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biagio

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iscritto: 07/09

messaggi: 454

Chiedo venia a Italo.
Ho tentato di entrare dal FORUM, ma non riesco a far comparire gli ultimi contributi postati, per cui entro in questo modo.
Per togliere l'entropia, come dicono i comunicatori, o evitare equivoci e fraintendimenti, o peggio ancora sentenze, a partire da una sola affermazione, mi preme dire alcune cose su Bonino Lorenzo, Renzo, per gli amici.
Per chiarezza, solo per chiarezza.
Conosco Renzo...da sempre.
Dire che è una persona eccezionale, non mi sembra esagerato.
Orfano di padre, operaio delle Ferriere, è uno di quegli operai dalla grossa professionalità, ma  anche dalla schiena diritta.
L'opposto di quegli operai, magari mediocri, che si ruffianano con i capetti, che portano le uova o le galline, dalla campagna, che stanno in mutua per fare il fieno...ecc...ecc..
Su questo argomento c'è tutta una bibliografia che spiega tanti perchè, ma molto resta ancora da scrivere.
Ne ricordo un'altro, Giordanino Giovanni , il papà di Carla Giordanino,( impegnata in tutte le associazioni di La Cassa ).
"Giuanin", aveva le stesse caratteristiche di Renzo (che pasta !).
Anche lui buon operaio, ma comunista (udite, udite, peccato!).
Siccome avevano il cottimo ai laminatoi, il capo gli falsificava il peso del lavoro fatto, per umiliarlo, per affermare davanti al reparto che era incapace.
Solo che, più il capo falsificava, più Giovanni riusciva a fare sempre il cottimo.
Volete sapere la fine della storia.?
Ad un certo punto, anche senza pesare, si vedeva ad occhio che la produzione di Giovanni era molto più alta del dovuto.
Il capo ammise allora il suo trucco, complimentandosi con Giordanino Giovanni.
Ho fatto un esempio per spiegare il clima in cui Renzo dovette andarsene dalle Ferriere.
Diventò artigiano, suo malgrado.
La sua capacità di progettare e di pensare, lo portò a creare una grossa industria di componentistica meccanica, che esportava in tutto il mondo.
Scherzando, Renzo dice di essere diventato padrone, per aver lottato contro certi metodi padronali.
Il caso ha voluto che Renzo avesse lo stabilimento in un comune della zona ENEL , di cui io ero il responsabile.
Da tecnico, posso testimoniare di non averne visti molti stabilimenti così all'avaguardia, sia come produzione, come sistemi innovativi, come sicurezza.
E lui è rimasto il Renzo di sempre.
Gli stessi miei tecnici erano ammirati della sua competenza e della sua modestia.
Qualche suo dipndente capetto, magari vestiva già da capetto, o magari aveva l'auto da capetto, lui era rimasta la persona concreta e semplice, di sempre.
Renzo continua a schernirsi, da lui non sentirete mai questi racconti, mi sgrida dicendo che io ho il culto della personalità.
No, io sento il dovere morale di testimoniare, alla future generazioni, questi Valori.
Racconto un episodio: accompagnando all'areoporto un cliente che non aveva trattato con lui questi gli chiese che mansioni aveva nello stabilimento, se fosse un autista. ( abituati all'immagine ! ).
Renzo è un leader nato, và a sapere perchè i cromosomi, i neuroni..? ( sarebbe un altro bell'argomento !). Coerente, concreto, costante.
A Torino, all'interno di quella scuola di comportamento e di organizzazione, con tutti gli errori umani possibili, santo subito nessuno, che è il PCI torinese,  Renzo è un dirigente (che continua a lavorare, e anche molto, cosa non  secondaria ).
Si interfaccia con dei maestri a pensare come Italo Calvino,  Segre, Umberto Eco, solo per citarne alcuni.
E' per 10 anni consigliere comunale a Torino, presidente dei piccoli e medi industriali metalmeccanici...ecc..ecc...
Il caso ha voluto che un giorno al Festival dell'Unità di Torino , un giovane, appena diplomato e ritornato a La Cassa, incontrasse lui ed un altro grosso industriale , Pederzoli, anch'egli  diventato industriale suo malgrado.
Pederzoli lavorava alla fabbrica dei colori o della morte, l'IPCA di Ciriè.
Un lavoro faticoso, tutto il giorno con i sacchi a spalle e per mantenere la famiglia , alla domenica a servire i riquadratori, "trabucant".
Romagnolo e ,peccato, comunista !
Con le palle ante-litteram !
Quel giovane, pieno di entusiasmo vuole occuparsi del suo paese.
Per chi è debole di stomaco, una rattata 'e palle subito, a mo' di scongiuro...quel giovane è...un catto-comunista !
Miseriaccia..ma sbucano da ogni dove sti rossi!
Renzo che pur abitando a Torino,allora, non ha dimenticato il suo paese, chiede tre cose precise per dar vita ad una compagine per La Cassa.
1- un'assemblea pubblica in cui , si costituisce un comitato, con tanto di firme dei proponenti.
2-si intepellano le persone disponibili  candidarsi, si fà una lista e
3- si fanno le primarie in piazza dove tutti possono esprimere la preferenza.
Non ho usato il congiuntivo, perchè il tutto è stato fatto.
Democrazia dal vivo !
Ovviamente conservo gelosamente tutta questa documentazione e tanta altra .
Italo, tu che sai scrivere ...a disposizione.

Concludndo, farei torto all'intelligenza di chi legge, specificando chi era quel giovane, l'avete già capito, vero ?
biagio tuberga   ..uno solo delle migliaia di amici di Renzo
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