Il 25 aprile è un'occasione per sperimentare comunità: uno di quei giorni in cui ci si ritrova a festeggiare 'tra le autorità civili e religiose', una delle occasioni che dànno senso al vivere in un piccolo paese come La Cassa dove quasi tutti si riconoscono.
Anche quest'anno pubblico una serie di foto; oggi un po' trasognate, forse lontane dall'evento, come guardandolo dal di fuori, lasciando in sordina le persone e portando in primo piano alcuni particolari: le piante, le testoline dei bambini, le ombre dei protagonisti, i gruppi di persone sfocati.
Sento la necessità a volte di prendere distanza da ciò che accade per riuscire a vederlo meglio, a sentirne gli stimoli più fortemente.
Così penso sia per i valori del 25 aprile; rischiano di diventare abituali e consolidati, quasi monotoni, ed è necessario a volte guardarli con qualche distacco per capire quanto sono attuali, quanto sono veri, e dar loro vita nel quotidiano; perchè non sappiamo nè il giorno nè l'ora in cui verranno messi in discussione.
O forse lo sappiamo fin troppo bene ed il sonno della nostra ragione ha svegliato mostri che turberanno il nostro futuro.
Le cassandre vengono ignorate; eppure il loro grido è chiaro.
Oggi
Timothy Garton Ash ha scritto una disamina chiara (il link è all'inglese, non ho trovato quello su Repubblica) della situazione in Siria, si è chiesto perchè lasciamo morire e soffrire milioni di persone, perchè l'abbiamo in Bosnia, perchè l'abbiamo fatto in Ruanda (5 milioni e mezzo di morti); conclude che il ventesimo secolo è stato il più sanguinoso della storia e, se non troviamo un nuovo modo per risolvere i conflitti,
il ventunesimo sarà più sanguinoso ancora.
Ed in questo ventunesimo secolo ci siamo noi, ed i nostri figli; troppo facile pensare che a noi non capiterà mai, in questo mondo globalizzato.
Stiamo assistendo all'agonia dell'Italia, all'agonia del capitalismo, stanno cadendo tutte le false certezze su cui abbiamo basato il modo comune di vivere e non c'è nulla che le possa sostituire; a grandi passi ci muoviamo verso l'abisso. Non c'è forza politica degna di tale nome, non c'è pensatore in grado di coinvolgere le menti in un sano cambiamento, non c'è alcuno che proponga una visione più alta; anzi, la difesa con le unghie e coi denti del passato sistema per ottenere i passati privilegi sembra essere l'unico scopo delle forze in campo.
Per questo nelle foto del 25 aprile ho cercato tanti sfocati, tante teste di bambini, sguardi perdutamente fissi puntati verso loro; perchè c'è da rifare il mondo, se le nostre generazioni non ce l'hanno fatta cerchiamo di cambiare e di chiederlo a quelle future, anche tenendo viva la memoria con queste feste.