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paradosso del tapis-roulant24 dicembre 2011, 16:16

fabri

iscritto: 09/10

messaggi: 29

Il Paradosso del tapis-roulant   D'inverno dai balconi un po' più alti delle nostre abitazioni, si vedono le montagne. Questa mattina erano velate di rosa, poi si è alzato un vento tiepido che ha donato loro l'azzurro che conta quando le giornate sono corte, e la fissità della neve – troppo lontana per la stagione – ha lasciato che il mio sguardo si arenasse su quel lontano domestico, compiacendosene. Eppure ci sono quelli che si comprano un tapis-roulant! Sono sicuro che per Natale qualcuno… Fa parte delle nostre certezze: il tapis-roulant ti permette di correre anche se piove, se nevica, se fa troppo caldo. Ce lo mettiamo in casa, con tutte le nostre certezze, con l'I-qua, l'I-là, lo stereo, l'mp-qualche n°, tutto ben chiuso da doppi vetri, porte blindate, antifurti. Tutto sicuro, tranquillo, senza sorprese. Già, appunto, senza sorprese! Andiamo a sciare? Si, e non importa che non ci sia neve, la creiamo; andiamo a nuotare, a giocare a tennis? Si, e non importa che faccia freddo, costruiamo l'estate; siamo pallidi? Ci sono posti molto tranquilli con palme di plastica e soli ultravioletti dove chi vuole ne esce olivastro; vogliamo andare in bicicletta senza prendere freddo? Esiste lo spinning; vogliamo correre? Ecco un tapis-roulant che possiamo utilizzare ricreando salite o pianure a nostra discrezione, oltre tutto stando comodamente, soli, a casa nostra. Sovente scegliamo di vivere in bolle di protezione artificiale quando dal balcone di casa nostra vediamo le montagne: siamo gente strana! Mi viene in mente un vecchio romanzo di Abbott (credo) che si intitola Flatland che parla di un posto in cui gli abitanti conoscono solo una dimensione. E mi viene in mente una domanda: ma a noi, chi ci obbliga a privarci di andare in bicicletta per davvero, chi ci ha insegnato a “truccare” una delle attività più connaturate all'uomo dai tempi di quando ancora a stento ci reggevamo su due zampe, quella del correre? Chi ci obbliga a comprarci un tapis-roulant? Io amo il mare, che è l'unico elemento che si sottrae alla regola dell'artifizio: se è brutto, non c'è proprio nulla da fare, e amo così tanto le sorprese che continuerò ad andarci nonostante le “brutte” sorprese che potrà riservare. E poi, ogni tanto, non è bello privarsi di un piacere a causa di qualcosa (e non di qualcuno) che davvero si riconosce, indubitabilmente, come superiore?  
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