Oggi l'ho incontrata ed è stato magico.

L'avevo conosciuta trentadue anni fa: mai dimenticata. Oggi l'ho incontrata, ed è stato magico.

Questa è una storia dolce e lunga nel tempo; leggetela e saprete com'è stato incontrare chi s'è adorato per lungo tempo, e forse anche voi riconoscerete cosa vuol dire covare nell'animo un sentimento profondo e duraturo.
Voglio condividere il mio percorso perchè possa essere d'aiuto, o di riferimento, o di conforto, al vostro.

Non ricordo chi me la presentò allora; forse mia madre, ero ragazzino.
Come capita a volte non fu la prima impressione a fare colpo; più che altro fu curiosità mista al sentimento vago di qualcosa di profondo e al di fuori del tempo, libero dai vincoli che già allora la giovane vita imponeva.
Così cominciai a frequentarla, seppur indirettamente, insieme ad altre persone; la mia attenzione si focalizzava su di lei ad ogni incontro e pian piano cominciavo a notare piccole, inebrianti, delizione sfumature nel suo comportamento che ad un primo approccio non avevo notato; tanto che il mio viso si distendeva sempre di più in un largo, e forse un po' ebete, sorriso in sua presenza.
Erano queste piccole  dolcissime sfumature ad ammaliarmi: un tono improvvisamente profondo, uno leggero, uno sguardo veloce di un limpido chiarore illuminante nei discorsi più seri, un vezzo dolce del respiro in quelli più amari, profondità inimmaginabili lampeggianti improvvise scuotevano l'anima.
Di sfumatura in sfumatura il sentimento aumentò in modo vertiginoso, fino a diventare coinvolgente, completo, da stravolgere ogni pensiero; capii che non avrei più potuto farne a meno, non avrei più potuto vivere senza.
Un amore grande, sconfinato, dagli spazi infiniti; una sorgente di gioia nuova ogni volta.
Ma, a dirla tutta, sono un po' timido, in tutti questi anni non le ho mai detto  una parola; le sono stato vicino, l'ho vista con i miei occhi e l'ho sentita con le mie orecchie, l'ho frequentata assiduamente ed il solo suo pensiero era per me gioia vera; mi illuminava le giornate, sono vissuto di questo amore un po' nascosto, sottile e letale che m'incendiava il cuore.
Sono stati anni dolci in sua compagnia, il mio cuore le è sempre stato fedele anche se ho avuto attenzioni, e non poche, per la sua cugina austriaca: conturbante, flessuosa ed intrigante, forse un po' più elegante; certo meno sincera di lei; ma fu amore passeggero.
Siamo cresciuti insieme, ogni anno scoprendo cose nuove. Palpiti, frasi sussurrate, corse  nei cieli e nel profondo delle anime; ma sempre a distanza, quasi che un incantesimo ci avesse impedito un contatto diretto.
Alcuni amici comuni me ne parlavano; intuivano i miei sentimenti, a volte li provocavano ed io restavo lì, un po' inebetito e un po' folle dietro questo lussureggiante sentimento di adorazione.
A dire il vero non ho cercato di forzare un contatto; sono vissuto di questo amore a distanza che ha riempito i giorni e le fantasie, quasi che un approccio diretto fosse sacrilego e rischiasse di spezzare la magia. Spesso capita che l'oggetto della nostra idolatria rimanga fulgido finchè non lo si conosce; poi si offusca, cade e sbriciola di fronte al contatto diretto e vero.
Preferivo tenermi il cuore riscaldato da questo sentimento dolce piuttosto che giocarlo alla roulette della realtà.

Poi, ecco.
E' successo; è successo oggi.
Siamo stati insieme, io e lei.

Dapprima l'ho guardata a lungo, in silenzio; un sentimento di benessere diffuso e permanente mi ha scaldato le arterie una ad una, mi ha infuso una calma benefica che ha fugato tutti i dubbi; era lì per restare, la prova della realtà non avrebbe spezzato il nostro amore.
Poi la calma mi è salita dal cuore agli occhi, liquida di gioia.

Non mi sono mosso, neanche un muscolo, non ho parlato; lei invece, piano, lentamente, ha incominciato ad ondeggiare gli archetti sui violini.

- - -

Dopo decenni di ascolti, grazie ad uno stupendo regalo di mia moglie Laura, il 7 ottobre 2014 ho incontrato per la prima volta la 'Messa da Requiem per soli, coro, orchestra' di Giuseppe Verdi.
Ed è stato magico.











[cover photo: "sister" di Sinem Karacabay via Flickr]

Laura LaLunga10 ottobre 2014, 09:20
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Poche volte ho visto il viso di quest' Uomo rigato da lacrime copiose: due volte per gioia, una per dolore.

E' stato bello regalarti la gioa per una volta ancora.

Bi.

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