Forse, se ci fermiamo subito, siamo ancora in tempo a non distruggere del tutto il nostro paesaggio. Invece tutti i segnali che ci arrivano dicono che stiamo andando esattamente in questa direzione.
E' stata approvata in Regione la V variante al nostro piano regolatore, sulla quale ho già espresso pareri molto critici ma che naturalmente è una guerra contro i mulini a vento per chi come me, è in mini-minoranza.
Il parto dell'approvazione di questa variante è stato lunghissimo, un parto travagliato e non scevro di polemiche. Infatti la Regione aveva rimandato in Comune la variante con il consiglio di diminuire drasticamente il suolo consumato che era, effettivamente, eccessivo. Detto, fatto: gli urbanisti, con l'approvazione del consiglio comunale e con il mio unico voto contrario, hanno elaborato alcuni tagli et... voilà, la Regione, contenta, ha approvato. Peccato però che, ad esempio, per raggiungere il meritorio scopo di diminuire il suolo consumato (e quindi cementificato) si sia ricorso al taglio di zone all'interno della già esistente area urbanizzata, mentre sono state mantenute intatte le aree edificabili su alcune aree boschive che vedranno la loro trasformazione in virtuose villette a schiera.
Ma si sa, pecunia docet e senza gli oneri di urbanizzazione il Comune fallisce....
Altra questione che tocca pericolosamente da vicino il nostro paesello e che ci proietta verso un futuro splendente (!) è la diga della Combanera. Sul sito www.lacassa.net vi è una presentazione molto dettagliata del progetto che rende bene l'idea dell'enorme impatto ambientale che questa opera avrebbe sul nostro territorio: 98 metri di altezza della diga che sbarra la Stura di Viù e sommerge la Val di Viù con 50 milioni di metri cubi di acqua. Un progetto che cambierà totalmente il paesaggio di La Cassa, tenuto conto che il nostro territorio ospiterà l'impianto di potabilizzazione dell'acqua destinata a Torino, facendo scomparire del tutto la zona, ad esempio, del Querceto. Un progetto fermo da qualche decina di anni ma già approvato a livello Ministeriale, reso definito con priorità A (massima) entro il 2016, nel documento della Regione Piemonte (Allegato Tecnico PTA – REV. 01 luglio 2004 , Indagini e studi finalizzati alla predisposizione del piano di tutela delle acque) che definisce le priorità di alcune grandi opere regionali e che aspetta solo di essere attuato in quanto "La crescente diffusione degli inquinamenti chimici negli acquiferi sotterranei, dal cui sfruttamento dipende allo stato attuale il 70% dei fabbisogni idropotabili dell'hinterland torinese, e l'esigenza di migliorare la qualità delle acque destinate al consumo umano (D.Lgs. 31/01), hanno ulteriormente evidenziato l'utilità potenziale del nuovo impianto di Combanera".
Quindi, invece di destinare finanziamenti a misure che tendano alla riduzione dell'inquinamento chimico delle acque, continuiamo a perseguire un futuro di sviluppo smodato senza pensare che forse sarebbe meglio conservare l'esistente, manutenerlo come si deve, ripristinarlo dove serve.
E poi il TAV che con l'ultima variante non ci tocca più da vicino e quindi chi se ne importa, non considerando il fatto che tutte le risorse lì convogliate (ogni giorno il cantiere militarizzato della Maddalena costa, a noi cittadini, 90 mila euro) potrebbero essere altrimenti utilizzate per tenere in vita e migliorare i servizi di pubblica utilità. Quanti sanno che è in previsione la chiusura degli Ospedali di Giaveno, Avigliana e forse Susa? E quanti sono al corrente che, nel momento in cui ci sarebbe più bisogno di vigilare sulle pratiche finanziare legate ai progetti TAV, a Susa chiuderanno il Tribunale, sottraendo così forza all'azione di vigilanza nelle zone interessate dai cantieri?
Fermiamoci, quindi. Il mio appello è rivolto ai piccoli e grandi amministratori delle nostre valli: fermiamo gli investimenti di denaro destinati a grandi e piccole opere che sono progettate per un futuro non più sostenibile e che è diverso da quello statisticamente previsto quando questi progetti furono concepiti. Destiniamo invece questi investimenti alla manutenzione degli impianti attuali, allo sviluppo dei servizi al cittadino.
Iniziamo a valutare il progresso della nostra civiltà non con il PIL ma con la Felicità Interna Lorda, intesa come felicità dell'individuo. Diceva Kennedy, in un suo discorso, che il "PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi"
Fermiamoci, forse siamo ancora in tempo a prendere una nuova direzione e ad andare avanti progettando un futuro migliore per noi e i nostri figli.
Oppure spariamo a Kennedy e andiamo avanti con questi progetti.