Un racconto breve - max 10 cartelle (una cartella è lunga più o meno 30 righe da 60/70 battute) - ambientato a La Cassa, che parli dei luoghi e delle atmosfere, vere o immaginarie, del nostro paese.
Non deve contenere, intenzionalmente, riferimenti espliciti a persone reali o fatti realmente accaduti.
Chi lo può scrivere?
Scriventi che conoscano, almeno un po', le strade, i boschi, le montagne, l'aria di La Cassa e che abbiano voglia di giocare con un piccolo esperimento di scrittura a più mani.
Incipit: comincia così..., continuate voi!
[Diego Finelli]
Prima. Prima era tutto diverso. Vedeva in modo diverso e sentiva in modo diverso quei luoghi.
Prima passava su per via IV Novembre, la solà, come continuavano a chiamarla sua nonna e suo padre, e non pensava a niente in particolare. Camminava e basta, se era a piedi; pedalava, se era in bici. Senza guardarsi intorno a ogni rumore, a ogni voce, a ogni cambio di luce.
Prima quando passava per via Fila passava per via Fila: se andava a casa di M. pensava, Vado a casa di M., se stava andando alla cooperativa a prendere le pizze pensava, Vado a prendere le pizze. E basta. Soprattutto non pensava a niente di particolare quando transitava davanti al vecchio forno pubblico, in disuso da anni. Niente.
E lo stesso a camminare per il Colverso: al massimo lì, per la strada, gli era capitato di pensare a cosa avrebbe fatto se si fosse trovato davanti un cinghiale. O più di un cinghiale: una mamma cinghiale con i suoi cuccioli.
E anche a vedere l'ippocastano, prima, pensava solo a quanto era bello, e grande, e vecchio. Niente cigolii. Niente rami bassi, troppo bassi a vederli da lontano.
Questo prima. Prima dell'ultima volta che era andato a correre nel Basso e aveva trovato quello che aveva trovato.
Prima. E dopo.
Dopo le strade non erano più le stesse. Nossignore. Dopo, tutto aveva una luce diversa, e suoni diversi, fino odori diversi. Nel suo paese.
[Laura Martinotti]