pali del telefono a Pralungo

diego finelli

 

Mi confronto coi pali del telefono
lunghi  storti di legno o di cemento;
mi allineo coi pali del telefono
grigie parti abusive di paesaggio.
Se ne guardi qualcuno da vicino,
però, vedi che si lascia abbracciare
da tutto ciò che gli capita attorno;
a volte ci vuole del tempo come
col bosco, coi campi o con le farfalle;
a volte, come con la nebbia o il vento,
fan presto: sembran fatti per stare
lì dove sono, lì dove li vedi,
da sempre. Se invece li guardi assieme,
per quanto piegati e disordinati,
li vedi comunque fare una fila
e abbracciano loro stavolta la terra,
seguono un bosco, attraversano un campo,
fanno da contrappunto all'orizzonte.

Io, come i pali, ci vuole del tempo
a farmi abitudine ovunque mi trovo,
a cercare di tenere su il filo
qualunque cosa mi capiti addosso;
se posso giro la schiena alla strada
e cerco di fare un po' d'ombra al mattino,
ma non sono ancora buono a star fermo
e il cavo cade di mano. Pazienza,
tanto mi stufo di star sempre in fila.

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