Niente da festeggiare

Vittoria Fauro
Non ho mai pensato all'8 marzo come ad una festa e ho sempre scoraggiato tutti a regalarmi la mimosa.
Perdonatemi, ma non la capisco proprio questa "festa".
Mi si dirà che devo vederla come un'occasione per le donne per stare un po' insieme.
Ci sono molti altri giorni e molti altri modi per farlo.
Per esempio il 14 Febbraio con alcune amiche siamo state in Piazza Castello per essere parte di un flash mob organizzato a livello mondiale contro la violenza sulle donne: "One billion rising"
Mi si dirà poca cosa.
Forse è vero, ma è da tanti poco che nasce qualcosa e se tutto questo agitarsi e danzare agli angoli estremi della terra avesse provocato anche solo un fremito e anche solo una donna avesse trovato la forza per opporsi ai soprusi e alla violenza, beh, forse non è stato un agitarsi invano.
 
E non pensiamo che siano cose distanti.
 
137 donne uccise nel 2011 in Italia
110 donne uccise nel 2012, quasi una ogni tre giorni.
Sono mogli, madri, compagne, fidanzate uccise dagli uomini che stavano loro accanto, mariti, padri, fidanzati, ex compagni per sopraffazione, possesso, per un modo sbagliato di vivere il rapporto con l'altra, per incultura generale, quella che ancora domina nel nostro Paese le relazioni uomo-donna.
Una violazione perpetrata dei diritti umani che deve essere affrontata in modo politico, come una piaga sociale.
(fonte www.presadiretta.rai.it)

L'articolo 3 della nostra costituzione parla chiaro:
 
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
 
E' compito della Repubblica....cioè sarebbe meglio dire di ogni singolo cittadino della Repubblica, coi sui piccoli pensieri, coi suoi piccoli gesti, coi sui piccoli incerti passi di danza.
Come dice la musica del flash mob, break the chain, (qui il testo con la traduzione e dei buoni spunti di lettura).

 
Quindi, per favore domani, lasciate perdere la mimosa.
Magari un altro giorno, se mi volete bene, regalatemi una rosa.


Foto di Mati

Luca 8 marzo 2013, 00:26
Beh Vit,
non ho parole!
Tutto quello che direi o scrivessi sarebbe superfluo, considerati regalata una rosa.
biagio 8 marzo 2013, 06:48
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Vitty, perfettamente condiviso...
Adesso però l'essere vivente ha anche bisogno di "ritualità" di date come pietre migliari per soffermarsi a ricordare..
Come allora non ricordare a proposito dei diritti, come l'altro giorno era il 4 MARZO..data importante.
Lo STATUTO ALBERTINO, con cui Carlo Alberto, "restaurato" dal vento della Conservazione dopo il Congresso di Vienna, concedeva al Popolo la Libertà di RIUNIRSI.
Ed il Popolo non solo si riunì , ma si associò...e nacquero i MUTUI SOCCORSI, che poi diedero vita al Movimento COOPERATIVO..

Fu la prima volta in cui si stabilì...UNA TESTA UN VOTO...comprese ovviamente le donne..
Decisione rivoluzionaria in quanto con la successiva Unità d'Italia aveva diritto al voto , per censo e per genere, LE DONNE NON AVEVANO DIRITTO, non pù del 10 % della popolazione.
Ci volle Togliatti, ministro guardasigilli.., nel dopo guerra, a concedere il voto alle donne...conscio allora, che il PCI sarebbe stato penalizzato...perchè il rapporto DC/ Chiesa Potere con le donne, era più stretto.
Per ritornare ai giorni nostri, è innegabile come il Movimento 5 stelle, la sua base, sia portatrice di istanze nuove, di Energia Positiva.
A mio avvio, però, è antistorico affermare che tutti i partiti sono uguali, cancellare con una battuta tutta la Storia, che è contiunua EVOLUZIONE del Movimento Operaio...
Fraternità, Pace, Armonia e Giustizia Sociale per tutti gli Esseri che calcano questo Pianeta, Gaia...

italo10 marzo 2013, 18:49
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Su quest'otto marzo hai scritto bene, e vorrei commentarti; perchè la femmina m'ammalia, mi circuisce il concetto in sè.
Ricordo Vito Catozzo, il personaggio di Faletti comico, che sosteneva "non è l'8 marzo la festa della donna. IO sono la festa della donna!"
Non è certo in questi termini che ne vorrei parlare; tuttavia tonnellate di discussioni con l'altra metà del mondo mi sollecitano a proporre qualcosa che vada al di là del solito.
Spesso si dice che le donne abbiano una marcia in più; può essere inteso in molti sensi, sicuramente tra questi la possibilità di generare la vita è una 'caratteristica' indiscutibilmente di genere per la quale l'uomo non può che provare una profonda invidia sul piano filosofico-metafisico e anche materiale. Per altri versi le caratteristiche di amore e cura del nido, di grazia nelle forme e nei modi, di acuta (a volte acuminata...) sensibilità vanno a completare un quadro che sembra relegare l'uomo a livello di fuco.

Si trovano alcuni uomini che riconoscono questa differenza in positivo per la donna, altri no; è tuttavia difficile trovare donne che non sottolineino questa loro 'superiorità' di genere; posso dire che mediamente, quindi, questa "marcia in più" sia pensiero condiviso.
Eppurtuttavia... proprio qui si annida un vulnus, proprio nel momento in cui si riconosce una superiorità di genere della donna si spalancano le voragini dei pensieri cupi.
Dio fece Napoli; e vide che era cosa bellissima, troppo bella. Per questo, per equilibrare le cose, creò i napoletani... avrete sentito molte volte questa storiella, spesso citata dai partenopei stessi o mutata nei luoghi e nelle forme; il concetto di base è che in natura deve essere presente un equilibrio. Lo si nota nel creato intero: ovunque è l'equilibrio tra polarità, il flusso da una parte verso l'altra che genera l'armonia e l'esistenza stessa.

Nel momento  in cui si postula la superiorità di genere della donna si deve pensare ad un riequilibrio delle posizioni; ammesso e non concesso che questa superiorità esista deve altrettanto essere presente un fattore 'discendente' che riporti l'equilibrio.
E qui, per amor di discussione, si potrebbe porre la nemesi che la storia ha posto sul capo delle donne: ripudiate, relegate a ruolo minore, bruciate sui roghi, private di diritti, messe in minoranza, svergognate, messe in ruolo 'minore' ovunque.
Ecco quindi la provocazione: donne non relegate dallo strapotere del maschio ma dalla storia a causa della loro autoriconosciuta superiorità, una specie di hybris, di invidia degli dei, per la quale sono state punite. V'è piaciuta la mela? Ora digeritevela...

Mi rendo conto che è una posizione provocatoria e confido nella magnanimità di chi legge; spero che questa discussione possa portare verso lidi non banali.

Certo, in questo modo cerco di ristabilire un po' di credito al genere dei fuchi dei quali è altrettanto difficile parlare; non si parla quasi mai delle caratteristiche che definiscono il maschio se non in termini di machismo o di grossolani giudizi, mi piacerebbe avviare una discussione in questi termini che tenda a definire cos'è che rende peculiare l'essere di genere maschile, cioè su quelle caratteristiche che rendono inimitabile l'uomo da parte della donna. (pendio scivoloso?)

Tra i due poli resta infine l'immutata legge d'attrazione, ciò che spinge gli uni verso gli altri, la legge stessa del funzionamento dell'universo che separa per unire, quella che era la regola base dell'alchimia: solve et coagula.
Ed è grazie a questa legge d'attrazione che tendo a vedere molto di più gli aspetti positivi dell'altra metà del mondo, che vengo illuminato dalla dolcezza e dalla grazia di ciò che è femminile; se Vito Catozzo diceva di essere la festa della donna, posso parafrasare che, per me, ogni donna è una festa.

Auguri Vic, a te e alle donne grandi come te; anche l'8 marzo.
Laura LaLunga13 marzo 2013, 09:45
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Ieri si è spenta Teresa Mattei, Donna Costituente le ho dedicato un articolo qui.

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