Continua imperterrito,
come segnalato, il malfunzionamento del sito del comune di La Cassa che non pubblica i dati sull'albo pretorio digitale. Non metto in dubbio che sia una semplice svista, e che chi è responsabile non legge questo sito e quindi non è avvisato; tuttavia è il segnale di una qualche trascuratezza nei confronti dell'informazione 'digitale' nei confronti dei lacassesi.
Pure, nel corrente numero di
Lacassa voci e notizie, viene riportato un intervento di un membro del comitato redazionale, Pierluigi Chieregato, che mette proprio l'accento su un 'difetto di comunicazione' del giornalino cartaceo che sarebbe facilmente superato da una alternativa digitale.
Riporto:
Pur essendo a conoscenza dei meccanismi che regolano la composizione del giornale, pare che l'obiettivo principale, a causa dell'assenza di altri argomenti, sia divenuto quello di mettere in difficoltà i componenti della redazione del periodico comunale, proponendo articoli, a volte decisamente prolissi, che comportano l'utilizzo di più pagine del giornale. Come forse a pochi è noto, il regolamento prevede che si debba dedicare una sola pagina per ciascuna delle minoranze consiliari. Così è ora e così è stato quando il giornale veniva gestito dalla precedente giunta. Aggiunto a questo sembra sia quasi diventato uno stratagemma, quello di inviare: un articolo corposo per contenuti e lunghezza da parte del gruppo di minoranza; un altro dello stesso peso per ciò che vuole esporre l'associazione che fa capo allo stesso gruppo e, siccome è un diritto rispondere quando si è coinvolti in una diatriba, le stesse persone chiedono, anzi pretendono, di replicare usando lo stesso mezzo di comunicazione con un ennesimo articolo. In conclusione dalla unica pagina iniziale dedicata al gruppo consigliare di minoranza, ne troviamo altre cinque che raccontano fatti, che se anche diversi, nascono dallo stesso punto di vista, dalla stessa opinione. E davanti a questi presupposti, un componente della redazione nominato dal gruppo di La Cassa un Paese per Tutti chiede di pubblicare un proprio articolo per rispondere ad un altro scritto apparso sul precedente numero. Naturalmente non era una questione personale, ma per dare voce alla propria parte politica. Probabilmente neanche un quotidiano nazionale potrebbe sperare in tanta abbondanza. Ma se sotto esame è la redazione di un periodico di un piccolo paese di provincia, il problema non è davvero la censura. Non voglio certo andare a sindacare se il comportamento sia dettato da censura o meno; mi interessa invece sottolineare la differenza offerta da un sistema di informazione online rispetto a quello cartaceo.
Il modello digitale permette a tutti (come su questo sito) di poter inserire opinioni, permetterebbe al giornalino di ospitare una maggiore quantità di contributi a costi più bassi, considerando anche il passaggio (ditemi se sto sbagliando) da un periodico cartaceo fatto internamente in economia (passata amministrazione) ad uno costruito esternamente a pagamento.
Non penso che il problema sia dovuto ai costi; penso invece che aprirsi al confronto sia un costo, questo sì, che nessuna amministrazione, passata o presente, sia in grado di sostenere volentieri.
Pubblicare un giornale online significa accogliere i commenti dei lettori ed obbligare sè stessi a rispondere, esponendosi chiaramente; significa esporsi al controllo degli amministrati, una volta che diventa chiaro che il silenzio in risposta ad una domanda è mancanza di impegno.
Riuscire ad offrire alla cittadinanza una versione cartacea ed una telematica del giornale potrebbe sommare i vantaggi di entrambi. Siamo tutti certi che capiterà, prima o poi; per ora rimaniamo in attesa dell'amministrazione che vorrà portare avanti questo inevitabile passo.
Su questo argomento l'esperienza di questi trenta mesi di lacassa.net su questo parla chiaramente: sempre più gente legge, sempre meno gente scrive. Per molti motivi: la pigrizia, la paura di essere 'impallinati', il pericolo di compromettere la propria figura professionale, la difficoltà a scrivere essendo ospitati da una struttura 'ostile' o 'nemica', il timore di essere riconosciuti e giudicati per ciò che si è messo bianco su nero. Sempre, in ogni caso, il timore di esporsi.
Questo non è un invito a tutti a scrivere; capisco chiaramente che in molti casi è bello essere informati (e questo sito serve a questo!) senza dover intervenire; scalderebbe l'animo ogni tanto un messaggio del tipo 'hey, ci sono anch'io'.
Fare funzionare il sito del comune in modo interattivo per la cittadinanza, offrire una versione telematica di 'La Cassa Voci e Notizie' con possibilità di commenti e risposte sarebbe utile a tutti i cittadini; tuttavia questo costringerebbe i vari 'comitati di redazione' e le amministrazioni a rispondere agli interventi, sobbarcandosi la responsabilità di rispondere in tempi brevi alle domande sulle proprie scelte, motivandole: cioè fare politica.
Secondo voi, c'è qualcuno che ha voglia di farlo?