lame di luce dallo spielberg

uomini e tecnologie
italo losero [italo]

Google+ Italo Losero

(da Exper su Flickr)
Scriviamo di uomini e tecnologie in questa zona del sito che, non a caso, è nella sezione 'ambiente'; perchè le tecnologie non hanno senso senza l'ambiente, sono un prodotto dell'attività dell'uomo; devono vivere nell'ecologia del creato perchè siano utili.
Il termine non è solo legato all'ambiente fisico; anche la mente ha una sua ecologia così come la socialità, i pensieri, il vivere comune al quale ci appassioniamo anche comunicando in rete. Così come una foresta può crescere bene solo in un ambiente ecologicamente sano altrettanto una comunità di persone può tendere alla crescita positiva se il substrato sul quale insiste è sano.
E' indubbio che in questi tempi la tecnologia modifica il nostro modo di vivere, sarebbe antistorico sostenere il contrario; dal problema della globalizzazione a quello dei figli 'stregati' dal videogioco non sono pochi i 'punti di attrito', i dolori che l'innovazione tecnologica procura; altrettanto sono chiari i vantaggi che all'uomo derivano dalle tecnogie. Dò per assodato e non mi dilungo su questo punto, del quale si è parlato su unpaesepertutti.net.

Passando molto del mio tempo in rete voglio condividere alcune avvisaglie che suggeriscono potenti 'inquinamenti della falda' che alimenta i terreni della foresta su cui nascono le nostre comunità; tecnologie, situazioni e comportamenti che ci allontanano dai benefici tecnologici per portarci verso  prigionie digitali. Non ne parlo certo per fare terrorismo: lo faccio per alimentare dubbi nella comunità dei lettori così da stimolarci a vicenda a sviluppare alcune sensibilità che ci facciano drizzare le orecchie e aguzzare l'ingegno di fronte al dilagare degli oggetti tecnologici nelle nostre vite e in quelle dei nostri cari.

Il punto di partenza non può che essere la Rete (la cosidetta inter-net, interconnessione di reti tcp/ip): checchè se ne dica, lo giudico un sistema libero, puro. E' un sistema 'scappato di mano' a fine millennio a chi forse oggi si sta mangiando le mani. Creato in ambito universitario con finanziamenti militari è una realtà innegabile e motore di cambiamento; basti citare le rivolte del nordafrica e , aguzzando lo sguardo, molti di voi sapranno vedere oltre, ovunque ci siano popoli oppressi non più relegati all'ignoranza.

In questo sistema puro si sono inseriti sistemi 'meno puri', sistemi cioè che hanno qualche grado di libertà in meno: si basano sulla rete ma su di essa elevano steccati, dettando legge su quella parte che presidiano; un po' come nella corsa al west. Si piantano i paletti, si dice 'questo è mio' e chi passa paga dazio.
Come tutti i regimi dittatoriali questi sistemi si sono inseriti nel modo più semplice: promettendo libertà, facilità d'uso, abbattimento delle difficoltà. La prima a provarci fu Microsoft (The Microsoft Network, circa 1990), poi seguirono altri. Oggi questi 'conquistadores' si chiamano Google, Facebook, Twitter a livello mondiale, seguiti dai grandi portali a livello nazionale.
Google è certamente il caso più clamoroso e contemporanemanete più difficile da analizzare; solo gli addetti ai lavori ne colgono la sottigliezza dell'azione che raggiunge il culmine nel comportamento ormai comune a tutti i livelli di digitare l'indirizzo di un sito nella casella di ricerca di google anzichè nella barra degli indirizzi; a molti sfugge l'assurdità semantica ma a tutti ne è chiara la (relativa) utilità.
Più semplice il caso facebook; per qualcuno questo social network si sta sostituendo alla Rete, come se fosse un'alternativa. Invece di essere uno degli strumenti a disposizione diventa l'unico strumento, fagocitando persone, dati, abitudini, comportamenti; cambiando continuamente le norme di funzionamento, i termini del contratto d'uso: ottenendo che gli utenti sudditi facciano esattamente ciò che la proprietà vuole (dovrei chiamarlo il padrone per risvegliare qualche sopito istinto in chi pensa ancora di essere di sinistra? o l'appartenenza politica è solo più aggregazione al gruppo più comodo o simpatico?).
Facebook non solo ha il diritto di utilizzare i vostri dati personali: li può vendere e può far sì che alcune applicazioni a loro volta li vendano a terzi.
Durante la rivolta in Egitto la Rete ha avuto il suo ruolo; per chi ne ha monitorato i comportamenti è subito saltato all'occhio l'invito a non usare facebook, o twitter, per i collegamenti ma l'email o siti non legati ai grandi network: perchè in quei recinti si è schiavi ed i dati vengono comunicati ai governi che lo richiedono: basta pagare, in fondo è quello lo scopo di google, facebook, twitter: fare soldi da portare agli investitori.
Eppure a chi utilizza questi sistemi (me compreso) non sale agli occhi la profilazione assurda che si subisce, l'inquadramento, la definizione che si accetta di subire. Volete capire come vi giudica facebook? guardate le pubblicità che vi suggerisce e lo capirete, voi siete il target perfetto per i banner che appaiono. Ultimamente è stata introdotta anche la profilazione geografica per specificare anche dove siete. Un bel controllo, non c'è che dire, una limitazione assoluta dell'anonimato. Dove sono i difensori della privacy? Dove i politici che devono difenderci? ... sono su facebook, a chattare per cercare voti.

Approfondiamo il concetto: finchè la rete viene vista su un tradizionale 'pc' tutti i controlli che possono essere fatti dipendono dal software installato; l'hardware, in computer che nascono come IBM compatibili (anche qui: uno standard aperto germe di rivoluzione), non vi controlla; tutto cambia se invece utilizzare oggetti costruiti apposta per controllarvi.
Perchè una persona dovrebbe comprare un apparecchio costruito per controllarlo? Sembra assurdo, ma succede quotidianamente.
L'esempio dell'Apple con l'Iphone, o l'Ipad, corrisponde al massimo del controllo esercitato; non solo sarà la Apple a decidere cosa potete o non potete vedere / utilizzare, ma addirittura possiede il vostro numero di carta di credito con il quale può letteralmente fare quello che vuole. E' un oggetto bellissimo, innovativo, futuristico; tuttavia contiene all'interno così tante limitazioni della libertà che lo trasformano in un guinzaglio a disposizione di chi... è all'altro capo.
Apple può decidere cosa potete installare e cosa no; quale musica potete sentire, per quale avete pagato e per quale no; può usare i vostri dati a suo piacimento, può decidere che il vostro telefonino è vecchio e deve essere cambiato.
In alcune delle rivolte del nordafrica qualche multinazionale ha ceduto ai governi i dati della georeferenziazione dei telefoni per poter catturare i rivoltosi che, portandosi appresso un telefono, venivano in realtà spiati e localizzati. Chi vi dice che non stiano già facendo così con voi? Nei termini di contratto c'è scritto che lo possono fare quindi... lo stanno facendo. In più fanno pagare qualche centinaio di euro un oggetto che ne costa 9 per produrlo...

Con l'uscita dei telefonini con sistema operativo Android (sviluppato da Google) c'è stata una svolta; Android infatti è sviluppato in open source, questo vuol dire che ogni sviluppatore può vedere cosa fa e quindi controllare se il produttore (google, in questo caso) vi controlla o no. Questo non può essere fatto con iOS, il sistema operativo di Apple: solo loro sanno cosa c'è dentro e cosa fa. Tutto bene allora? Magari.... I costruttori di hardware (samsung, motorola, etc) hanno aggiunto ai telefonini Android alcune estensioni al sistema operativo che consentono comunque un controllo remoto. Paradigmatico è stato il caso di una applicazione (un programma che preso in rete si può installare sul telefono) che aveva all'interno un virus: google ha terminato da remoto tutte quelle applicazioni, vuol dire che con un gesto è entrata in tutti i telefonini e ha eliminato un pezzo di software; a chi non è del ramo può sembrare una cosa da nulla, ma immaginatevi se potessero entrare sulla vostra auto ed eliminare un ricambio non originale con un click dall'america! (e se pensate che l'esempio sia esagerato, ricredetevi in fretta...)

Questi nuovi device ci fanno capire la direzione verso la quale stanno andando le tecnologie: vendere scatole che facciano della rete un uso limitato che invece di aumentare i gradi di libertà degli utenti ingrassi i portafogli degli investitori; il tutto con gioia e maraviglia grande del beota pubblico (io!) che paga volentieri per questi 'bellissimi' e 'divertentissimi' oggetti.

Il concetto rasenta l'assurdo per un altro settore tecnologico; quello delle consolle per videogiochi: wii, xbox, playstation etc: oggetti che possono (anche) utilizzare la rete a cui vengono tolti gradi di libertà per aggiungere estetica, interazione, ludicità, in modo da legare l'utente all'oggetto fisico, che va acquistato e si nutre di programmi, a loro volta acquistabili; oggetti che hanno un costo di produzione pressochè nullo rispetto ai ricavi, esattamente come la droga. Oggetti che cercano persone le più decerebrate possibile per infilarsi nei gangli del sistema di dipendenze e legarle al padrone in modo da farne ubbidienti sudditi, e la libertà della rete e l'immensa conoscenza della infinita nuova biblioteca d'Alessandira vada a farsi benedire.

Non vengano prese come assurde queste parole: sono una precisa risposta in termini di strategia commerciale alla libertà che la rete ha dato agli utenti e ai relativi diminuiti profitti delle multinazionali; non hanno digerito il colpo basso (partito da qui vicino, ma è un'altra storia) alle multinazionali della musica da parte degli MP3. Marx insegna: se aggiungi di qua, devi togliere di là. Fino a qualche anno or sono i giochi venivano sviluppati anche per PC; oggi si tende ad evitare quel mercato (anche a causa della pirateria) per buttarsi su quello più redditizio delle consolle.
Per poter convincere all'acquisto del'oggetto e, quindi, dei programmi per farlo funzionare si mettono in azione finissime strategie di marketing; una volta acquistato l'oggetto si procede con la fidelizzazione dell'utente, e così via.
Similmente si è agito con la televisione satellitare di Sky: dapprima si sono eliminati i concorrenti, quindi è stata imposta una tecnologia proprietaria (il decoder), infine si è imposto un software che fa vedere solo i canali decisi dall'altra parte del guinzaglio, nonostante che l'apparecchiatura sia in grado di ricevere migliaia di canali, ottenendo che gli utenti paghino il canone, la pubblicità, le estensioni al canone, e vedano solo ciò che per loro è stato deciso come buono. Non è controllo questo?

Una evoluzione ecologica delle tecnologie vedrebbe il pc  come base dello sviluppo; in sè ha tutte le capacità di comportarsi esattamente e meglio di una wii o una playstation o una xbox o un ricevitore satellitare senza togliere nessun grado di libertà; purtroppo, per le grandi corporation,  ha il difetto di non essere controllabile e di lasciare liberi gli utenti di  giocare oppure di imparare. Magari, ossignoreiddio, di crescere culturalmente.

Può sembrare strano sentire queste parole da un appassionato di tecnologia quale penso di essere; nonostante quanto scritto non vedo niente di male ad utilizzare le diavolerie che ho appena citato (tipo iphone, xbox, sky): purchè se ne faccia un uso ragionato e confinato nel tempo, dedicando spazi più ampi all'apertura mentale che la rete concede, scorazzando nelle praterie libere che pure esistono in rete, ed essendo pienamente consapevoli che sono tecnologie nate con lo scopo di controllarci e di fare grandi profitti; non so tra i due obbiettivi quale venga prima, su questo sono certo che potrebbe aprirsi una bella discussione....

Consoliamoci: qualcuno aveva previsto questo stato di cose qualche tempo fa:

Alzi la lama, controlli i cambiamenti
Mi manipolerai finché sarò guarito
Chiudi la porta
E butti via la chiave
C'è qualcuno nella mia mente ma non sono io
E se la nube scoppia, un tuono nel tuo orecchio
Gridi e nessuno sembra udirti
E se la tua band comincia a suonare canzoni diverse
Allora ti vedrò sulla faccia scura della luna
"Non posso pensare a qualsiasi cosa da dire tranne che...
penso che sia meraviglioso! HaHaHa! "


"Brian Damage", da The Dark Side of The Moon, Pink Floyd, 1973

italo29 marzo 2011, 08:36
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Ieri è mancato Paul Baran, uno dei pionieri della Rete.
Suoi sono i concetti di base che hanno reso libera la Rete e che hanno portato alla rivoluzione oggi sotto gli occhi di tutti; in pochi, tuttavia, ricorderanno quest'omo di origini polacche, un 'uomo di infinita pazienza', come ha detto il figlio.

I concetti principali proposti da Baran negli anni '60, e diventati la base 'filosofica' della Rete, sono stati questi:
- non ci deve essere nessun punto centrale di controllo
- l'informazione va spezzata in piccole parti
- ogni piccola parte può percorrere una strada diversa per giungere a destinazione.

In uno scritto del '66 ipotizzava l'uso della rete per gli anni 2000: informazione e shopping on line.

A suo modo, un profeta.
italo22 aprile 2011, 14:38
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