una fregatura... fotovoltaica

Lorenzo Bonino
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Mentre da anni si incentivano seriamente i cittadini di tutto il mondo nell'applicazione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, in Italia ciò accade solo più o meno o addirittura cambiando in peggio le regole del gioco ... “in corsa”.
Solo a partire dal 19 settembre 2005 anche noi abbiamo abbracciato le direttive europee in materia di fonti rinnovabili, e di incentivi anche a privati sulla loro applicazione: l'allora governo Berlusconi pose però un tetto a 100 MW per il fotovoltaico che si esaurì in soli 9 giorni!
Nel 2006 il governo Prodi per fortuna estese questo tetto a 500 MW fino al 2015.
Da anni, con mio figlio Enrico, seguivamo con attenzione gli sviluppi legislativi in proposito e alla fine del 2007 abbiamo deciso di installare due impianti fotovoltaici sulla parte di tetto della ns.abitazione esposta a Sud-Sud Est.
Premetto che l'Ente nazionale che è preposto ad accogliere e valutare le domande di installazione è il Gestore Servizi Elettrici e che gli incentivi sono coperti economicamente da un prelievo tariffario obbligatorio (cod. A3) a sostegno delle fonti rinnovabili di energia, presente dal 1991 in tutte le bollette dell'energia elettrica di tutti gli operatori elettrici italiani.
I nostri impianti (3 e 5 KW) sono divenuti operativi verso la fine di maggio 2008, tra mille complicazioni burocratiche, e le normative seguite fanno parte della legge cosiddetta del “conto energia” e “scambio sul posto” (cioè immissione immediata dell'energia prodotta in rete).
Chi, privato, installa un impianto fotovoltaico (non sovradimensionandolo per ovvie ragioni di costo ma calcolandolo statisticamente sulla base del proprio consumo medio annuo) percepisce un benefit complessivo annuo così suddiviso:
1)      incentivo proporzionato alla potenza del suo impianto della durata di 20 anni;
2)      abbattimento praticamente totale del costo energetico in bolletta.
Un esempio numerico dovrebbe chiarire meglio il beneficio annuale e l'ammortamento su un impianto di 3 KW ad uso di una famiglia media composta da 3 persone (esposizione solare del Nord Italia, al Sud l'efficienza dell'impianto sarebbe maggiore di un 20% circa):
Energia annuale prodotta                                                                            3.387 kWh/anno
Tariffa Conto Energia riconosciuta                                                             0,42 €/kWh
Ricavi da Conto Energia       (3.387 x 0,42)                                                1.422,54 €/anno
Risparmio IN BOLLETTA per l'energia prodotta, autoconsumata
(E, quindi, NON ACQUISTATA cioè  risparmiata)
 (3.387 kWh * 0,18 prezzo attuale di mercato per l'acquisto di 1 kWh)      610,00 €/anno
Totale ricavi annui                                                                                     2.032,54 €
 
Costo medio di un impianto del genere:
Euro 20.000 circa       ->        per cui ammortamento investimento: circa 10 anni.
 
Quindi la voce relativa al “Risparmio IN BOLLETTA per l'energia prodotta ed autoconsumata e quindi da NON acquistare” - e cioè il fatto di abbattere quasi totalmente l'onere delle bollette non dovendole più pagare, costituiva, in fase di valutazione preventiva, una componente fondamentale nell'ottica dei benefici annui totali.
Il calcolo veniva infatti eseguito con il presupposto di valorizzare il mancato acquisto di Kw al costo di euro 0,18 al Kw stesso.
Cosa è successo, invece, dal 2009?
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con la Delibera ARG/elt 74/08 del 3 giugno 2008 ed entrata in vigore il 1 gennaio 2009, ha eliminato il meccanismo di quello che era l'eventuale conguaglio annuale in Kw tra energia prodotta - non utilizzata ed immessa in rete, ed eventualmente quella prelevata dal Fornitore (ad esempio Enel nel nostro caso).
Pur mantenendo l'incentivo ventennale del “contro energia”, grazie a questa Delibera oggi accade che:
-         il Fornitore (Enel, quindi) ha ripreso a fatturare tutta l'energia fornita con il solito addebito bimestrale delle bollette:
-         trimestralmente il Gestore Servizi Elettrici accredita un “contributo” per l'energia prodotta ed immessa in rete.
Cosa cambia, direte voi? In fin dei conti al posto di un conguaglio annuale sembrerebbe esserci un addebito tramite bolletta prima, ed un accredito tramite “contributo” dopo.
Purtroppo non è così: non si parla più di scambio di Kw bensì di Kw tramutati in Euro, dove però
- i kWh prelevati vengono acquistati al costo di circa                                    Euro 0,18;
- i kWh immessi vengono pagati dal GSE circa                                             Euro 0,11.
Conseguenza: la componente economica di risparmio citata nell'esempio sopra riportato subisce la seguente variazione: i 610,00 €/anno riappaiono in bolletta (3387 x 0,18) e vengono accreditati dal GSE circa 372 €/anno (3387 x 0,11) riducendo, di fatto, il benefit annuale da 2.032,54 a 1.660,54, allungando così il tempo di ammortamento da 10 a 12 anni e penalizzando i restanti benefici per gli altri rimanenti anni.
Bel modo di “incentivare” e “premiare” coloro che hanno, con non pochi sacrifici economici, investito sull'ambiente!
Da “Altroconsumo” di maggio 2009; una serie di articoli riferiti alle fonti rinnovabili in Italia:
Un'energia pulita. I benefici delle tecnologie solari sono anche ambientali. Per ogni kWh prodotto con il fotovoltaico si risparmiano circa 250 g di olio combustibile e quindi si evita l'emissione di circa 700 g di CO2 e di altri gas dannosi. L'impatto ambientale del sistema alimentato dal sole è molto ridotto. I vantaggi ecologici realizzati da ogni impianto si moltiplicano man mano che questo modo di produrre elettricità si diffonde. Ecco perché è auspicabile che in futuro non si abbandoni la strada dell'energia pulita, spostando la maggior parte dell'impegno energetico del Paese sul ritorno al nucleare”.
Sempre dal medesimo periodico un brano tratto dall'intervista a Gerardo Montanino, direttore operativo del GSE: “...Non avete aiutato i cittadini con il nuovo conto energia...[domanda del giornalista]...[risposta di Montanino]...l'Autorità ha dovuto cambiare il meccanismo dello scambio sul posto man mano che sono cresciuti gli allacciamenti. Prima si trattava di uno scambio fisico di kWh, adesso si paga una quota energia e una quota per il servizio...
E perché a fronte di una crescita, forse, di coscienza da parte di molti cittadini anziché premiare il loro impegno vengono penalizzati? Oltre tutto per molti di essi “in corso d'opera”? Questo denaro risparmiato su cittadini che, come noi, hanno investito seriamente sull'ambiente servirà forse a costruire le nuove centrali nucleari?
Lascio a ciascun Lettore il proprio giudizio.                 
 

Delibera ARG/elt 74/08 del 3 giugno 2008

L'articolo di Altroconsumo

Julianito 8 marzo 2010, 16:16
8 marzo 2010 Ho visto ierisera la trasmissione riguardante le energie alternative messa in onda da RAI 3 e già mi veniva da piangere a vedere quello che fanno mi Tedeschi....Comuni que producono energia con pannelli solari e se la vendono con utili, gassificano il legno delle piante morte nel bosco e fanno energia elettrica ..... Sotto questo punto di vista non siamo un terzo mondo ma un decimo ! Poi quando si vede quali difficoltà le autorità pongono a chi investe i suoi soldi per il benessere dell'Umanità, c'è da chiedersi: "ma dove va l'Italia?" e mettersi sul serio a piangere .....di rabbia! Julian

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