sembra un sussurro

italo losero [italo]

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Don't you know
They're talkin' bout a revolution
It sounds like a whisper
Don't you know
They're talkin' about a revolution
It sounds like a whisper

 

 

Il nostro (piccolo) paese, posto all'imbocco della Val di Susa, non può essere insensibile alla questione della Tav; certo, l'aver scelto il percorso della 'gronda' della val Sangone sposta più lontano da noi il tracciato dell'ipotetica ferrovia, che sarebbe altrementi passata per Brione, ma l'attenzione al territorio della quale spesso si è parlato tra questi bit porta ad interrogarsi sull'argomento.

La maggior parte dei partiti politici sono a favore dell'opera; non ho idea se i nostri gruppi comunali abbiano qualche idea precisa in proposito, nè se la dovrebbero esporre.

Ciò che sta accadendo in val di Susa è ben diverso ripetto alla cosidetta 'sindrome nimby'; mi sembra ci sia un duro scontro tra concezioni fondanti del vivere comune, almeno sotto due punti di vista.

 

Il primo, che accomuna alcune idee espresse su questo sito per il nostro territorio, riguarda la non negoziabilità del bene ambientale. Tra le argomentazioni dei noTav c'è la indisponibilità assoluta a rovinare con opere di cementificazione ecosistemi creati in migliaia di anni, posizione che si esprime fino al rifiuto assoluto di accettare un intervento così pesante sul territorio. E' una posizione relativamente nuova per l'Italia; non ricordo un così grande movimento d'opinione che si sia mosso per salvaguardare l'ambiente come bene primario posto alla base stessa del vivere sul territorio.

 

Il secondo, ben più pericoloso, testimonia lo scollamento tra le modalità che abbiamo storicamente individuato per governarci, la repubblica rappresentativa parlamentare, ed il sentimento delle popolazioni di un territorio.

Ponendo come indubbio (ammesso e non concesso) il fatto che la decisione di realizzare l'opera sia stata definita correttamente dal punto di vista istituzionale la sua applicazione genera un attrito che si colora di interrogativi irrisolti man mano che cresce il numero delle persone coinvolte.

Se, infatti, una sola persona con una singola casetta fosse contraria alla TAV, non esisterebbero problemi; se ne andrebbe sbuffando. Se fossero dieci, idem. Se fossero cento, farebbero un bel casino. Se fossero migliaia... e via discorrendo.

Possiamo aumentare il numero degli insoddisfatti... fino a che punto? Questa è la domanda che mi pongo: fino a che punto, fino a quante persone si può imporre una decisione democratica che insiste in un singolo territorio? Così come siamo certi che una sola persona non può resistere ad una decisione democratica così abbiamo la certezza che centinaia di migliaia, o milioni, di persone che resistono renderebbero irrealizzabile l'opera, tanto più quanto più sono convinti di opporsi.

Certo, se la decisione riguardasse persone disperse su tutto il territorio nazionale avremmo molti meno dubbi al riguardo; ma quando tutta l'opposizione si trova nello stesso luogo diventa forse impossibile far rispettare una decisione, per quanto formalmente democratica.

 

I due punti di vista messi insieme costituiscono una miscela esplosiva; non sembra esistere una soluzione incruenta.

Difendere l'ambiente, difendere il territorio, sembra fare a pugni con il nostro sistema di vita, con il capitalismo imperante che ha pervaso le nostre istituzioni, le nostre vite; forse in val di Susa questa contraddizione si sta manifestando in modo crudo, palese, incontenibile.

Come sostengono in molti, forse basterebbe un massiccio intervento delle forze dell'ordine per riportare a ragione i quattro facinorosi alla base delle proteste.

Il rischio è che non siano proprio solo quattro, ma molti di più, e che tutti questi non siano che la punta dell'iceberg, cioè di quel gran numero di persone che comincia a pensare che un'altro modo di vivere, lontano da questo capitalismo, sia possibile.

 

E' la rivoluzione?

 

Poor people are gonna rise up
And get their share
Poor people are gonna rise up
And take what's theirs



Testi da 'Talking about a Rrevolution', Tracy Chapman



marco 6 marzo 2012, 08:11
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50% + 1.  La democrazia funziona così. 
La democrazia non è cosa fatta per accontentare tutti, ma la maggioranza.
In tutta questa storia ultraventennale la cosa che mi ha sempre sorpreso è il fatto che nessuno abbia mai ritenuto necessario consultare la popolazione con un referendum, almeno consultivo. Nè dall'altra parte si è mai insistito un granchè  , diciamo che si sono contapposti un "No e basta" contro un "Si e basta". E la situazione si è incancrenita con l'uso della violenza, da entrambi i versanti. Cosa che personalmente non accetto mai e per nessun motivo. 
 
Mati 6 marzo 2012, 15:16
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“non ho idea se i nostri gruppi comunali abbiano qualche idea precisa in proposito, nè se la dovrebbero esporre” Personalmente gradirei molto che i nostri amministratori si esprimessero in merito ad una questione così delicata e a noi così vicina. Temo però che non ci sia grande disponibilità ad approfondire e dialogare, tenendo conto anche di alcuni superficiali commenti letti altrove. La politica (in modo trasversale così come trasversali sono gli interessi in gioco) ha  per vent'anni pensato di poter relegare una forma di resistenza costante e pacifica ad una dimensione locale tanto che ancora oggi si pensa di poter mettere a tacere il dissenso con una qualche forma di risarcimento economico ai comuni coinvolti. Il movimento però è cresciuto quantitativamente e qualitativamente. Poche centinaia di “muntagnin” hanno saputo portare le proprie rivendicazioni a livello nazionale sia mediaticamente sia politicamente. Lo Stato ha metodicamente rifiutato il confronto delegittimando la protesta e non riconoscendo le popolazioni locali quali soggetti di un ipotetico contradditorio salvo dimostrare poi di aver perso la propria autorevolezza e scadendo nell'autoritarismo. La questione No Tav sta dimostrando forse che la salvaguardia del territorio e del bene comune non può più essere totalmente delegata agli amministratori, politici o tecnici che siano?
Mati 6 marzo 2012, 17:28
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e intanto sul sito del PD di Druento leggo:

"Il Partito Democratico conferma il suo forte impegno - ribadito dalle parole del Segretario Pierluigi Bersani - per la realizzazione del progetto TAV e per lo sviluppo del territorio della Val di Susa e della Provincia di Torino. Il sostegno al progetto, frutto di discussioni, dibattiti e approfondimenti all'esterno e all'interno del Partito, è convinto e motivato, ribadito in tutti i programmi elettorali della coalizione di Centrosinistra, anche in considerazione dei vantaggi conseguibili sotto il profilo ambientale."

e mi rispondo:

Non possiamo delegare! 
biagio 6 marzo 2012, 20:31
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Certo Italo che è La Rivoluzione, o meglio il collasso di un sistema capitalistico-consumistico che non tiene più.
I segnali di scricchiolamento sono ormai forti.
Si scopre  che l'unico "valore" che sembra prevalere è il dio denaro...sul cui altare si sacrifica tutto ...e su tale valore, una società non regge.

Lo scandalo dei medici arrestati perchè approfittano di una professione che dovrebbe essere al servizio del prossimo, dei deboli, in quanto sofferenti.
Vedi Italo, ho avuto la fortuna di fare l'amministratore di ASL , all'inizio della Riforma Sanitaria...tradita, tradita, ed ho compreso molte cose.
Poi ho assisto all'inaugurazione della locale sezione Craxiana, con Mariotti Ministro della Sanità..ed ho visto "una certa classe medica"
... con mogli iperimpelliciate e ingioiellate, che magari invidiavano  la moglie del collega del marito, più ancora ingioiellata ed impellicciata.
Ma qualche cosa stà cambiando ed anche vicino a noi.
Tu hai avuto l'opportunità di conoscere un medico, Alessandra Francioni, ( e lei ha avuto il privilegio di conoscere te ! )
Con due studi dentistici, psicoterapeuta, insegnante universitaria...che quando si accorge che esiste una Medicina Naturale, svincolata dalle lobby farmaceutiche, rinuncia a tutto, a facili guadagni ..ed aiuta il prossimo !
Un altro grande medico, Bruno Fioravanti, che è vicino geograficamente ...avendo la compagna a Druento, che pratica discipline Naturali.
Proprio ieri su FB richiamava  quella linea che lega i San Michele, compresa la Sacra di San Michele...con ipotesi affascinanti...
Quanti PINDARICI Italo !
Pace e Serenità a tutti !Sorridente

 
Laura LaLunga 6 marzo 2012, 20:43
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Per molti anni non ho saputo o voluto prendere una posizione sul TAV. Da una parte comprendevo le istanze dei residenti (resistenti) e dall'altra quelle del progresso che avanza.
Ma poi l'ho presa, una posizione. E ora, giorno per giorno capisco che è la giusta posizione.
Ed è contro il TAV.

Inutile, in questa sede, sciorinare le informazioni tecniche (sociali, economiche, ambientali) che portano alla posizione NO-TAV. E' evidenza dei fatti che il TAV sia un'opera inutile e dannosa per l'uomo e l'ambiente e che sia, al contrario, un mero modo per veicolare denaro.

Porto però la testimonianza di chi ogni giorno frequenta i valsusini, soprattutto i commercianti, che da questa situazione stanno traendo molto danno. La settimana scorsa Bussoleno era deserta, oggi i ristoratori di Novalesa mi hanno detto che la scorsa settimana si son visti disdettare le cene programmate e già prenotate (e in tutto ho contato circa 400 coperti).
A Bardonecchia i commercianti risentono non solo del ritardo delle nevicate, delle alte temperature successive, della crisi economica, ma anche della chisura dell'autostrada.

A Susa si vive come in un micro-cosmo e tutti, in vallata, sopravvivono grazie ai turisti che provengono dalla Francia, attraverso il Moncenisio (quando è aperto) e il Monginevro.

Eppure posso contare sulle dita i commercianti, soprattutto quelli della valle più in alto, che si scagliano contro i manifestanti. Anzi, alcuni fanno parte di loro e sopportano con pazienza i disagi che si auto infliggono.

Di fronte a questa caparbietà nella difesa del proprio territorio non posso che chinare la testa. E di fronte alla caparbietà nel volere a tutti i costi un'opera così devastante, così antieconomica e poco funzionale, non posso che pensare che gli interessi in ballo siano veramente tanti, enormi. Non mi spiego altrimenti la difficoltà del dialogo, la militarizzazione (MILITARIZZAZIONE) della valle, le violenze.

Non sono una grande statista, nè una storica competente, ma so che il motore primo di ogni guerra è il denaro. Beh, questa è una guerra e il motore primo e assoluto mi pare altrettanto evidente.

Sarà dura. 

Laura [consigliera comunale, gruppo indipendente]




 

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