« Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani »
(Benito Mussolini, discorso tenuto a Pola il 24 settembre 1920)
Con premesse del genere, non stupisce affatto che la contrapposizione etnica nella zona, risalente all'epoca Napoleonica e proseguita, come ben sappiamo, fino ad oggi (ed oltre, temo), abbia saputo dare origine in un periodo, breve ma particolarmente violento e confuso, ad estesi episodi di 'regolamenti di conti' razziali, politici, economici e perfino familiari.
Dovunque vengano incoraggiate contrapposizioni fasulle tra popolo e popolo, fomentate da vere e proprie campagne d'odio, basta una piccola occasione per dare sfogo alla frustrazione repressa, in una esplosione di Jacquerie priva di logica.
Basta continuare a ripetere che "l'altro è il nemico" , che "siamo vittime di una persecuzione", che "loro devono starsene a casa loro" , che "loro sono diversi da noi", ed automaticamente il livore e la rabbia degli stupidi repressi cresce, così come cresce il prestigio sociale ed il peso politico di chi sparge questo tipo di semenza. A questo punto, se per caso c'è disponibilità di armi, si spegne il cervello e le si imbracciano senz'altro, nel nome di Dio, Patrie varie e Famiglie.
(Ne consegue che quando un cretino qualsiasi afferma pubblicamente che la padania ha pronti dieci milioni di fucili per combattere per la sua indipendenza, è un cretino che gioca con qualcosa di molto pericoloso, e che quando qualcuno in un discorso cita "la Patria" con la P maiuscola, è più prudente non dargli troppa confidenza)
Quello della pulizia etnica in quella zona fu solo marginalmente un fenomeno 'politico': ne furono vittima non solo esponenti di spicco del fascismo, ma anche dell'antifascismo, del socialismo, dell'indipendentismo, delle forze armate, dei carabinieri, dell'economia e dei semplici cittadini e cittadine, che di spicco non ne avevano neanche un po'.
Accomunati da un unica colpa: essere "l'altro" di qualcuno.
E non solo: la "pulizia etnica" la tentarono tutti, senza pietà, anche gli italiani nei confronti degli slavi: ad esempio dopo l'aggressione nazifascista alla Jugoslavia (ricordo che siamo stati "noi" ad invadere "loro", noi gli aggressori.) , fra il 1941 e l'8 settembre del 1943, il regime fascista e l'esercito italiano misero in atto un sistema di campi di concentramento in cui furono internati decine di migliaia di jugoslavi: donne, uomini, vecchi, bambini, rastrellati nei villaggi bruciati con i lanciafiamme. Lo scopo di Mussolini e del generale Roatta, l'ideatore di questo sistema concentrazionario, era quello di eseguire una vera e propria pulizia etnica, sostituendo le popolazioni locali con italiani. Arbe-Rab, Gonars, Visco, Monigo, Renicci, Cairo Montenotte, Colfìorito, Fraschette di Alatri sono alcuni dei nomi dei campi in cui furono deportati sloveni, croati, serbi, montenegrini e in cui morirono di fame e malattie migliaia di internati.
.. la catena degli episodi simili, in quella zona, si snoda dalla fine del '700 a stamattina...
Ed i semplici cittadini, inutile nasconderselo, non ne furono solo vittima, ma anche carnefici. Raccontare che i buoni eravamo "noi" ed i cattivi "loro" è una ridicolaggine: i cattivi, se c'erano, erano quelli che l'odio etnico lo incoraggiavano, anzichè adoperarsi per superarlo.
Ripeto: il colore politico che si è voluto vedere in quel massiccio regolamento di conti postbellico fu del tutto casuale, e se la catena delle responsabilità si estende davvero dagli esecutori materiali ai mandanti, dai silenziosi testimoni a coloro che fecero finta di nulla, non si salva nessuno, anglo-americani e Pio Xii compresi.
Quello che è deprimente è la constatazione che una parte politica contemporanea, probabilmente in attivo nella contabilità degli innocenti morti ammazzati (ma probabilmente non in testa alla classifica, se contiamo TUTTI i genocidi), che è passata dalla dittatura, dai lager, dallo sterminio, dalle stragi, dai pestaggi, debba ridursi ad aggrapparsi ed enfatizzare un singolo episodio di una storia assai più ampia e complessa per dimostrare chissà quale candore e per avere l'occasione di rimarcare quanto siano stati "cattivi" i "comunisti"
... eh, si vede che siamo sotto elezioni.