Guardare lontano, tra cemento e ambiente

italo losero

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E' di questi giorni l'approvazione della variante al piano regolatore che rende definitiva l'azione che l'amministrazione del nostro comune intende mettere in atto sul territorio, di cui si è parlato ultimamente (leggetevi al dichiarazione di voto contro il piano dell'unico consiglere che si è opposto) ed in passato (per esempio sul forum) anche su questo sito, in particolare per la zona della Mattodera, e su qualche giornalino locale, ironizzando sui fazzoletti per anime eccessivamente sensibili e piagnucolone; ne vedete riportata una parte nello stesso link al forum.

 

Non ci sono differenze tra l'attuale amministrazione e l'opposizione; sempre in lotta tra loro si trovano d'accordo sul piano regolatore avendo esteso insieme ed in tempi diversi le norme che lo costituiscono e che, una volta attuate, avranno come conseguenza l'alienazione di suolo naturale a favore di insediamenti urbani; come è già stato scritto in altra sede si tratta di favorire pochi (i proprietari dei terreni - qui una prima indicazione, prima della variante-) a sfavore di tutti, perchè l'ambiente è un bene comune.

Altri hanno dimostrato che i proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione sono sideralmente lontani dagli svantaggi che il territorio subisce; ma si sa, l'importante è navigare a vista e queste sono solo fantasticherie ambientalistiche. Di piani regolatori che NON prevedano l'espansione dell'urbanizzazione non se n'è mai sentito parlare, almeno da parte di qualche componente della giunta; viceversa in altri contesti di piani regolatori a crescita zero se ne parla parecchio.

 

Intervallo
Mattodera - Panorama d'inverno - 2011

 

In un territorio come il nostro l'ambiente dovrebbe essere la principale risorsa da valorizzare; vediamo invece che si agisce in senso opposto favorendo la distruzione dell'ambiente naturale e lasciando nell'abbandono le azioni che meritoriamente erano state fatte in passato per evidenziarne e condividerne i pregi.

Mi riferisco alla zona dell'area umida di La Cassa; un tesoro che abbiamo a disposizione e che è lasciato marcire nell'abbandono più totale.

 

Intervallo
Ceronda presso l'area umida di La Cassa: com'era nel luglio 2011

 

Si tratta di un complesso di alto pregio ambientale che era stato progettato e insediato dalla ex comunità montana; una realizzazione atipica realizzata tramite camminamenti e terrazze in legno poste a qualche metro dal suolo che mette direttamente a contatto con il piano più alto della vegetazione di quest'area 'navigando' al di sopra del primo strato di sottobosco sopra un'area con canali d'acqua e camminamenti tra i boschi. Le terrazze, disegnate a forma delle foglie della vegetazione soprastante, consentono di godersi la frescura dell'ombra degli ontani, delle querce, dei pioppi; a pochi passi dal paese è (era) possibile godere di una tranquillità in un ambiente che si ripropone così come poteva essere qualche migliaio di anni or sono. Una serie di cartelli indicatori elenca le specie vegetali e animali e le caratteristiche della zona.

 

Conosco e frequento questa zona da qualche anno; è veramente triste vederne ogni anno il successivo degrado, anche se qualche intervento di pulizia è stato fatto. Per la prima volta quest'anno passando sulle terrazze ho temuto di sprofondare; ormai le assi stanno cedendo e cominciano a marcire sotto lo strato di foglie che si sono depositate, il passaggio non è più sicuro. Non esiste più la strada d'accesso, ormai 'rubata' dalle coltivazioni agrarie, i rovi impediscono di accedere alle terrazze, i cartelli si stanno rovinando e qualche albero è ormai caduto sulle protezioni facendole cedere in parte; immagino che presto ci sarà qualche biancorosso  divieto di ingresso ed il tempo e l'incuria termineranno l'opera eliminando definitivamente una delle poche strutture di valorizzazione ambientale del nostro territorio. Siamo tutti d'accordo?

 

Area umida - alberi crollano sulle terrazze

 

Si favorisce il cemento, si abbandona l'ambiente; quale sintesi potrebbe essere più immediata per denunciare quella che sembra la miopia dei nostri amministratori? E' certo che far cassa con gli oneri di urbanizzazione è molto più facile del mettere in atto politiche di difesa, valorizzazione e sfruttamento delle risorse naturali del territorio; è facile affermazione sostenere che con i tagli attuali una amministrazione comunale non può permettersi certi 'lussi' ambientali; meglio mettersi il cuore in pace e relegarli a qualche tessera ambientalista da tenere in tasca.

Se questa è la ratio, rassegnamoci: lasceremo ai nostri figli e nipoti un territorio rovinato rispetto a quanto abbiamo ricevuto e facile viene l'analogia con la parabola dei talenti: come abbiamo saputo sfruttare le risorse che abbiamo avuto?

 

 

Non posso credere che non esista via d'uscita; esistono esempi in altre parti d'Italia che testimoniano come sia possibile valorizzare e difendere il territorio attingendo risorse dai molti programmi che a livelli diversi le mettono a disposizione. Certo non è facile scrivere progetti, allearsi con comuni vicini, spendersi e impegnarsi, ricercare le fonti di finanziamento, trovare le risorse che vengono messe a disposizione, muoversi per mettersi a contatto con chi è vicino agli enti decisori e può dare utili consigli.

Non è facile e richiede tempo, impegno, volontà.

Ma non sono cose facili quelle richieste a chi ci amministra; ad essi oltre al voto è stata data la fiducia per una gestione oculata del territorio che prima di tutto vuol dire non abbandonarlo; un terreno urbanizzato è perso per sempre all'ambiente.

 

Un giorno quando ci troveremo davanti a ripetitive villette a schiera ricordando i prati e i boschi precedenti cosa potremo fare per rimediare? Consolarci con i profitti dei privati possessori dei terreni? Con gli oneri di urbanizzazione, che saranno ormai un ricordo? Se, quel giorno, ci troveremo insieme mi raccomando: portatevi i fazzoletti.

 

Nel frattempo vi consiglio di riflettere con una passeggiata nell'area umida; ci sono zone di una frescura inimmaginabile anche nei giorni più caldi, passagi bellissimi e animali inconsueti; un vero tesoro a due passi da casa che oggi abbiamo perchè, per fortuna, nessun amministratore ha pensato di costruire in quella zona, realizzando anzi un parco, che è uno degli ultimi residui del bosco planiziale che era la foresta padana, prima che diventasse la pianura padana; praticamente tutto il nord italia era foresta, ora ce n'è rimasto solo un pezzetto ed è qui vicino a noi.

Meditate su questo, quando passeggerete nell'area umida: state vedendo uno spettacolo unico nel suo genere, state godendo della lungimiranza degli amministratori passati.

Spero con tutto il cuore che un giorno si possa dire lo stesso di quelli attuali.

Laura LaLunga11 luglio 2011, 07:57
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Grazie Italo.

La mia dichiarazione di voto contrario è solo una delle tappe di un percorso iniziato da tempo. Un percorso che mi ha portato a comprendere quanto una pianificazione territoriale di questo tipo sottrarrà alle future generazioni grandi porzioni di boschi e prati. Irreversibilmente.

Per questo motivo le mie azioni di denuncia e contrasto al maltrattamento del nostro territorio non si esauriranno con la mia dichiarazione di voto.

Attendiamo, nel frattempo, che il piano regolatore torni dalla Regione Piemonte e poi verificherò la possibilità di mettere in atto ulteriori azioni. Da quanto posso capire (e per quel che posso sperare) non sarò sola in questo cammino.


Riporto, per completezza di informazione, la mia dichiarazione di voto durante l'ultimo consiglio comunale:

 Quando, durante la precedente amministrazione,  si iniziò a parlare della quinta variante diedi un libercolo da leggere ad Alberto che trattava dei comuni virtuosi a crescita zero. Alla consegna del libro ci fu una breve discussione durante la quale esternai le mie perplessità sulla possibilità di ampliare ancora il suolo consumato. Mi venne risposto che senza gli oneri di urbanizzazione il comune sarebbe andato in fallimento Per la verità questa affermazione l'ho sentita pronunciare anche dall'attuale amminsitrazione. Insomma tutti d'accordo. Arrivarono quindi le osservazioni della regione piemonte nelle qualli si evidenziava il fatto che l'aumento del suolo consumato era notevole, troppo. E quindi si chideva di ridurlo. In quell'occasione studiai più attentamente la variante e con l'aiuto di google maps mi resi conto che grandi porzioni di terreno boschivo e di prato sarebbero sparite a beneficio di eleganti villette a schiera. Non potevo accettarlo. Non posso accettarlo. L'accoglimento delle osservazioni della regione piemonte e stato fatto in modo, per così dire, elastico. Una notevole riduzione del suolo consumato si è ottenuta togliendo il pec1, l'unica zona che aveva forse senso costruire, ma si sono mantenute tutte le zone che ora sono boschi, prati. Boschi e prati. Stiamo dotando le nostre future generazioni, i nostri figli e i nostri nipoti di un paese dove al posto del verde, di boschi e di prati ci saranno cemento e asfalto. Avranno salotti comodi nei quali giocare ma meno alberi sui quali arrampicarsi. Impegnarsi in un piano regolatore a crescita zero non è cosa semplice ma è fattibile. Sarebbe stato necessario un completo stravolgimento dell'idea di conduzione dell'amminstrazione di un paese. Sarebbe stato necessario valorizzare il nostro territorio per quello che può offrire così com'è, con il Parco della Mandria vicino, con i sentieri da rivalutare, i campeggi da rilanciare e una politica tesa al benessere degli abitanti di la cassa e non al loro incondizionato aumento (per altro difficilmente supportabile con adeguati servizi che già ora sono carenti, vedi la scuola materna e i trasporti, tanto per fare un paio di esempi. Questa variante non mi trova d'accordo, la filosofia stessa che sta alla base di questo piano regolatore non mi può trovare d'accodo. Non posso essere complice della sostituzione di interi appezzamenti verdi con del cemento, anche se poi attorno al cemento ci saranno dei giardini, ma saranno cintati. Spero che quanto fatto in questi mesi sul sito di lacassa.net, il fatto di aver reso pubblico il piano regolatore, le osservazioni della regione e di rendere pubbliche soprattutte le mie perplessità e quelle di altri numerosi cittadini porti questa e le future ammiinstrazioni a sentirsi in qualche modo osservata nelle sue azioni e la porti  anche a considerare una sesta variante a misura di natura, di uomo e non di consumatore.  Per questi motivi esprimerò il mio voto contrario.
Nel pessimismo che sta invadendo il mio animo negli ultimi mesi, motivato dalle brutture che l'informazione del nuovo ordine globale ci sta proprinando, trovo un piccolo fiato di speranza nel continuare a lottare per la nostra comunità.  Perchè è di questo che si tratta, preservare e far crescere la comunità nella quale si vive, nella consapevolezza che tante piccole comunità formano una Paese, un paese migliore.

Il primo passo, che ritengo indispensabile ora, è difendere il nostro territorio, a costo di piangere lacrime chimiche.

pace
LLL

ps Noi al Colverso i fazzoletti li abbiamo già preparati da un pezzo ;-)

 
italo26 luglio 2011, 07:51
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'una fitta rete di inesattezze, pressapochismo e disfattismo in nome di un ambientalismo opportunistico e abborracciato “ad usum sui”': questo il giudizio che mi pare venga dato sugli argomenti esposti in questo articolo. Ritengo interessante leggerne le motivazioni sul sito unpaesepertutti.net nell'articolo 'La Colata'; vengono presentate alcune note a favore dell'attuale impostazione urbanistica.

Ritengo della massima importanza che di queste cose si parli, si scriva, che chiunque possa dire ciò che pensa dando il proprio contributo alla crescita comune; non mi importa molto di chi sia la ragione, quanto che le scelte urbanistiche effettuate siano effettivamente rappresentanti della volontà di chi vive nel territorio. Lo sostengo anche dopo essere stato precedentemente bollato con un bel 'Perchè certe persone brillano solo nella disinformazione'.

Ringrazio per questo il sito / la lista unpaesepertutti che ha voluto rilanciare l'argomento sul quale stiamo aspettando il secondo appuntamento sulle motivazioni dell'attuale pianificazione urbanistica (previsto 31 gennaio/4 febbraio o 7-14 febbraio?"); sarebbe interessante anche, come proposto da Alberto Casale, una pubblica sessione da parte dell'attuale maggioranza sullo stesso argomento, in questo modo potremmo capire, al di là delle baruffe chiozzotte, le reali distanze tra i due modi di intendere l'urbanistica.

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