Sogno o son desto? Considerazioni sul voto

lorenzo bonino
Immagine da Shannonkringen
Credo che sul risultato del voto del 15 e 16 maggio, ma soprattutto su quello del 29 e 30 ci siano molte riflessioni da fare per chi è o si considera di sinistra.

La prima di queste è che nei 65 anni precedenti in cui si è votato sia nelle politiche che nelle amministrative non è mai avvenuto un cambiamento così repentino. Cito solo due esempi a Napoli De Magistris è passato dal 27% al 65% in due settimane, a Novara il candidato del PD con 15 punti in meno al primo turno rispetto al candidato della lega ha vinto al secondo turno!
Una prima considerazione è che contano sempre meno i simboli dei partiti e sempre di più la figura del candidato, la seconda, non è vero che i moderati, che sono la maggioranza degli italiani, non votano per i candidati considerati a torto o a ragione estremisti, e se si fanno le primarie seriamente si vince anche dove poteva sembrare impossibile.

Un'altra considerazione è che soprattutto al nord il cambiamento è stato generale. Ricordo un fatto che è indicativo, a Chivasso nella precedente elezione amministrativa il ballottaggio è avvenuto tra due liste di centro destra, e non c'era mai stata una amministrazione di sinistra, e si è vinto anche lì!
Come è potuta accadere una svolta di queste proporzioni!
Credo che questo fenomeno sarà oggetto di studio da parte degli "addetti ai lavori" ma penso di poter dire che il contributo maggiore lo abbiano dato Berlusconi e la sua corte.

Gli italiani non hanno più sopportato la falsità, la volgarità, la megalomania, gli insulti, l'immoralità, l'esibizione sfacciata della ricchezza personale di questo personaggio che ha squalificato l'Italia nel mondo. (*)
La sinistra ma non solo, tutte le persone per bene, le forze politiche che hanno a cuore gli interessi del paese hanno una grande occasione per cambiare sorte!

Se sapranno superare gli interessi di "bottega", se sapranno anteporre gli interessi del paese a quelli della scuderia, se si faranno le riforme vere ad iniziare dai costi dell apolitica, l'Italia tornerà ad essere un paese normale, europeo non solo di nome!
Un paese con meno ingiustizie, con meno mafia e camorra, con meno evasione fiscale con una più equa distribuzione dell aricchezza verso le categorie più svantaggiate; precari, cassintegrati, disoccupati, pensionati al minimo, ecc. Ma perchè ciò possa avvenire è indispensabile che i cittadini partecipino alla vita politica w non diano deleghe in bianco a nessuno.

"Io ti mando in parlamento, ti faccio fare il sindaco ma tu mi rendi conto di cosa fai e se devi decidere cose importanti che riguardano il mio futuro prima devi chiedere il mio parere!" Questa è democrazia di sostanza, non solo di forma!

A volte mi viene un dubbio... non sarà mica stato un sogno?

(*) Ovviamente, la crisi che continua ormai da tre anni, con tutte le conseguenze che sappiamo e che non sto ad elencare, ha creato un profondo malessere nel paese, e anche i più anestetizzati dalle scemenze televisive si sono resi conto che le prediche di Berlusconi sono diventate indigeste.

italo 5 giugno 2011, 21:25
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Alla fine dello scritto la frase 'Io ti porto..' è quella che più mi ha colpito; soprattutto  il 'tu mi rendi conto di cosa fai' e 'se devi decidere mi chiedi'.

Sembrano banalità, cose ovvie, invece per quella che è la mia limitata esperienza non lo sono affatto; anzi, spesso sono capovolte, nel senso che l'eletto, o l'amministratore, o il Presidente, chiamatelo come volete insomma il 'rappresentante' si sente superiore ai rappresentati, men che meno in dovere di fare qualcosa perloro perchè si sente investito dal volere divino per una missione che va oltre l'intelleggibile dai comuni mortali, comunicabile solo ai propri pari.

Capita ai nostri ministri: li vedete che manifestano spesso una chiara sindrome di delirio di onnipotenza; lontanissimo è lo spirito di servizio con il quale 'tu mi rendi conto' e 'mi chiedi' prima di agire. Non si deve salire in alto per notarlo, l'abbiamo visto anche nella nostra piccola realtà: micropoteri vengono utilizzati per evitare la trasparenza ed il 'mettersi a disposizione' utilizzando lo sgabello su cui si è seduti non come punto di rappresentanza ma come posizione di forza.

Ed è questo, secondo me, il 'male' della classe politica evidenziato da Lorenzo; e questa è la rovina di tante persone che fanno politica con spirito genuino ma che troppo presto dimenticano di essere rappresentanti e s'innamorano del proprio posto, del proprio piccolo potere, del loro sgabello. L'abbiamo visto nel nostro recente passato quando movimenti di 'duri e puri' hanno raggiunto le brezze del ponentino che ne ha smussato i contorni rendendoli simili ai nemici che volevano combattere.

Proprio per questo le schermaglie tra il cinghiale e la mini minor, non sempre giunte in superficie su questo sito, hanno senso nella discussione. Il movimento stellare difeso dall'artiodattilo ora presenta 'duri e puri' che devono ancora dare prove di resistere alle brezze del potere; invece altri navigati politici 'tradizionali' (pd e altro)  difesi (!) dalla Innocenti  proprio dopo queste lusinghe riescono a volte (ogni tanto, a fatica) a proporre iniziative meritevoli. A chi dare l'appoggio (=il voto)? Questo il dilemma.

Penso che ciò che manchi alla nostra classe politica, a tutti i livelli, sia il concetto di politica come servizio; mi spingo anche a qualche considerazione più in là, guardando alla nostra storia. Manca lo spirito di servizio perchè manca una 'scuola di politica' che insegni qualcosa alle nuove leve; manca una 'scuola di politica' perchè mancano idee fondanti sia da una parte che dall'altra. Va bene, chiamarle ideologie mi espone ad un fuoco di fila; ma una volta chiarito il termine penso che resti la sostanza: senza le fondamenta non si costruisce nessuna casa.

Non penso sia sufficiente dire che dobbiamo essere tutti bravi onesti e guadagnare il giusto per fare politica; per mettere in atto le scelte che portano avanti un paese immagino sia necessario agire navigando con una rotta chiara, utilizzando metodi che da quella rotta siano ispirati. Non basta essere bravi e onesti marinai per guidare una corazzata; ci vuole studio, sacrificio, altruismo, conoscenza, impostazione, lungimiranza; solo così quello che sembra un sogno può approdare a qualcosa che assomiglia alla realtà.

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