Secondo me la filodiffusione
devono essersi sbagliati. Alla Rai,
voglio dire, l'avran dimenticata:
in un sottoscala, in un ufficio
all'ultimo piano di uno stabile
dismesso, ci sarà un piccolo ufficio,
uno sgabuzzino e dentro un gigantesco
magnetofono con delle bobine
gigantesche sempre in movimento,
a ruotare e a trasmettere ore
e ore di registrazioni vecchie
di venti, trent'anni inframmezzati,
i brani musicali registrati,
dalla voce piana di annunciatori
e di annunciatrici dalla dizione
perfetta. E anche quelle, anch'esse,
le voci, sono state registrate
tutte sulla fine del millennio scorso.
Oppure ci sono delle persone
in quello stanzino, due o tre persone
o più probabilmente una persona
sola, come un soldato giapponese
su un'isola smarrita nel pacifico,
a difendere quel frusciare scabro
quelle voci da preside in pensione
che precedono e seguono i brani,
a difendere una roba già perduta
da altri, altrove e in altro tempo.
E mette su, il soldato giapponese
imperturbabile, i suoi concerti,
le arie d'opera, le sinfonie.
Chissà dove la filodiffusione
arriva, chissà da dove trasmette.
Potevo chiederlo a mia sorella
che lavorava alla Rai, ma è partita
e non è facilmente raggiungibile.
Appena riesco però glielo chiedo
se conosce il soldato giapponese,
se ha mai visto quello sgabuzzino,
se lì dov'è prende, il quinto canale
della filodiffusione, oppure
se è proprio da lì che trasmettono.
foto di papaitox