ciao, zia Amelia
Sono Antonio il compagno di Cesarone, anzi ex compagno.
Scusa se m'intrometto nella vostra casella personale, ma so quanto gli
vuoi bene e se qualcuno può capire la nostra odissea, quella persona sei
tu.
Cesare non c'è più.
Il Cesarone che noi amavamo non c'è più, ci ha provato, ha lottato ha
sofferto, ma poi alla fine ha ceduto.
Finchè eravamo nella sua tana circondato dai suoi amici, era Lui "er
massimo de roma", poi quando per mille motivi dovevamo calarci nelle
problematiche di tutte le coppie, quando dovevamo immergerci nel mondo
normale per la spesa, un cinema, una passeggiata ...allora cominciava il
calvario.
Le mezze parole, i sorrisi ebeti dei passanti, i falsi salamelecchi dei
commessi, o le offese inequivocabili di bulli, ogni uscita un tormento.
Un tormento e un pericolo, perchè Cesarone mio non si faceva passare una
mosca sotto il naso, fosse il farmacista, il vigile o un esercito di bulli, tutti li faceva arretrare con la coda fra le gambe.
Ma non era vita, e Cesarone non doveva rischiare la propria incolumità ogni
momento, ogni respiro.
Così quando rientrando nel nostro nido d'amore dopo una giornata di lavoro,
l'ho visto seduto sulla sedia con una valigia tra le gambe, non ho
proferito parola mi sono messo di lato, lui si è alzato ha preso la porta ed
è sparito nel vano delle scale.
Zia Amelia che sofferenza mi sono sentito come Lucia strappata a Renzo, ma
ancora più impotente, senza speranza, non un don Rodrigo, ma cento,
mille, non potevamo vincere senza subire e Cesarone non aveva gli anticorpi
che hanno gli oppressi, gli sfigati, i disgraziati, sarebbe morto sul
campo e io non potevo permetterlo.
L'ho rivisto, il mio Cesarone, in pizzeria solo pochi giorni fa.
Bello e forte come il sole, circondato da amici e belle donne, mi ha visto, ma non mi ha cercato con lo sguardo, ha continuato a ridere a mangiare,
era il re della tavolata, a stento ho trattenuto le lacrime.
Poi un fatto...
un paio dei suoi amici che avevano intuito di che pasta ero io e il mio
accompagnatore, ha cominciato a preparare il solito scherzo di antico e
malsano gusto: un piatto con un bel cetriolo e due pomodorini
d'accompagnamento .
Poi sghignazzando si apprestavano a consegnarci l'ambito regalo.
"do credete d'andà? sedeteve !!
Cesarone !!una parola e i due meschini si sono seduti senza fiatare e senza
spiaccicare parola, con il re di roma non si discute.
Quando sono uscito non ce l'ho fatta a non voltarmi, lui mi stava seguendo
con lo sguardo, mi ha fatto l'occhiolino
e gli occhi gli si sono inumiditi,
AH CESARE CHE FAI PIAGNI?
SI TOFOLO PIAGNO M'ENTRATA NA BRUSCHETTA SANA SANA NELL'OCCHIO.
ALLI MORTACCI CESARE MA CHE OCCHIO TIENI ???
Questo è tutto, ti voglio bene zia Amelia e anche Cesarone, sono sicuro,
non ti ha dimenticata.
tuo Antonio