Lorenzo Bonino racconta Vincenzo Bianco

laura martinotti [Laura LaLunga Martin]
Venerdì 21 gennaio i lacassesi hanno sentito il racconto dell'incredibile vita di Vincenzo Bianco. 
Quella che segue è la trascrizione delle parole di Lorenzo Bonino, senza correzioni di stile e di forma. In questo modo spero di trasmettere quanto abbiamo provato noi in sala quella sera, la sensazione di ascoltare un bel romanzo di avventura ambientato tra la Russia, l'Italia, la Spagna e la Jugoslavia negli anni più terribili del Novecento, quelli del Fascismo e del secondo conflitto mondiale.

Lorenzo racconta, come fosse un ricordo per lui indelebile, tutta la storia del Novecento, con precisione di fatti e date. Per chi, come me, non ha presente ogni occorrenza da Lorenzo descritta, ho inserito dei link nel testo che fanno riferimento ad alcuni approfondimenti che possono aiutare nella comprensione del momento storico. Spero che vi siano utili come lo sono stati a me.

Infine a Lorenzo un ringraziamento per la sua forza e la sua dedizione nel darsi agli altri con così tanta passione.



Un paio di mesi fa Corrado Augias nella sua trasmissione "Le Storie" su Rai3, ha presentato il libro Prigionieri Italiani in Russia di Maria Teresa Giusti, edizioni Il Mulino, citando più volte il nome di Vincenzo Bianco.
Maria Teresa aspettando i bimbi davanti a scuola, parlando con Lorenzo ha scoperto che Vincenzo Bianco era mio cugino e mi ha chiesto di raccontare questa storia, ecco il perchè di questa serata.

Era figlio adottivo di una sorella di mia nonna (in realtà, a fine serata, verrà fuori che non era figlio adottivo ma figlio di prime nozze,del marito della nonna di Lorenzo, rimasto vedovo, ndr). Mia nonna aveva molti fratelli e sorelle quindi era cugino di primo grado del padre di Biagio, di Enrico, del mio e di molti altri di La Cassa.

Io ho saputo della sua esistenza nel 1948 perchè è arrivato scappando dalla Jugoslavia (e si capirà dopo il perchè) dove era nel governo con Tito ma voluto da Stalin e siccome nel 1944 doveva essere paracadutato a La Cassa per partecipare alla lotta partigiana, durante il volo da Mosca in Italia hanno comunicato che la zona non era sicura. Il 1944 è stato un anno tragico per la resistenza, vi erano solo più gruppi sparsi di qua e di là.
Hanno quindi deciso di paracadutarlo in Jugoslavia dove sarebbe stato al sicuro.

Da lui ho saputo poco e quel poco gliel'ho tirato fuori con le pinze, ma attraverso quanto ha detto lui e quanto raccontato da altri, ho appreso dell'avventura del suo paracadutaggio.
Dopo un breve corso di paracadutismo lo hannno lanciato su un lago, infatti non capiva come mai la luna era sotto. In realtà la luna si stava specchiando, appunto, nel lago. Dopo un atterraggio rocambolesco in acqua, guadagnò faticosamente la terra ferma e si nascose. Quando passarono degli slavi uscì allo scoperto. Lo presero prigioniero e poi riuscì a spiegare la sua situazione.
Finita la guerra rimase lì consigliato da Mosca in quanto il Partito Comunista Sovietico, Stalin, non si fidava molto di Tito e infatti gli trovarono un posto nel Ministero degli Esteri dove si distinse nella questione dei profughi istriani.
Nel 1948 ci fu la rottura, i più anziani conosco la storia, fra Tito e il Partito Comunista Sovietico perchè i nazionalisti jugoslavi non approvavano il modo di organizzare l'economia e la vita.
Vincenzo si vestì da contadino e camminò da Belgrado a Trieste senza palesarsi. A Trieste si presentò alle autorità italiane e tornò a Torino.
In un'assemblea pubblica chiese se ci fosse qualcuno di La Cassa e la mia mamma si presentò e quindi Vincenzo si palesò. Era Rappresentante ufficiale della sezione italiana del Partito Comunista Italiano nella Terza  Internazionale (Comintern, ndrinsieme agli altri rappresentati internazionali. Quando fu sciolta la  Terza Internazionale (1943, ndr) nacquero i vari partiti comunisti e a nome dei comunisti italiani firmò Vincenzo Bianco.

Queste cose non le ho sapute da lui ma da Pietro Comollo che era tra i fondatori del PCI che andarono al Congresso di Livorno del 1921 dove il gruppo di Torino ha dato vita al PCI. Il gruppo era quello di L'Ordine Nuovo. Gramsci fondò la pubblicazionesettimanale L' Ordine Nuovo nel 1919 che era già in polemica con i socialisti a cui erano iscritti tutti quelli di L' Ordine Nuovo per la guida moderata, riformista.
Dal 1920-1921 L' Ordine Nuovo venne spesso devastato e venne costituito un gruppo di volontari  (Guardie Rosse) e Vincenzo Bianco era il responsabile. Tutto questo lo raccontava Comollo durante gli anni in cui Lorenzo era in Consiglio Comunale a Torino.

Nel 1923 il gruppo di L' Ordine Nuovo (gruppo dirigente del PCI, segretario Bordiga) andò a Mosca per aderire alla Terza internazionale. Tornati in Italia (quando i fascisti presero il potere anche se non era ancora Mussolini capo del governo e il movimento operaio stava subendo la più grossa sconfitta) vennero promulgate le leggi speciali e Vincenzo Bianco venne incarcerato per sette anni.

Nel 1926 ci fu l'amnistia per fare uscire dal carcere quelli che avevano assassinato Matteotti (ordinato da Mussolini) e quindi anche Vincenzo uscì dal carcere e andò a Parigi dove c'era la sede del PCI. Quindi tornò a Mosca perchè questa era la sua funzione, stare dove era la Terza Internazionale. Nel 1928 il governo sovietico promulgò una legge che diede parità di diritti e di istruzione alle donne (su questo aspetto ho trovato delle pagine interessanti che spiegano quanto in realtà tali leggi intendessero minare le radici della tradizione della famiglia musulmana allargata, ndr) Immaginate cosa accadde in tutti i paesi islamici, dicono che di notte passavano con i carri a raccogliere i cadaveri delle donne che avevano creduto in questa legge che dava loro gli stessi diritti degli uomini. In queste repubbliche mandarono i dirigenti della Terza Internazionale per convincere quelli locali che questa era una buona legge ma dopo alcuni mesi capirono che era una missione fallimentare.
Tornato a Mosca si sposò e ebbe una figlia che però nacque senza di lui perchè Mao aveva chiesto ai sovietici un aiuto per fare un esercito di liberazione per liberare la Cina dai giapponesi e dagli inglesi e lo hanno quindi mandato da Mao. Due mesi di cammello sulla via della seta, conobbe quindi Mao e il gruppo dirigente del PC cinese. Tornato a Mosca la figlia aveva già due o tre anni.
Nel 1936, scoppia la guerra civile in Spagna (guerra di aggressione in realtà).  Elezioni con la monarchia, vince  la repubblica e la Spagna (che dominava anche sul Marocco) con Franco organizzaun esercito di mercenari marocchini e soffoca la Repubblica Spagnola. Sono nate le Brigate Internazionali e Vincenzo fu mandato a fare il commissario politico (insieme a altri) presso le Brigate Internazionali per dare una mano alla Repubblica. Non è bastato perchè Franco ha avuto l'aiuto da Hitler e da Mussolini e l'aviazione tedesca è stata determinante per capovolgere le sorti della guerra. L'esercito spagnolo repubblicano fu sconfitto e Vincenzo riuscì a evadere sequestrando l'aereo personale del proprietario di un circo tedesco e scapparono in Francia. La guerra di spagna costò circa un milione di vite umane.

Nel 1939 si ritrovò a Mosca: nel discorso di Kruscioff (nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 1956, nella sala bianca del Cremlino si svolge una riunione a porte chiuse.Nikita Sergeevic Krusciov legge una relazione che passerà alla storia come il Rapporto Segreto. Una denuncia durissima e senza appello dello stalinismo. Le critiche principali contenute nel rapporto sono il culto della personalità di Stalin, le repressioni politiche, le deportazioni e gli errori commessi durante la Seconda Guerra Mondiale, tratto da Rai Educational, ndr)si denunciavano tutti i crimini commessi da Stalin e dal PCI sovietico e Lorenzo gli domandava se non si rendevano conto. Lui rispose che lo capì da un fatto: durante una riunione dell'esercito sovietico con il gruppo della Terza Internazionale si parlò dell'accordo di non aggressione tra Molotov e Ribbentrop che aveva scatenato le ire di tutti i partiti comunisti del pianeta. Un generale aveva accusato Stalin apertamente di incoscienza perchè il grosso delle truppe sovietiche era al di là degli Urali. "Hitler ha già vinto la Francia e sta prendendo l'Europa e noi teniamo le truppe lontanissime". Stalin gli aveva risposto che uno così non meritava i gradi perchè non capiva che Hitler non aveva speranza di sopravvivere senza il loro supporto, aiuto che solo noi (russi) possiamo dare.  Nessuno ha più visto questo generale, non si seppe più che fine fece e nessuno ne dava più notizie. E quindi capirono che era un sistema che non guardava in faccia nessuno.
Hitler arrivò in pochi mesi quasi fino a Leningrado, città come Stalingrado hanno combattuto casa per casa, stessa cosa a Leningrado dove c'è un cimitero dove solo i morti dell'inverno 1942-1943 sono stati 400 mila tra bombardamenti e fame e freddo. Quel generale aveva ragione cento volte. Arrivata la guerra nel 1943 il fronte si è capovolto, l'esercito sovietico ha preso l'iniziativa e hanno cominciato ad avere centinaia di migliaia di prigionieri, soprattutto tedeschi (che aveva 3 milioni di soldati in russia) e italiani. Molto spesso non sapevano neanche dove metterli, non avevano da mangiare. Hanno chiesto agli italiani esuli a Mosca (scappati dall'italia per sfuggire a Mussolini) con Vincenzo come responsabile, di seguire i prigionieri per educarli all'antifascismo e al socialismo. Questo lavoro è durato un paio di anni ma quando Vincenzo andava a visitare questi campi vedeva la situazione tragica, persone che morivano di fame, di freddo e di malattia, cercava di sollecitare Stalin per aumentare le razione di cibo e medicine ma con scarso successo. Allora scriveva a Togliatti ma anche lui non fece molto perchè diceva che la situazione non poteva cambiare.
Una guarnigione italiana fu accerchiata dall'esercito sovietico e Vincenzo andò a trattare con un ufficiale sovietico a cui spararono. Dovette quindi stare nella neve per una notte e gli si congelarono i piedi.

Dopo il 1944 lo chiamarono in italia per organizzare la Resistenza e gli chiesero dove voleva essere paracadutato e lui chiese a La Cassa. Lo paracadutarono però in Jugoslavia.
Venne poi in Italia e per un anno fece l'ispettore della Federazione del Partito e a Roma gli addetti dell'ambasciata jugoslava gli chiedono un incontro per riallacciare i rapporti con il PCI che rispetto a tutti gli altri era più dialogante. Lui si rifiutò più volte chiedendo perchè non lo chiedevano al Partitito direttamente. Si fece convincere e combinò di trovarsi una sera in una trattoria, il cui proprietario era uno del PCI, che quando ha visto Bianco e i suoi interlocutori telefonò a Botteghe Oscure. Questi vennero e gli chiesero cosa faceva con i traditori e lo sospesero da tutti gli incarichi che aveva. In quell'occasione venne a casa mia per un paio di mesi. In quei mesi sono riuscito a farmi raccontare un po' della sua vita, ma molto poco.
Ho insistito molto per scrivere la sua vita perchè sono fatti eccezionali, una persona che ha conosciuto Lenin, Stalin Mao. Ma Vincenzo non ne ha voluto sapere.

Gli offrirono quindi un posto all'Unità per tradurre gli articoli dei giornali russi.
Nel 1972 sono stato eletto Presidente dei metalmeccanici della CNA e quando andavo a roma lo vedevo. A quei tempi stava con una compagna (Angiolina) e faceva il traduttore all'Unità. Gli ultimi anni sono stati un grosso tormento per lui. Nel 1971, il cinquantesimo anniversario della fondazione del PCI, celebrato qui all'Alfieri, da Mosca venne il figlio di Gramsci la di cui moglie era russa. Era un violinista e lo lasciarono uscire dall'unione sovietica e Lorenzo lo conobbe.
L'ultima cosa che ricordo è che è morto il primo agosto del 1980 e durante il ritorno da Roma ci diedero la notizia della strage di Bologna.


Ecco, questo è quanto ha raccontato Lorenzo Bonino. 

[dalla sezione cultura/storia]

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