sono quelli in cui c'è aspro confronto tra fazioni tutti sarebbero da bandire, perchè in ogni gioco c'è una componente di confronto e un gioco di potere tra chi vince e chi perde.

A nascondino c'è chi "sta sotto", chi "si libera" e chi "libera tutti" con scorno di quello che "sta sotto": è un gioco di potere, che mima situazioni reali nelle quali una persona è sottoposta agli altri. Anche i cuccioli degli animali 'giocano' a farsi la guerra; i cuccioli, Alessandro, i cuccioli. Poi crescono.
A guardie e ladri non ne parliamo; il nome parla da sè, vengono 'simulati' i guardiani dell'ordine e quelli che vogliono fregarli.
Palla prigioniera, sparviero, eccetera; sempre c'è questo confronto di potere, più o meno regolato in modo ferreo, sempre vengono simulate situazioni reali.
Regole che nello sport diventano ancora più importanti e fanno sì che il confronto diventi una sfida tra gentiluomini, proprio perchè le regole sono state create in modo da rendere educato, elegante, "sportivo" nel senso alto del termine il confronto di potere.
C'è sempre chi vince e chi perde; chi si esalta e chi viene umiliato.

Nel softair il confronto è più diretto, meno mediato dall'aspetto di tono o sportivo (non mi pare esista il 'terzo tempo', ad esempio): è guerra, pur mimata, ma l'obbiettivo è l'eliminazione fisica (mimata) dell'avversario.
Mimare un atto è una azione potente sulla psiche, tanto per chi lo compie quanto per chi lo subisce; fiumi di inchiostro sono stati versati da Freud e Adler sulla volontà di potenza e sull'atto che la esprime, che cambia tanto  chi lo compie quanto  chi lo subisce: mimare è agire in piccolo, non è "fare finta" cioè fare nulla, ed è questo il centro del mio pensiero: mimare è fare qualcosa, nella direzione del 'mimato'.

Perchè se mimare non conta nulla allora potremmo inserire qualche regola nel gioco, (chiaramente sempre 'facendo finta'):
- potremmo fornire una squadra di divisa con fascia gialla e stella di davide da appuntare alla manica;
- potremmo invece fornire di kefiah una delle squadre, e invece di chiamarla 'real giordanin' potremmo chiamarli, ad esempio, 'palestinesi', per finta;
- potremmo coinvolgere le ragazze, mimando che vengano stuprate dai vincitori, come in qualsiasi guerra che si rispetti, quando una fazione vince;
- potremmo prendere bambolotti, afferrarli dai piedi e sfracellargli la testa contro i muri, per finta, come si fa con i bambini in ogni guerra che si rispetti
- dobbiamo continuare? Tanto è solo finzione, vero, e non fa male?

E a chi dice che giocare alla guerra è un modo per conoscerla e quindi evitarla chiedo ma, davvero, abbiamo bisogno oggi di sapere qualcosa in più sulla guerra, non basta ciò che sappiamo, ciò che i nostri nonni hanno visto, ciò che l'ANPI esprime?

softair

Con questo non voglio demonizzare il softair; voglio invece sostenere che nella scala dei giochi di potere che va dal mimare le guardie e i ladri al mimare le più atroci nefandezze ognuno di noi pone l'asticella ad una certa altezza, oltre la quale dice 'no, non si fa, questo no'.
La posizione dell'asticella è diversa per ognuno; per me è molto bassa (ehm.. fin lì arrivo) ed è al di sotto del livello 'softair' che già è una di quelle cose che per me 'no, non si fanno'.
Non penso esista una posizione 'giusta' e una 'sbagliata'; semplicemente esistono diverse posizioni personali.
Rispetto chiunque posizioni l'asticella più in alto della mia, come fai tu, fidandomi che il mimare sia veramente solo gioco in piena padronanza di sè.

Solo questo chiedo a chi fa softair: rispettate quelli che la pensano diversamente, abbiate la sensibilità di praticare i vostri giochi dove nessuno vi possa involontariamente vedere, divertitevi in partite interminabili tra di voi, ma non rischiate di far del male a chi verrebbe urtato dai vostri giochi.

Dubito che i nostri nonni, che hanno visto il male, sarebbero contenti di vedere i nipotini rincorrersi con la faccia nera e con in braccio un fucile; nè di vederli davanti ad un videogioco con lo schermo che si riempie di sangue quando si colpisce un nemico.

Anche con questa attenzione passa il cambiamento della società attraverso i giovani che Fabri e Biagio auspicano; anche attraverso queste sensibilità si può far nascere una società migliore che sia basata sulla giustizia e non sul prevaricare a forza, benchè mimato.

Ci sono mille campi in cui impegnarsi per battaglie vere, in soprusi che tutti i giorni ci tocca subire; davvero le nostre forze migliori si disperdono in un boschetto vestite di mimetica con un fucile giocattolo in mano a spararsi per finta?
Ultima Modifica 29 febbraio 2012, 22:12
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