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Ricordiamo, e basta!14 febbraio 2010, 01:40

fablam

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messaggi: 73

Buonasera signor Ballauri,

cominciamo dalla "latinità e dalla italianità": innanzi tutto non si tratta del Sacro Romano Impero, ma dell'Impero Romano, cosa assai differente, dato che quest'ultimo è quello che fa riferimento a Roma e ai Romani, dato che il Sacro Romano Impero nacque nel Natale dell'800 d.C. con l'incoronazione di Carlo Magno.
Lei salta la parte della FINE dell'Impero Romano, perchè è con l'invasione degli Avari (all'inizio del 600 d.C.) che le popolazioni slave fanno la loro comparsa: infatti le popolazioni latine e romanizzate si rifugiano nelle città costiere, mentre le campagne (ossia la maggior parte del territorio) viene colonizzato da slavi.
Non fu quindi nella seconda metà dell'800 , e fu tutt'altro che esente da problemi: infatti gli slavi erano pagani e i latini e illiri romanizzati cristiani; si crearono subito forti ostilità che continuarono anche fondendosi con le ostilità tra Ungheria e Venezia, per poi acquietarsi con la completa cristianizzazione dell'area.
Da ciò si conviene alla conclusione che in quelle terre il ceppo è misto, così come è misto in qualsiasi parte del mondo.

Lei salta inoltre un importantissimo periodo, cioè il 1800:

Dopo il 1848 infatti cominciò a formarsi il  "movimento nazionale croato" che diede avvio in Dalmazia al "risorgimento popolare croato" ed agli scontri colla dominante comunitá dei dalmati italiani
Fino a questo momento i Dalmati (sia italiani che slavi) avevano vissuto senza pregiudizi legati alla lingua parlata e ad inesistenti concetti di nazionalità, la cui nascita portò alle prime tensioni fra gli italiani, concentrati nelle città costiere (in molte delle quali erano in maggioranza), e i croati (questi erano emigrati in dalmazia nel VIII secolo d.C. e si erano fusi con gli slavi, giusto per riaffermare che i ceppi sono misti) che erano diventati dal Cinquecento il gruppo maggioritario nell'intera Dalmata.
Tanto sta, che nel 1885 gli italiani persero completamente l'egemonia sulla Dalmazia, concentrandosi nella sola città costiera di Zara.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale l'Italia tentò una prima volta di annettere la Dalmazia, ma in base al principio della nazionalità stabilito dal presidente americano Wilson la Dalmazia venne annessa al neocostituito Regno dei Croati, Serbi e Sloveni con l'eccezione sempre di Zara (unica città a maggioranza italiana), questo per sottolineare ancora come gli abitanti della dalmazia si sentissero tutto, fuorchè italiani; pur riconoscendo nella lingua italiana "la cultura" (così come succedeva peraltro in molti altri stati europei).

Veniamo al periodo che "ci interessa", retrodatando, non al 1943, ma al 41:

Nell'anno dell'occupazione nazifascista della Dalmazia  si innescò una crudele e sanguinolenta guerra civile
(dovuta all'azione del governo fascista che annullò l'autonomia culturale e linguistica del territorio: la c.d. assimilazione forzata del "barbaro slavo") che raggiunse livelli di massacro nell'estate del 1942, con l'apertura di campi di concentramento italiani, nei quali venivano deportati i civili slavi, serbi e croati.

Per la fine della guerra dal 1943 al 1947 e oltre concordo con la sua ricostruzione.

Così come concordo che il massacro delle foibe sia stato terribile, come terribile è ogni massacro.

Così come concordo che il tentativo di negare o di nascondere questo eccidio sia stato un grave errore.

Fanno bene sia Oliva che il Presidente della Repubblica Napolitano a sottolineare ciò.

Concordo ancora che questa debba essere una data ricordata da tutti, come mi sembra che sia.

MA, c'è un ma...

Carattere fondante dei partiti di destra è il profondo (e ammirevole, se rimane tale e non degenera) patriottismo:
nella seconda guerra mondiale morirono tanti ebrei ITALIANI, tanti antifascisti ITALIANI, tanti omosessuali ITALIANI...

Perchè non la vedo difendere a spada tratta dai tentativi revisionistici il Giorno della Memoria del 27 Gennaio e il 25 Aprile?

Sono o non sono giornate per tutti gli Italiani?

Dobbiamo per caso arrivare alla triste e grottesca conclusione che per alcuni erano PIU' Italiani gli Italiani della Dalmazia, e MENO Italiani gli ebrei, gli antifascisti e gli omosessuali italiani?

Spero vivamente di no, perchè si perderebbe il senso della Patria, che è di tutti gli Italiani, senza distinzione alcuna.

Ricordiamo e basta, senza propaganda di parte.

 
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