La cesta del 20 novembre

vittoria, che evidentemente ha ricevuto il cavolo cinese nella cesta, mi ha scritto: LA GLORIOSA FINE DI UN CAVOLO CINESE Il cavolo cinese mi guardava interrogativo dal frigo da qualche giorno, sopportando a fatica la vicinanza di mezza rapa. Così l'ho affrontato sabato mattina, all'alba. Ho sbollentato le foglie una decina di minuti e le ho stese sul tagliere a raffreddare. Così sono rimaste, quasi abbandonate, per tutta la giornata. "Tanto stasera faccio la paella, pensavo" Ieri, pomeriggio grigio di nebbia, il cavolo che intanto avevo pietosamente trasferito nel frigo ha rifatto capolino. "Mo' ti aggiusto io", gli ho detto. Ho preso della carne macinata, ho triatato dentro uno scalogno, un po' di sedano, una carota, un bel pezzo di pane imbevuto di latte, un uovo e una manciata di parmigiano grattuggiato, sale e tutte le foglie piccole del cavolo. Ho fatto delle polpettine e le ho avvolte ciascuna in una foglia di cavolo. La carne era abbondante, ma il segreto dela ricetta sta proprio qui: una parte di polpette senza foglia. Le ho messe in una padella bassa e larga con un po' di olio extravergine di oliva, per lasciarle in un unico strato. Le ho fatte rosolare un po', delicatamente con un cucchiaio le ho girate; ho dato al cavolo un mezzo bicchiere di vino bianco giusto per compagnia, perchè si passasse quell'oretta a fuoco basso, chiuso sotto il coperchio e facesse buona conversazione con la carne. Ho messo tutto in tavola con bella terrina di patate bollite. La truppa, come previsto, ha fatto richiesta di polpette senza cavolo. Si è a lungo negoziato per concordare almeno una polpetta ricoperta a testa. Alla fine delle trattative ho concluso: "tanto il cavolo ce l'ho anche tritato dentro..." In ogni caso le polpette sono finite.