E' di questi giorni l'approvazione della variante al piano regolatore che rende definitiva l'azione che l'amministrazione del nostro comune intende mettere in atto sul territorio, di cui si è parlato ultimamente (leggetevi al dichiarazione di voto contro il piano dell'unico consiglere che si è opposto) ed in passato (per esempio sul forum) anche su questo sito, in particolare per la zona della Mattodera, e su qualche giornalino locale, ironizzando sui fazzoletti per anime eccessivamente sensibili e piagnucolone; ne vedete riportata una parte nello stesso link al forum.
Non ci sono differenze tra l'attuale amministrazione e l'opposizione; sempre in lotta tra loro si trovano d'accordo sul piano regolatore avendo esteso insieme ed in tempi diversi le norme che lo costituiscono e che, una volta attuate, avranno come conseguenza l'alienazione di suolo naturale a favore di insediamenti urbani; come è già stato scritto in altra sede si tratta di favorire pochi (i proprietari dei terreni - qui una prima indicazione, prima della variante-) a sfavore di tutti, perchè l'ambiente è un bene comune.
Altri hanno dimostrato che i proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione sono sideralmente lontani dagli svantaggi che il territorio subisce; ma si sa, l'importante è navigare a vista e queste sono solo fantasticherie ambientalistiche. Di piani regolatori che NON prevedano l'espansione dell'urbanizzazione non se n'è mai sentito parlare, almeno da parte di qualche componente della giunta; viceversa in altri contesti di piani regolatori a crescita zero se ne parla parecchio.
In un territorio come il nostro l'ambiente dovrebbe essere la principale risorsa da valorizzare; vediamo invece che si agisce in senso opposto favorendo la distruzione dell'ambiente naturale e lasciando nell'abbandono le azioni che meritoriamente erano state fatte in passato per evidenziarne e condividerne i pregi.
Mi riferisco alla zona dell'area umida di La Cassa; un tesoro che abbiamo a disposizione e che è lasciato marcire nell'abbandono più totale.
Si tratta di un complesso di alto pregio ambientale che era stato progettato e insediato dalla ex comunità montana; una realizzazione atipica realizzata tramite camminamenti e terrazze in legno poste a qualche metro dal suolo che mette direttamente a contatto con il piano più alto della vegetazione di quest'area 'navigando' al di sopra del primo strato di sottobosco sopra un'area con canali d'acqua e camminamenti tra i boschi. Le terrazze, disegnate a forma delle foglie della vegetazione soprastante, consentono di godersi la frescura dell'ombra degli ontani, delle querce, dei pioppi; a pochi passi dal paese è (era) possibile godere di una tranquillità in un ambiente che si ripropone così come poteva essere qualche migliaio di anni or sono. Una serie di cartelli indicatori elenca le specie vegetali e animali e le caratteristiche della zona.
Conosco e frequento questa zona da qualche anno; è veramente triste vederne ogni anno il successivo degrado, anche se qualche intervento di pulizia è stato fatto. Per la prima volta quest'anno passando sulle terrazze ho temuto di sprofondare; ormai le assi stanno cedendo e cominciano a marcire sotto lo strato di foglie che si sono depositate, il passaggio non è più sicuro. Non esiste più la strada d'accesso, ormai 'rubata' dalle coltivazioni agrarie, i rovi impediscono di accedere alle terrazze, i cartelli si stanno rovinando e qualche albero è ormai caduto sulle protezioni facendole cedere in parte; immagino che presto ci sarà qualche biancorosso divieto di ingresso ed il tempo e l'incuria termineranno l'opera eliminando definitivamente una delle poche strutture di valorizzazione ambientale del nostro territorio. Siamo tutti d'accordo?
Si favorisce il cemento, si abbandona l'ambiente; quale sintesi potrebbe essere più immediata per denunciare quella che sembra la miopia dei nostri amministratori? E' certo che far cassa con gli oneri di urbanizzazione è molto più facile del mettere in atto politiche di difesa, valorizzazione e sfruttamento delle risorse naturali del territorio; è facile affermazione sostenere che con i tagli attuali una amministrazione comunale non può permettersi certi 'lussi' ambientali; meglio mettersi il cuore in pace e relegarli a qualche tessera ambientalista da tenere in tasca.
Se questa è la ratio, rassegnamoci: lasceremo ai nostri figli e nipoti un territorio rovinato rispetto a quanto abbiamo ricevuto e facile viene l'analogia con la parabola dei talenti: come abbiamo saputo sfruttare le risorse che abbiamo avuto?
Non posso credere che non esista via d'uscita; esistono esempi in altre parti d'Italia che testimoniano come sia possibile valorizzare e difendere il territorio attingendo risorse dai molti programmi che a livelli diversi le mettono a disposizione. Certo non è facile scrivere progetti, allearsi con comuni vicini, spendersi e impegnarsi, ricercare le fonti di finanziamento, trovare le risorse che vengono messe a disposizione, muoversi per mettersi a contatto con chi è vicino agli enti decisori e può dare utili consigli.
Non è facile e richiede tempo, impegno, volontà.
Ma non sono cose facili quelle richieste a chi ci amministra; ad essi oltre al voto è stata data la fiducia per una gestione oculata del territorio che prima di tutto vuol dire non abbandonarlo; un terreno urbanizzato è perso per sempre all'ambiente.
Un giorno quando ci troveremo davanti a ripetitive villette a schiera ricordando i prati e i boschi precedenti cosa potremo fare per rimediare? Consolarci con i profitti dei privati possessori dei terreni? Con gli oneri di urbanizzazione, che saranno ormai un ricordo? Se, quel giorno, ci troveremo insieme mi raccomando: portatevi i fazzoletti.
Nel frattempo vi consiglio di riflettere con una passeggiata nell'area umida; ci sono zone di una frescura inimmaginabile anche nei giorni più caldi, passagi bellissimi e animali inconsueti; un vero tesoro a due passi da casa che oggi abbiamo perchè, per fortuna, nessun amministratore ha pensato di costruire in quella zona, realizzando anzi un parco, che è uno degli ultimi residui del bosco planiziale che era la foresta padana, prima che diventasse la pianura padana; praticamente tutto il nord italia era foresta, ora ce n'è rimasto solo un pezzetto ed è qui vicino a noi.
Meditate su questo, quando passeggerete nell'area umida: state vedendo uno spettacolo unico nel suo genere, state godendo della lungimiranza degli amministratori passati.
Spero con tutto il cuore che un giorno si possa dire lo stesso di quelli attuali.