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Questo sito, le rotture di Maroni e la vista lunga su cuboVision
italo losero


Succedono cose, a volte, che prese a sé sembrano notizie che ti rotolano davanti accidentalmente; messe insieme, sono un uragano.



Da qualche tempo questo sito diffonde informazioni su La Cassa; le misure ci dicono sempre di più e sempre più approfonditamente; è chiaro che, nel tempo, non potrà che andare ad aumentare questa fruizione ‘plurale' dei contenuti. Diventa importante che siano in molti a scrivere ed in molti a leggere, così che l'informazione sia il più possibile aperta.



Parallelamente a questi pensieri, vedo che in questi giorni è allo studio un decreto per ‘mettere le briglie' alla nostra fruizione del web; il presidente del Senato definisce facebook più pericoloso delle ideologie degli anni '70: "Si leggono dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni 70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi, che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l'odio che alligna in alcune frange" (Schifani, 17/12/2009). Ed il ministro dell'interno vuole intervenire con un decreto legge ‘rompendo' l'attuale situazione: "In quanto a internet - è stato deciso - dobbiamo arrivare a sanzionare chi supera determinati limiti" (Maroni, stesso giorno).

Per non parlare dei parlamentari che si scagliano contro la privatezza dei dati personali dei navigatori: li preferivo come soubrette.



Parallelamente bis, Telecom presenta cuboVision: tecnicamente un set-top-box proprietario, in poche parole un modo di portare (un pezzo di) internet in TV, per 22 dei 20 milioni di utenti internet italiani che hanno più di 1mb/s di banda (noi, di La Cassa, non ci siamo).



Parallelamente tris, sta fallendo il vertice di Copenhagen, condannando la Terra.



Ci sono un po' di elementi per mettere in piedi qualche ragionamento che vorrei condividere con i lettori di questo sito.



Controllare Internet significa privare della libertà le persone. Quando Maroni parla dei ‘determinati limiti' intende elencare ciò che è lecito e ciò che non è lecito fare. Come ho già scritto, l'hanno già fatto la Cina e l'Iraq. Anche la Francia ha cercato di farlo, sanzionando i ‘pirati', ma subito è tornata indietro per l'inapplicabilità fisica della norma.

Stiamo andando verso uno stato di polizia: l'autorità controlla quello che fate, quello che potete vedere, sanziona chi guarda ciò che è proibito.

Già è successo in Italia, quando qualcuno ha deciso che chi la pensava in un certo modo poteva vivere e lavoarae, gli altri no: consiglio di leggere ‘preferirei di no', il bel libro di Giorgio Boatti, sui 12 professori universitari (alcuni di Torino) che non dichiararono fedeltà al fascismo.



Quindi, prima che sia attivo il decreto, vi invito: resistete.



Resistere, resistere, resistere



Quando navigate in rete si può sapere ogni cosa che fate: non c'è segreto alcuno. Presto preparerò un sistema con il quale farvi vedere quante cose si possono sapere di voi e del vostro computer semplicemente facendovi fare un click.

Questo consente a qualsiasi ‘controllore' o autorità di controllarvi, di profilarvi, di individuarvi in rete: ci sono alcuni modi per rendere meno ‘efficiente' questo controllo, ve ne dirò alcuni però attenzione: in qualche stato ciò che scrivo è reato. Comincerò con le cose più semplici per andare verso quelle più complesse.



Primo: non utilizzare Internet Explorer. Quel logo con la ‘e' blu e con la scritta internet in realtà non individua un programma per navigare, ma l'arma più affilata della ditta dell'uomo più ricco del mondo che si è spinto fino a voler sopprimere la rete e crearne una alternativa (The Microsoft Network, qualcuno la ricorda? Anni '90). Attraverso quel programma, o ad applicazioni collegate, voi comunicate a Microsoft tutti i dati delle vostre navigazioni, l'elenco dei programmi installati sul PC, le voste abitudini, etc.

Al suo posto utilizzate programmi non connessi con una company che abbia come core business qualcosa di diverso dalla navigazione in rete: per esempio Mozilla Firefox, o Konqueror.

Attenzione anche a Google Chrome o a Safari; entrambi scambiano spesso e volentieri dati verso la casa madre: google nel primo caso che è una società di advertising ghiotta dei vostri dati e Apple nel secondo che è una società di hardware e web business che ne è altrettanto golosa.

In più casi si è dimostrato che queste aziende sono state colluse con regimi autoritari per passare i dati dei navigatori: ricorderò solo il caso di google in Cina e di Apple in Iraq, dove sui blog si raccomandava chiunque di non usare l'iphone di Apple perché comunicava, grazie al sistema di geoposizionamento, non solo i messaggi tra i rivoltosi, ma anche la loro esatta posizione per poterli individuare e arrestare.



Secondo: proteggetevi contro chi vuole rubarvi i dati. Se utilizzate Mozilla Firefox ci sono parecchi ‘Add-ons', programmi che si aggiungono, che vi consentono di navigare più sicuri: AdBlock è uno di questi (non vi fa vedere le pubblicità e quindi non vi profilano), Noscript impedisce l'esecuzione di programmi malevoli.



Terzo: nell'utilizzare le password non usate nomi con un significato, ma nomi a caso con minuscole, maiuscole e numeri. E' semplicissimo, data la vostra storia, trovare automaticamente 100000 nomi collegati che un sistema di ‘brute-force' può utilizzare in pochi secondi per cercare di prendervi i dati.



Quarto: proxificatevi. Il vostro provider, in ogni caso, conosce tutti i dati delle vostre navigazioni. E' proprio qui che interviene Maroni, chiedendo ai vostri fornitori di connettività (Tin, Fiscali, Wind, etc) di farvi accedere o meno ad alcuni siti. Esistono tuttavia in rete alcuni computer che ‘navigano per voi' (proxy) distribuiti in giro per il mondo: per esempio proxify.com è uno di questi. In pratica voi vi collegate con un computer, per esempio, in Danimarca: lui cerca la pagina che voi volete vedere e ve la restituisce, mentre il vostro provider non vede che siete andati a leggerla (vede solo la connessione in Danimarca) e non vi blocca. Purtroppo alcuni di questi sistemi sono proprio in mano ai controllori, che aggiungono un livello in più al controllo.

Alcuni di questi sistemi funzionano in modo criptato, impedendo la lettura dei siti che andate a visitare, e quindi fornendo una maggiore sicurezza.



Quinto: tunneling. Esistono reti di computer che fanno quanto esposto al punto precedente facendo almeno tre salti prima di darvi il sito, tutti tra loro criptati; il passaggio sarebbe il seguente: vostro PC – vostro provider – proxy 1 – proxy 2 – proxy 3 – sito di destinazione e ritorno. In questo modo è praticamente impossibile risalire a voi. Un esempio, perfettamente legale in italia, è la rete Tor (http://www.torproject.org/, anche in italiano): scaricate un software e le vostre navigazione sono al sicuro da occhi indiscreti.



Da quando esposto capite anche l'irragionevolezza nel bloccare i siti: è una misura inutile che denuncia l'ignoranza di chi la propone.

Internet è nata libera, e può vivere tale solo se libera rimane; i sistemi che ho elencato, e altri molto più complessi, sono stati sviluppati proprio per i movimenti di resistenza negli stati oppressori.



Alcuni degli accorgimenti che ho scritto sono complessi: altri sono semplici e applicabili da subito: a chi interessa posso dare approfondimenti, ma è sufficiente una buona ricerca in rete per trovare, anche in italiano, quanto necessario.



Una visione al Cubo



Fa impressione vedere realizzati i propri sogni: da sempre ho sognato che qualcuno mettesse in commercio un apparecchio per vedere sul proprio televisore internet; qualche tempo fa mi ero buttato in un'avventura per realizzarlo ma non ho avuto fortuna. In questo modo tutti, anche i non informatizzati, possono scegliere i contenuti da vedere (anche il nostro sito!) e non essere obbligati a vedere la violenta melassa che mediamente ci è propinata sulle reti nazionali.



Questo apparecchio l'ha fatto Telecom Italia: cuboVision (www.cubovision.it), presentato in questi giorni.

Tuttavia non c'è proprio internet.... Sembra che ci sia solo quello che Telecom decide che potete vedere, cioè in pratica ciò che potete pagare.... mi sembra una prima apertura.

Sembra che sia possibile collegarsi a webTV tipo dailymotion, o Youtube: se così fosse anche noi possiamo farci la televisione a La Cassa distribuendo immagini live in trasmissione, teoricamente, a tutto il mondo; sarebbe bello fare una trasmissione live ‘gemellata' con gli argentini.

Inoltre il prezzo, 199 euro, lo porta effettivamente a disposizione di molti.



Ho l'impressione ingenua che per ignoranza i vertici Telecom non sanno che stiano facendo, che la concorrenza di Sky ha dato di volta il cervello a tutti, mediaset compresa, che qualcosa sia saltato nella catena di controllo. Basta far entrare una piccola parte di Internet nel sistema e l'intelligenza collettiva della rete farà sì che ci entri anche tutto il resto, contribuendo alla consapevolezza globale.



Certo, le solite persone che sanno sempre tutto mi dicono che invece controlleranno tutto, lavoreranno solo dove avranno grandi utili, limiteranno il traffico in rete... eccetera, controllando quello che ognuno può vedere, lasciando filtrare solo i contenuti a pagamento, indirizzando la pubblicità in base alla profilazione dell'utente, ai suoi gusti, ai suoi dati, ma... non è ciò di cui parlavamo precedentemente?





Copenhagen è un fallimento.

Lo scrivo a pochi giorni dalla scadenza, sperando di essere smentito.

Il vertice che dovrebbe assicurarci un futuro su questo pianeta sta fallendo perché non c'è accordo tra i paesi.

Mi stupisce che di fronte ad una sciagura così grande i nostri politici pensino alle baruffe interne; anche tra gli amministratori locali, tolta la questione dell'acqua privatizzabile, non si sente nessuno che lo ponga all'ordine del giorno come priorità, come se fossero sempre solo gli altri a dover decidere su di noi e non noi a poter decidere influenzando gli altri.



Se Copenhagen fallisce la terra muore più presto: ed i primi a farne la spesa, è dimostrato, sono i più poveri. In una ipotetica scala per povertà prendendo 100 persone rappresentanti i 100 livelli noi siamo al 97 posto: abbiamo 3 più ricchi davanti e 96 più poveri dietro, per cui potremmo egoisticamente preoccuparci poco.

Chi si arricchisce invece sono le multinazionali (Perrier gestisce già un po' di acquedotti in Italia) che della povertà del mondo fa business: solo il copyright sugli antibiotici ha fatto più morti dell'olocausto (18 milioni di morti: all'anno) e ha arricchito queste persone.

Sono tutti dati disponibili in rete, per chi ha la voglia, la capacità, la forza di andarli a cercare. Questi dati stanno aumentando in quantità, sono sempre più disponibili, fruibili, analizzabili (fatevi un giro su indymedia, per esempio) e magari presto potrebbero entrare nelle nostre televisioni (già c'è currentTv) al posto dei quiz serali.

Certo, probabilmente molti continueranno a guardare i quiz; ma voglio essere libero di poter guardare un quiz sapendo che, se lo voglio, posso anche guardare qualcos'altro, senza che nessuno decida cos'è giusto e sbagliato, cos'è lecito e illecito, cos'è morale e cos'è immorale.

Senza che nessuno possa decidere per conto mio, senza che nessuno possa individuarmi nella rete e quindi controllarmi.



Ma di questo abbiamo già parlato al primo punto mi sembra...





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