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Non so voi.14 ottobre 2012, 21:36

italo

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iscritto: 07/09

messaggi: 323

Non ci posso credere, veramente non ci posso credere.

Adriano, il mio mito adolescenziale del pensiero, della lucida analisi, dell'intelletto che cerca aria pura che mi cade così fragorosamente davanti...
Quando, qualche tempo fa, di fronte all'affermazione che ho fatto di sentirmi profondamente di sinistra, lui mi scrisse che m'avrebbe risposto sul perchè lui proprio non poteva riconoscerci nella sinistra, in fondo ci ho sperato: ho sperato che qualcuno mi spiegasse dove si respira aria migliore, per quali motivi alle idee di sinistra sono da preferire altre idee.

Son passati da allora due anni, speravo in un confronto dialettico, in precise prese di posizioni filosofiche, in una esposizione che, partendo da premesse condivise, portasse a ragionamenti lucidi nei quali riconoscersi, da una parte o dall'altra; una chiave interpretativa del pensiero politico.
Invece, niente di tutto questo.

E' successa la stessa, immancabile, ripetitiva manfrina che sento ormai da decenni e, arrivato alla soglia dei cinquanta, penso sia il vero motivo per cui ci si senta di destra o di sinistra.
L'affermazione che sento, soprattutto dai più convinti dei due schieramenti; l'affermazione che, nella mia povertà di ragionamento, mi induce a pensare a giganti con i piedi d'argilla.
L'affermazione è questa, in sintesi: "quando io presentavo le mie tesi gli altri mi hanno picchiato". Potrei citarvelo in centomila salse, variazioni, sedi storiche e geografiche, ma è sempre la stessa storia: "mi hanno sopraffatto con la violenza (verbale, fisica, filosofica): quindi LORO sono nel torto, IO sono nella ragione".

Già da tempo avevo deciso per il 'basta con queste storie'; se l'ho chiesto ad Adriano è perchè m'aspettavo qualcosa di diverso dalla tiritera del cattivo nemico e l'averla ricevuta per l'ennesima volta da un'anima sensibile mi fa capire che probabilmente sono io quello fuori dal mondo e che la differenza tra l'essere di destra o di sinistra non dipende dalle proprie idee ma da quelle di  chi ti pesta.
Il sentimento di vendetta verso l'usurpatore, soprattutto se il sopruso avviene in tempi adolescenziali, è la molla filosofica del pensiero politico.
Che tristezza.

Vivo nella città di Bobbio; penso che essere di destra o di sinistra non sia la stessa cosa e che la differenza  appartenga a categorie del pensiero che stanno chilometri al di sopra delle persone che le abitano.
Se parliamo dei politici attuali: ad anni luce dalle persone che dicono di abitarle.

Essere di area di destra o di sinistra non vuol dire accettare come operano i loro  occupanti; vuol dire avere fatto una scelta di fondo tra i valori che guidano la coscienza del vivere civile.
Altrementi potremmo sempre dire a chi è di sinistra che ha la colpa dei gulag e a chi è di destra che ha la colpa del nazismo, in una infinita ricerca del nemico che ci consenta di appuntarci al petto la medaglia della purezza del pensiero: troppo facile scappare in questo modo alle domande fondamentali sulla geografia politica.
Troppo comodo affidare a quattro co****ni che agitano le mani su brufolosi adolescenti il giudizio storico su una di esse; da una parte e dall'altra. Significa non volersi sporcare il pensiero con il  lavoro dell'analisi politica, mettersi la coscienza al riparo in pantofole sul divano a guardare ciò che la televisione (la propria, quella che piace) ripete ossequiosamente, in un mantra che ripete all'infinito «Quattro gambe buono, due gambe cattivo» di Orwelliana memoria. Pecore.

Essere di destra o di sinistra, per me, vuol dire giudicare praticamente inconciliabile la parità tra libertà e uguaglianza nella società civile e scegliere quale delle due dovrebbe prevalere e da cui dovrebbero discendere tutti gli apparati dello stato; chi sceglie la prima è di destra, chi sceglie la seconda è di sinistra, semplificando Bobbio.
E non c'entrano nulla Marx o Lenin o Hitler o Mussolini, o gli ultras i centrisociali i notav i missini i celesti lombardi o i verdi lombardi o Lombardo o i longobardi; nulla.
Questi sono persone che hanno cavalcato un'idea, di destra o di sinistra, e l'hanno fatta andare dove a loro più faceva comodo; così come chi ha organizzato rivolte e botte di qua o di là non può essere qualificato di destra o di sinistra: sono deficienti ambidestri e comunque.

Il mio cuore batte a sinistra perchè sceglie che prima siamo uguali, e poi liberi.
Ciò porta a modelli di governo troppo laschi, dove qualcuno ciurla nel manico, ma che fanno dei diritti dei più deboli il baluardo; è il socialismo, il comunismo (vi prego: depurate i termini dai regimi che l'hanno incarnato, rimanete nella teoria politica).

Dove è la libertà a dominare si genera un governo in cui il più forte, o il più intelligente, o il più furbo, grazie alla loro libertà, hanno il diritto di essere più in alto degli altri: è il liberismo, il capitalismo, è quello che è stato esaltato in Italia negli ultimi vent'anni, è ciò che ispira la nosta nazione-guida (USA) e che sta guidando le sorti del pianeta.

Detto ciò è facile scorgere, nel nostro angusto cortile politico, il dibattersi di polli che corrono solo per una qualsiasi posizione di potere senza avere alcuna ispirazione politica o, peggio, sostenedo all'occorrenza tesi che meglio starebbero se fossero nell'opposto schieramento. Fin troppo facile vedere la corsa alla personalizzazione della politica dove il nome del partito passando attraverso intermedi vegetali diventa il nome del candidato (il più furbo, il più intelligente, il più forte, il nostro 'duce') in una comune corsa verso destra che obbligatoriamente dimentica il polo opposto, gli ultimi, i più poveri di intelletto, di averi, di intelligenza.

E' per me una urgenza rivolgersi alle categorie del pensiero, che restano un punto di riferimento, astraendo da chi storicamente le ha utilizzate per i propri scopi o dalle persone che dietro alle loro gonne si nascondono per scimmiottare una posizione politica.
Sono convinto che persone che si basino su queste categorie del pensiero possano essere ottime ed ammirevoli e giuste persone che arrivino da destra, e che possano esistere persone pessime e ignobili che si ispirino a pensieri di sinistra; non difendo certo a spada tratta tutto ciò che capita da una delle parti.

Ciò detto,
il mio cuore batte a sinistra e il mio sangue è rosso.
Non so voi.
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