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italo losero [italo]

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Immagine di Luigi Masella da Flickr.
A quanto sembra, secondo quanto ci ricorda Marco sul forum,  a primavera voteremo il referendum sulla caccia; ad un paese  che si chiama 'La Cassa', nome che sembra sia proprio derivato da 'La Caccia', la cosa dovrebbe interessare.
Ci si aspetta quindi che forze politiche e amministrative del territorio si pronunceranno in un modo o nell'altro, spero evitando il pilatesco 'ognuno faccia secondo coscienza'; già qui vedo un piccolo problema perchè nessuno vorrà inimicarsi i cacciatori presenti nel nostro comune.

In vista del referendum è bene ricordarsi alcuni punti per poterne ragionare: il referendum è a livello regionale, non abolisce la caccia ma limita il numero di specie cacciabili (rimarrebbero 'solo' lepre, fagiano, cinghiale), vieta la caccia di domenica e su terreno coperto da neve, restano validi gli abbattimenti selettivi necessari a proteggere il territorio; la richiesta del referendum risale all'88. Non è necessario un quorum*, vince la maggioranza comunque.

Il percorso della limitazione della caccia in Italia è passato a livello nazionale dal concetto 'si può cacciare di tutto tranne...' al concetto di 'non si può cacciare nulla tranne....' per poi passare alle leggi regionali che qualificano il 'tranne', cioè stabiliscono l'elenco delle specie cacciabili.

Nel nostro territorio ci sono cacciatori; li si ritrova a festeggiare le giornate venatorie, li si vede al mattino posteggiare i fuoristrada con i cani nelle stradine sterrate, li si sente sparare quando si passeggia per i boschi.
Molti di loro sostengono di essere la vera salvaguardia della natura: di amare e curare il territorio, di manutenere percorsi e sentieri; sostengono che è vero amore per l'ambiente ciò che li spinge al mattino presto a vagare per i boschi a sentire gli odori dell'alba, vivere a contatto con la natura, respirare aria buona e sentirsi vivi.
Non ho nulla da obbiettare a questo, anzi, mi sembra un atteggiamento meritorio e positivo; ciò che non comprendo è tutto ciò che succede collegato alla mentalità di morte che la caccia si porta dietro.
Tutti siamo ben consci che se in questo discorso ambientale sulla caccia sostituissimo il fucile con la macchina fotografica tutta la prima parte, relativa all'amore per l'ambiente, resterebbe salva; sappiamo comunque che questa sostituzione toglierebbe il gusto della caccia ai cacciatori.

Allora mi chiedo, e vi chiedo, e chiedo ai cacciatori: cos'è questo gusto della caccia? Provo a darmi qualche risposta; non pretendo certo d'aver ragione, mi piacerebbe un confronto su questi argomenti.

Penso  ci sia il gusto dell'arma, il fatto di avere, detenere, curare, pulire, amare un pezzo di ferro di meccanica di precisione studiato per essere uno strumento di morte. Non voglio essere grossolano in quanto dico; possedere un oggetto del genere consente una affermazione dell'io che va ben oltre il possedere un apparecchio fotografico. Io divento più importante perche io ho quell'oggetto, che mi rende potente sulla natura.
Penso possa essere una protesi che un uomo indossa per mostrare, per dimostrare, certezza e potenza dove queste gli mancano.

Penso ci sia il gusto del sangue e della morte; di nuovo il fatto di essere potenti su un essere vivente fino a poterne straziare le carni, sentire l'odore di selvaggio e vedere gli occhi sbarrati della morte; non c'è bisogno di scomodare tanta psicologia per dimostrare quanto questo può far sentir viva una persona, nè scomodare il rapporto tra eros e thanatos per rendersi conto di quanto profondo può essere l'amore per la caccia; meglio, la voglia di caccia che diventa la sublimazione di ciò che non si riesce, o non si può, avere in altro modo.
E' facile notare che i cacciatori sono quasi unicamente maschi; ci sarà motivo.  Nell'immenso 'Q' di Luther Blisset, un bel modo di spiegare la nostra radice europea, se ne trova una spiegazione: le donne vedono il sangue tutti i mesi, non hanno altro bisogno di sangue; non fanno le guerre, non ammazzano animali con la caccia.

In entrambi i casi penso ci sia un bisogno profondo che viene sublimato usando la caccia; sappiamo tutti che il mettere in comune i bisogni, consciamente o meno, è quanto più lega le persone; ed ecco il perchè si creano legami forti tra i cacciatori, che costituiscono gruppi molto solidi.

Nella strampalata ipotesi che quanto ho scritto sia plausibile, la caccia fa star bene i cacciatori; soprattutto i non-cacciatori dovrebbero rendersene conto se vogliono condurre una vera battaglia contro la caccia.
Non si riuscirà mai a far smettere un cacciatore di cacciare con la logica; lo si potrà anche convincere che la caccia è sbagliata, inutile, dannosa, ma tutti questi convincimenti non lo scalfiranno di fronte alle sensazioni forti che la caccia gli dà, di fronte a quel fronte salente di endorfine che gli invade il cervello in quel misto di ambiente, natura,  odori, armi, respiro, sangue, animali, selvaggio, bang.
Nella strampalata ipotesi che quanto ho scritto sia plausibile, la caccia è una droga.

Per assaporarne le sensazioni, e stare tra gli stessi autori, consiglio Guerra agli umani, di Wu Ming, in cui è ben descritta la caccia al cinghiale e l'euforia che può dare; anche se poi, in quella narrazione, si tramuta in caccia all'umano.

La caccia risponde a bisogni istintivamente, bestialmente umani, in quei territori dai quali la logica è bandita; non sarà un referendum ad eliminarla.

Anche dov'è la caccia è vietata, è sempre esistito il bracconaggio; Alan Parker quando ha voluto raccontare le radici dell'odio ha inserito la caccia all'uomo (la caccia al nero in Mississipi Burning, basato su una storia vera) e molti di noi hanno registrato nei recessi della mente che dalla civile Italia partivano negli anni '90 persone per il gusto di sparare agli uomini nell'ex-Jugoslavia. Questi esempi non sono, naturalmente,  neanche da avvicinare alla nostra realtà; li cito solo perchè posso intuire quanto complesso sia l'affrontare con coscienza la questione.

Quindi non sarà un referendum ad abolire la caccia; certo, potrà però indicare ai piemontesi una direzione più vicina all'uomo e meno alla bestia; se a causa dei risultati di questo referendum anche solo un fucile verrà venduto per comprare una macchina fotografica sarà stato un referendum, e un voto, utile.

* è una notizia che ho trovato su un paio di siti  blog, non sembra vera. E' necessario il quorum. (rettifica 23/2)

http://www.facebook.com/referendumcacciapiemonte

http://cacciastop.org/2011/02/17/in-piemonte-si-votera-sulla-caccia/

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