L'area umida

Italo Losero
Dal 1996 abito a La Cassa; solo dieci anni dopo, e per caso, sono venuto a conoscenza dell'area umida, zona attrezzata per apprezzare le meraviglie naturalistiche e ambientali. Da allora ogni tanto vado a fare un giro: si passa da una stradina vicino alla Cascina Santa Ida.
 
Mi sembra un posto gradevole: con felice intuizione il progettista ha immaginato terrazze in legno a qualche metro da terra in modo da introdurre il visitatore ad un piano insolito, a mezz'aria nel bosco, da dove si può apprezzare il suolo, i ruscelli, la rinnovazione vegetale, il piano arboreo, il fogliame e la fauna.
Cartelli illustrati aiutano nel capire l'ambiente e sentieri e ponticelli tra i boschi facilitano il percorso. Le terrazze sono costruite in legno e chi le ha designate ha pensato a forme che richiamino i profili della natura piuttosto che le linee nette dell'architettura. Un posto dove è bello passeggiare e rilassarsi in un ambiente naturale, un'”area umida” di grande interesse naturalistico che ripropone il nostro ambiente come poteva essere migliaia di anni or sono: non un bosco planiziale di Farnia come quello della Mandria ma una zona di alluvione, vicino ad un torrente, legata a cicli vegetazionali più brevi ma non meno intensi.
 
Oggi, luglio 2009, ci sono tornato: purtroppo l'incuria sta rovinando tutto ciò che di buono è stato fatto. Non sembra si siano succedute manutenzioni, l'accesso è sempre più difficoltoso e si può constatare che alcune parti cominciano a degenerare pericolosamente, rendendo insicuro il passaggio sulle terrazze. Non ci sono più ponticelli, i sentieri non sono percorribili, l'ultima alluvione ha portato via la collina panoramica. Si assiste al degrado con l'impressione di essere in quel momento spartiacque nel quale sia ancora possibile, con adeguati interventi, recuperare il lavoro fatto; e dopo il quale il recupero diventerà impossibile.
 
Affacciandosi sulla grande briglia che genera una vasta apertura del Ceronda il paesaggio è splendido; con un paio di calzature adatte e con il torrente tranquillo si può attraversare dalla parte opposta ed andare verso l'ingresso della Bizzarria del Parco della Mandria.
 
Una ricerca in rete non dà grandi risultati sui promotori e curatori dell'opera; oltre al riferimento della (ex) Comunità montana Ceronda e Casternone non si trova molto altro; la c.m. stessa non sembra aver avuto un sito internet proprio da cui trarre indicazioni.
 
Comunque il posto è bello e vale una piccola gita: munitevi però di vestiario adeguato ad affrontare qualche rovo e muovetevi con molta attenzione.

Resta un piccolo quiz: nella prima foto, quella con il disegno dell'area, dove c'è lo stagno grande è rappresentato un airone su un'auto: non sono ancora riuscito a capire da dove deriva....

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