una lettera, qualche considerazione, un giudizio e una domanda

italo losero
“... i combattenti della Repubblica Sociale Italiana furono quelli schierati dalla Parte Giusta'
(ndr: la lettera è pubblicata anche sul sito del comune)
 
Leggere questa frase in una lettera pubblicata su ‘La Cassa voci e notizie', la rivista espressione dell'amministrazione comunale, mi lascia un certo stupore.
La mia cultura mi impedisce di essere d'accordo con questa affermazione; questo non vuol dire che io pretenda d'aver ragione, ma voglio presentarne le motivazioni in modo che tutti possano tenerne conto, giudicarle, costruirsi una propria opinione anche in base a questo limitato contributo; magari confutarle e commentarle.
 
Ho già affrontato in un'altra parte (sul forum di la cassa.net) ciò che ritengo siano le differenze tra la destra e la sinistra nel senso politico del termine; le pongo a base e presupposto fondante  dei ragionamenti seguenti.
 
Comincerei con considerazioni grammaticali: nel testo della lettera pubblicata su LCVN c'è un uso errato delle maiuscole. Grammaticalmente errato; Onore, Parte Giusta, Fascismo, Repubblica Sociale, Resistenza, Caduti, Riconciliazione, Storia normalmente non vanno scritti in maiuscolo se non all'inizio del periodo. Errore sicuramente veniale, in questi tempi di sgrammaticature continue; penso che siano riportati in maiuscolo per attribuire loro un valore più grande; nel fluire delle ‘altre' parole queste assumono un significato diverso, di maggior rilievo, e per questo vengono capitalizzate.
Già questa scelta è una modalità di comunicazione che vuole suggerire significati al di là del senso letterale del testo.
Sia ben chiaro, la mia non è critica: ad esempio Baricco nel suo ultimo testo (Emmaus ,Feltrinelli, 2009) fa un uso veramente estroso delle capitalizzazioni, secondo me molto bello, e anch'io, nel mio piccolo uso capitalizzare qualche parola e decapitarne altre, come vedete in altri testi sul sito la cassa.net: per esempio, capitalizzo spesso l'Uomo e decapito dio. Sarà anche questo un segno, un mezzo, veicolo di un messaggio: McLuan insegna (il mezzo è il messaggio), concludete e giudicatemi di conseguenza.
Tornando alla lettera, l'autore capitalizza alcuni termini che sono, immagino, i capisaldi del suo modo di ragionare, gli architravi attorno ai quali viene costruito il periodo e, quindi, il pensiero che lo genera.
 
Continuerei con qualche considerazione semi-psicologica; pur non essendo esperto del campo penso che l'aderenza  di una persona a logiche di destra o di sinistra sia fortemente influenzata dal carattere e dalla storia personale, secondo me ben oltre le categorie del pensiero e della cultura; cioè non penso che l'appartenere all'una o all'altra parte sia una scelta, ma sia una caratteristica connaturata con la persona, col proprio modo di vivere e proporsi alla società.
Proprio per questo non riesco a dividere le due categorie in ‘chi ha torto' e ‘chi ha ragione'; siano destra e sinistra, partigiani e repubblichini, juventini e granata, non arriviamo da nessuna parte se pensiamo che gli uni siano obbiettivamente nel giusto e gli altri siano obbiettivamente nello sbagliato; dobbiamo dare atto che tutti, al di là ovviamente di casi particolari, soggettivamente pensano di essere nel giusto e agiscono per il miglior bene possibile, convinti delle loro ragioni (nella differenza tra obbiettivamente soggettivamente sta il dettaglio: e su questo indagherò più avanti).[1]
 
Per togliere adito ai dubbi e favorire le critiche a questo scritto voglio ancora mettere sul piatto dei fatti la mia formazione fortemente antifascista; figlio di una famiglia nella quale il fascismo ha significato disgrazia, tradimento, morte e terrore, vissuto in quelle valli di Lanzo che tanto hanno dato alla resistenza, allevato in una osteria tra racconti di capitani partigiani, nipote di un nonno che insegnava ai bambini a leggere sull'Unità.
Tra i ricordi le lacrime di mia madre quando mi ha visto indosso una involontaria camicia nera: ‘Ti prego, non davanti a me, non davanti ai miei occhi'.
Anni di formazione scolastica clericale, non certo di sinistra, hanno insinuato dubbi e formato ragionamenti; proprio da questi è nata la mia mutante forma culturale, dall'incontro con mia moglie, figlia di padre operaio, è nata la mia famiglia che ha pensieri di sinistra; i miei figli, rappresentati d'istituto di un liceo classico, portano avanti autonomamente  questa tradizione di confronto, di ragionamento, di ricerca di equilibrio ben sapendo che la ragione non è sempre stata dalla stessa parte politica.
 
Fatte queste dovute premesse, posso esprimere con più tranquillità le motivazioni per le quali non mi trovo d'accordo con la frase riportata in testa.
Nel momento in cui la frase viene citata in una lettera personale, con i toni forti con la quale si caratterizza, il significato è di giudizio storico; i combattenti della RSI furono schierati “dalla Parte Giusta” non solo come pensiero privato dell'estensore ma come giudizio storico obbiettivo; l'autore si pone al di là delle categorie personali per fornire un giudizio oggettivo al quale, immagino, chiede a tutti di aderire per manifesta, obbiettiva, storica, veridicità.
 
A questo punto abbiamo due macrocategorie nelle quali inquadrare il giudizio: ciò che è storico e ciò che è giusto.
A più di sessant'anni possiamo dare giudizi storici su quello che è un nostro, relativamente, recente passato? Secondo me sì, le generazioni si sono succedute e abbiamo una distanza di tempo sufficiente a farci dare giudizi abbastanza distaccati, anche se il sangue dei caduti è ancora vivo nel ricordo di molti.
A più di sessant'anni possiamo giudicare ciò che è giusto? Sì, anche in questo caso secondo me possiamo farlo, perché abbiamo sufficiente storia moderna per stabilire quali siano stati i canoni con i quali le nazioni sono cresciute e hanno garantito pace e benessere ai propri abitanti.
 
Ora ho tutti gli elementi per riportare serenamente il mio disaccordo con la frase riportata.
La RSI fu l'epilogo di un modo autoritario di governare che non ha rispettato i valori che hanno portato a vivere in pace e benessere le altre nazioni; chi per essa ha combattuto, a cui posso riconoscere la personale buona fede e la voglia di fare il bene della nazione, ha combattuto dalla parte sbagliata.
 
Né la personale buona fede può esser utilizzata come scusante per un giudizio storico: se così fosse, non potremmo sicuramente condannare le brigare rosse, guidate da idioti pazzi visionari in perfetta buona fede.
Neanche la volontà di pochi di fare il bene della nazione a costo di imporlo può essere una scusante: altrimenti giustificheremmo Fidel Castro, lo stalinismo, l'imperialismo cinese e tutti i totalitarismi in cui pochi ‘illuminati' decidono il destino di molti.
 
Per questo giudico che i combattenti della RSI fossero dalla parte sbagliata, e conseguentemente giudico che fosse dalla parte giusta chi si è opposto all'autoritarismo proponendo metodi democratici, azione di cui è figlia la nostra illuminata Costituzione.
 
Imperversa in questi ultimi dieci anni un revisionismo storico che vuole riportare in primo piano i valori dei ‘vinti': il sangue dei vinti  di Giampaolo Pansa (Sperling & Kupfer  2003) è stata una delle punte di questo agire. Un romanzo che riporta le azioni fatte da partigiani a danno di innocenti fascisti, simpatizzanti o familiari. Sottolineo che è un romanzo, e non un saggio, perché contiene molte parti inventate tra cui la trama principale; mentre i fatti riportati a corredo sono veri.
Non voglio in nessun modo sostenere che dalla parte dei partigiani non ci furono brutalità, ingiustizie e soprusi: il sonno della ragione di cui si nutre la guerra non può che generare mostri.
Voglio tuttavia sostenere che se si vuole tentare di dare un giudizio obiettivo su una parte o sull'altra va dato sulla globalità dell'azione e non sui singoli fatti; sugli ideali ispiratori dell'azione politica e della socialità. Qualsiasi positiva azione nei confronti della nazione che venga pagata con la moneta della perdita del diritto individuale e della democrazia è comunque una disgrazia, qualsiasi sia il bene procurato. Non credo nel bene e nel rispetto della patria: credo nel bene e nel rispetto dell'Uomo, che è più grande di qualsiasi insieme che lo contenga.
 
Penso che i combattenti della RSI appartenessero ad una visione ideologica al centro della quale non c'è la persona ma una sovrastruttura (Patria, Onore) ed in questo sta la distanza tra due modi opposti di concepire il bene sociale: chi mette al centro la persona propugna la democrazia che dà il voto anche a chi la pensa diversamente, chi mette al centro la patria propugna l'ordine costituito d'imperio dal conductor che agisce per il bene della nazione facendo tacere chi parla in modo non ritenuto utile al bene comune [4].
 
Su chi siano i vincitori e i vinti inoltre ho i miei dubbi: davvero la nazione che abbiamo è figlia dei partigiani? Io penso di no, io penso che non siano loro i vincitori di cui si parla nella lettera. A questo proposito è illuminante leggere dei partigiani che dopo il ‘45 si opposero alla nascente politica perché non li rappresentava[2].
 
Ai giorni nostri, ancora, mi chiedo chi abbia vinto; la nostra giovane democrazia è sempre stata sotto tutela per evitare accuratamente qualsiasi governo di sinistra: il piano USA ‘Demagnetize' [3] con obiettivo generale di contrastare l'azione di espansione delle politiche di sinistra nei  paesi dell'Europa centro-meridionale (in Italia attuato con l'operazione stay behind – Gladio); e ancora il golpe Borghese e il piano Solo, organizzati comunque da persone figlie di quelli che vengono chiamati ‘vinti' con la complicità di ‘cosa nostra', l'uccisione di Moro proprio quando un compromesso storico stava per portare forze di sinistra al governo.
Oggi abbiamo politici che sfoggiano il saluto romano, un sindaco di Roma che è passato dall'appartenere ai ‘giovani fascisti' ad essere segretario nazionale del Fronte della Gioventù succedendo in quella carica Gianfranco Fini, il nostro presidente della Camera; abbiamo un ministro della difesa che inneggia alla decima mas, abbiamo un presidente del consiglio piduista che sta mettendo in atto il ‘piano di rinascita nazionale' di Licio Gelli...
ma allora, chi sono i vinti?























[1] Vorrei suggerire a chi vuole approfondire due testi: ‘Ricordi, sogni e riflessioni' di C.G. Jung (io l'ho letto in edizioni BUR) un libro che mi è sempre stato caro e sul quale riposa la mia anima. E' un libro illuminato dalla luce dell'Uomo, nel quale viene posto chiaro il dilemma della democrazia tra persone che vedono il bene in maniera diversa. Sideralmente lontano è il ‘Convitato di Pietra' di Lisa Morpurgo (edizioni Tea), trattato di astrologia dialettica, che pone l'accento sulle differenze tra le persone nel loro rapporto con il mondo. Se poi a qualcuno interessasse il salto mortale doppio carpiato del pensiero suggerirei l'accostamento delle categorie del ‘Convitato' con i‘tipi psicologici' di Jung, cap. 10,' descrizione generale dei tipi': un esperimento di fusione nucleare che sprigionerebbe energie incontrollabili.
 
[2] Wu Ming e Vitaliano Ravagli, Asce di guerra, Einaudi Stile libero, maggio 2005. E' scritto anche che qualcuno dei partigiani andò a combattere in Vietnam pur di scappare da questo paese che più non lo rappresentava, un paese nel quale i gerarchi fascisti vennero riciclati all'interno dei carabinieri tornando ad essere oppressori al pari di prima.
[3] Il Piano Demagnetize fu un accordo segreto di intelligence, stipulato fra i servizi segreti degli Stati Uniti e dell'Italia, che si proponeva di depotenziare l'influenza sulla società italiana e francese delle forze di orientamento comunista attraverso una stretta collaborazione tra i rispettivi servizi segreti (in Italia il SIFAR). Il nome esprime l'intento del piano di ridurre quella sorta di "attrazione magnetica" che le idee comuniste andavano esercitando sulle popolazioni di alcuni paesi, in particolare Italia e Francia e la smagnetizzazione ne era il "top priority objective", obiettivo di assoluta priorità.
Faceva parte di una serie di iniziative con le quali il governo di Washington intendeva agire in diversi contesti internazionali (principalmente europei) onde premunirsi contro una crescita di influenza delle forze comuniste in seno ai singoli àmbiti politici nazionali (in Francia l'analogo piano prese il nome di Cloven). L'obiettivo generale era il contrasto all'azione di espansione dell'influenza dell'Unione Sovietica con principale riferimento ai paesi dell'Europa centro-meridionale. (da Wikipedia)

[4] sia nel golpe Borghese (Junio Valerio Borghese detto il principe nero, comandante della Xa flottiglia MAS, aderì alla repubblica diSalò) che nel piano Solo (perchè fatto solo dai carabinieri) tra i dettagli esecutivi c'era l'individuazione delle carceri nelle quali deportare chi la pensa diversamente; oppure l'eliminazione fisica. In entrambi i piani tra le prime azioni si cita l'occupazione della RAI. Nel caso del golpe Borghese, questo il comunicato che sarebbe stato letto:

Italiani, l'auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di stato ha avuto luogo. La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, ha portato l'Italia sull'orlo dello sfacelo economico e morale, ha cessato di esistere. Nelle prossime ore con successivi bollettini, vi verranno indicati i provvedimenti più immediati ed idonei a fronteggiare gli attuali squilibri della Nazione.

Le Forze Armate, le Forze dell'Ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della Nazione sono con noi; mentre, dall'altro canto, possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli, per intendersi, che volevano asservire la patria allo straniero, sono stati resi inoffensivi. Italiani, lo Stato che insieme creeremo, sarà un'Italia senza aggettivi né colori politici. Essa avrà una sola bandiera: il nostro glorioso Tricolore! Soldati di Terra, di Mare e dell'Aria, Forze dell'Ordine, a voi affidiamo la difesa della Patria ed il ristabilimento dell'ordine interno. Non saranno promulgate leggi speciali né verranno istituiti tribunali speciali; vi chiediamo solo di far rispettare le leggi vigenti. Da questo momento, nessuno potrà impunemente deridervi, offendervi, ferirvi nello spirito e nel corpo, uccidervi.
Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso Tricolore vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno d'amore: Italia! Italia! Viva l'Italia!
 

Anonimo26 dicembre 2009, 11:04
Diventa veramente difficile scrivere dopo Italo. La sua prosa è così profonda, con richiami a testi puntuali, corretta come sintassi e come grammatica, che mi fà sentire più ignorante di quanto immaginavo. Però l'argomento è così importante che mi sento in dovere di fare alcune considerazioni, sia pure nel mio italiano da "stenterello". Lo scritto del sig. Diego Michelini, su LCVN, afferma che nella lotta di Liberazione, vi era una parte giusta, quella dei combattenti della Repubblica di Salò, ed ovviamente una sbagliata, di coloro che combattevano per la riconquista della democrazia. Tralasciamo il fatto che la guerra è sempre un cosa brutta, l'uomo che uccide il suo simile, però c'è chi la lotta la fà , optorto collo,spinto suo malgrado da uno stato di necessità, e chi la teorizza, la enfatizza. Il fascismo teorizzava TANTI NEMICI, TANTO ONORE, OTTO MIGLIONi DI BAIONETTE. Teorizzava, come il nazismo, la conquista dei altri popoli, il soggiogamento a mano armata, il colonialismo, fossero la sua missione. E questo è una bestemmia verso l'uomo,verso il Creatore, imperdonabile. Allora, parliamo dell'uomo, della sua natura. A parte alcuni creazionisti, la maggior parte della scienza ufficiale, ha dimostrato l'evoluzionismo. L'uomo e la più alta e nobile evoluzione del creato, deriva dal regno vegetale ed animale, l'esistenza dell'anima è perfettamente compatibile. Ha nel suo DNA, come missione, la sua felicità e la conservazione della specie. L'animale espleta questa missione, con la soppraffazione. Il capo branco è il capo indiscsso, l'unico che si accoppia con le femmine del branco, ecc. Anche l'uomo, quando applica la legge della giungla è poco evoluto e vicino al regno animale. Quando applica altri principi,ancorcchè difficili, la cosa cambia. Siamo nel periodi natalizio. Il Bambinello nato nella grotta, è venuto a portare LA PACE AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA'. Da adulto insegnerà ad amare il prossimo tuo, come te stesso, a non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Tralasciando questi aspetti religiosi, tutt'altro che trascurabili, vorrei portare l'argomento sul piano più strettamente politico. Il secolo scorso ha sofferto dittature, deprecabili senza se e senza ma, che avevano alla base segni opposti. Del nazismo e del fascismo si è già detto. Vi sono state dittature del cosidetto socialismo reale, non meno deprecabili. Un' applicazione becera dei principi marxisti che non potevano che degenerare, in qundo lo stesso MARX aveva previto il socialismo come evoluzione della democrazia, liberazione dai bisogni, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. E'stata applicata invece in un paese, la Russia, ferma ai servi della gleba. Attenzione però a buttare il bambino con l'acqua sporca. I principi del socialismo conservano valori di fondo più che condivisibili. L'internazionalismo, la solidarietà, la cooperazione, l'auspicio, DI UN POPOL DI FRATELLI DI PACE E DI LAVOR, di alcuni canti partigiani. Ma poi la Liberazione non è stata la lotta dei "rossi", ma di uomini e donne di molte altre idee , uniti dalla voglia di riscatto e di democrazia, che è per definizione, confronto tra diversi. Dal suo scitto, sig. Michelini, traspare anche il giudizio che quando c'era lui, c'era serietà, e poi con la democrazia, il caos. Niente di più storicamente errato. Il popolo (senza generalizzare) di furbi innamorato della propria furbizia, c'era prima e c'è dopo, paro paro. Io ricordo ciò che, malvolentieri, raccontava mio padre che si era fatta tutta la seconda guerra mondiale. Presi prigionieri in Grecia, perchè rimasti senza munizioni (l'italica organizzazione, adesso si fermano solo i treni, meglio ). Quando arrivavano i pacchi della Croce Rossa, gli ufficiali tedeschi, prigionieri con noi, li aprivano davanti a tuutti, distribuivano equamente. I nostri ufficiali li aprivano per conto loro e facevano incetta, lasciando poco ai poveri soldati. Sul fronte francese , solo al di la del Moncenisio, tre giorni senza mangiare, per il vettovagiamento disorganizzato. Alcuni soldati che razziavano i corredi delle cse di montagna oltre ogni bisogno, per cui un ufficiale, con buon senso, ha fatto sigillare a lui muratore, le porte. Io non ho alcuna remora a riconoscere che ci sono stati certmente fascisti in buona fede, anche perfetti galantuomini, ne ho anche conosciuti. Ma la verità storica sul fascimo è altra cosa, come è necessaria una onestà intellettuale ed una cultura, per dsquisire su Principi e Valori. Credo che questa capacità ci sia tutta in Italo e nel prof. Giancarlo Clara, che ha scritto l'articolo del'ANPI sullo stesso periodico. Non solo, ma a La Cassa ci sono tanti sinceri democratici, non faziosi e non preventi, che non lascieranno cadere l'argomento. Pace
biagio26 dicembre 2009, 11:07
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Pardonon, chiedo venia, non sono un anonimo, sono biagio. Mi ero registrato, ma poi sono entrato da altra parte. Smpre pace, biagio
Anonimo27 dicembre 2009, 15:08
aderisco totalmente alle considerazioni di italo losero, anche perchè ho letto l'articolo di michelini. in un mondo dove la complessità sembra in via di estinzione, tutto rischia di diventare uguale, grigiamente omogeneo, offuscato. in tale contesto tutti si sentono autorizzati a dire tutto, quando va bene, quando va male a tacere. è giusto rilevare e far rilevare gli errori e italo losero lo fa in modo garbato ma incisivo. evviva la complessità! non arrendiamoci. fabrizio gadoni - druento -
Laura LaLunga27 dicembre 2009, 17:03
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Mi permetto di spostare l'attenzione dal contenuto dell'articolo scritto dal Sig. Michelini al mezzo di informazione sul quale tale articolo è stato divulgato: il periodico dell'Amministrazione Comunale. Se l'articolo ha suscitato in me rabbia per i miei noti sentimenti antifascisti, il fatto che tale articolo sia comparso su La Cassa Voci e Notizie mi ha molto sorpreso e amareggiato. A mio modo di vedere, nonostante i proclami che ho sentito in Consiglio Comunale da parte del Capogruppo di Maggioranza di non essere un'amministrazione collocata politicamente, questo articolo dimostra esattamente il contrario. Ne prendo atto, con amarezza e delusione, ne prendo atto. Mi sento in qualche modo offesa, in qualità proprio di amministratrice comunale (seppur di minoranza) per l'uso che si è fatto di un mezzo informativo quale è il Periodico di informazione dell'Amministrazione Comunale. In un periodico che ospita soprattutto articoli che riguardano l'attività dell'amministrazione, le associazioni del Paese, che cosa c'entra questa lettera? Perchè si è ritenuto di doverla pubblicare? Devo ritenere quindi plausibile che la prossima lettera che vedremo pubblicata nella rubrica "I lettori ci scrivono" arrivi da qualche nuovo esponente delle Brigate Rosse che ritiene di essere dalla parte del giusto volendo attentare alla fontana del paese? A queste domande mi piacerebbe avere una risposta in mancanza della quale rimarrò dell'idea che la nostra amministrazione è decisamente schierata politicamente.
italo28 dicembre 2009, 08:19
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NDR: in redazione è giunto a commento di questo articolo un testo di Lorenzo Bonino. L'importanza e la corposità esigono la pubblicazione in articolo a parte.
alberto casale28 dicembre 2009, 11:34
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Anche io sono rimasto esterefatto dall'articolo pubblicato sul giornalino comunale (peraltro si dice che la lettera è pervenuta mesi prima e non c'era spazio sul numero precedente, e quindi ci sarebbe stato tutto il tempo di fare le opportune riflessioni): come consigliere comunale (quindi di persona cui sarà richiesto di nominare i membri della nuova Redazione) mi chiedo se tale lettera sia stata visionata in Redazione. Ma venendo al contenuto, credo anch'io sia molto difficile argomentare ulteriormente dopo quello che ha scritto Italo (tutto condivisibile); aggiungo al dibattito solo due "cosette": 1) Personalmente, credo necessario ribadire che l'antifascismo sia il principio ispiratore della nostra Repubblica: credo si possa dire che questo dato sia "oggettivo" (il che non impedisce di riconoscere che molte persone che combatterono per la RSI lo fecero in buona fede); mi chiedo anche: dove saremmo se le cose fossero andate diversamente e senza l'esperienza della guerra di liberazione? Credo sia opportuno rifletterci: la libertà è un valore che si apprezza -forse- solo quando non possiamo goderla. 2) Come ex Assessore, invito tutti ad approfondire l'Atto con cui il nostro Consiglio comunale, il 27/06/2005, ha approvato una mozione dell'Anpi contro l'equiparazione dei reduci di Salò ai partigiani (curiosamente, il sig. Michelini arriva alla stessa conclusione): in tale occasione l'Assessorato alla Pace (l'Assessore ero io) proponeva al Consiglio il documento dell'Anpi, corredato da un intervento introduttivo dove si sottolineavano brevemente alcuni concetti, che con sfumature più o meno simili sono riproposti nei commenti di questo sito (è tutto agli Atti Comunali, vedo se riesco in breve tempo ad averne copia). I consiglieri dell'allora Minoranza (del gruppo Indipendenti Democratici per La Cassa, e per la precisione l'attuale sindaco Roberto Rolle, l'attuale vicesindaco Claudio Amateis, l'attuale assessore Giacomo Di Matteo e l'attuale capogruppo di maggioranza Carlo Rolle) non parteciparono alla discussione del punto all'ordine del giorno e uscirono dalla Sala Consigliare motivando l'uscita con il fatto che loro non facevano politica... La delibera venne approvata con i voti unamini dei consiglieri di La Cassa un Paese per tutti (il nostro gruppo ha sempre detto di voler "fare politica", nel vero senso della parola). Ovvio che anche io, a questo punto, mi aspetto qualche segnale dall'attuale Amministrazione, dal momento che la pubblicazione della lettera non può definirsi un fatto "non politico" e considerando che, fino all'approvazione di un atto contrario, il Comune di La Cassa ha fatto suo un documento dell'Anpi che non dice proprio esattamente quello che è riportato nella lettera dei Sig. Michelini... ALBERTO CASALE
Anonimo28 dicembre 2009, 14:50
... la Toffoli aveva usato parole poco carine nella lettera con la quale diceva che si sarebbe occupata lei della pubblicazione la Cassa Voci e Notizie: "chiedo la vostra collaborazione affinchè LCVN ritorni a essere uno strumento di informazione obiettiva"... bene, ecco fatto... La mia prima idea è stata di scrivere semplicemente che prendo atto che questo periodico, divenuto sostanzialmente superfluo con la diffusione di internet, è diventato l'organo ufficiale della maggioranza comunale, e come tale passerà direttamente dalla mia buca delle lettere al mio cestino della raccolta differenziata della carta. Mi spiace solo che venga pagato (anche) con i miei soldi. Nota bene: Per quello che mi riguarda, come lettore, non mi importa granchè che un fascista scriva una lettera ad un giornalino locale e che il comitato di redazione la pubblichi: essere aperti e democratici vuol dire anche questo: dare spazio a tutti i cittadini, anche a fascisti, hare krsna, creazionsti, omosessuali, anarco-insurrezionalisti, testimoni di geova e preti, per dire delle categorie a casaccio, purchè lacassesi. Invece mi importa, e molto, la qualità e la quantità della indignazione di risposta che questa lettera provoca. Difatti diverse persone (fra cui me, ovvio) hanno rienuto di esprimere la propria opinione in merito, e mi sembrano opinioni intelligenti. Diciamo che Internet batte carta stampata 8 a 1. Perciò i "vaneggiamenti" del presidente della associazione dei combattenti della repubblica sociale italiana (se non si tratta di un omonimo) che inizia i suoi articoli con "Cari Camerati" e finisce con "romanamente vi saluto"... (vedere, ad esempio, http://209.85.129.132/search?q=cache:n8KmAEUZ0y4J:www.combattentirsi-to.com/direttivo.htm) e che scrive articoli su www.ilduce.net, possono pure trovare spazio. E' abbastanza istruttivo sapere che esistono nostalgici del fascio, del duce, della decimamas e di tutta la parafernalia connessa, ideologie che hanno perso il treno della storia, trasformate in folklore per vendere i busti del DVX ai gonzi che li comprano. Mi aspetto che nel prossimo numero venga analogamente dato spazio 'non filtrato' anche ad ogni altra lettera sull'argomento, cioè a tutte quelle che perverranno alla redazione in merito. Altrimenti si potrebbe pensare che il "comitato di redazione" faccia delle scelte, ovvero che 'qualcuno' decida quali lettere si possano pubblicare e quali no, alla faccia della "rinascita democratica" auspicata dalla toffoli. Ma forse la spiegazione è più semplice, e chi vive a La Cassa conosce già come funziona: quando una certa parte politica del paese vuole 'occupare' una associazione, un ente, un gruppo, un comitato, è sufficiente esasperare le persone di buona volontà che ci sono dentro combinandogli qualche canagliata alle spalle; loro si dimettono, ed il gioco è fatto. Alberto, tesserato ANPI da diversi anni
Anonimo28 dicembre 2009, 14:53
uffa, ma come Anonimo? ma se lo vedo scritto qui sopra il mio nick, perchè quando confermo il commento viene accrditato al sig. Anonimo? Forse che il timeout di sessione è troppo breve e bisogna scrivere velocemente? Italo, forse, dopotutto, un qualche problema 'anonimo si-anonimo no' esistem ma è un problema tecnico...
Anonimo28 dicembre 2009, 14:55
sempre io. confermo che, mentre scrivo questo commento, sono regolarmente loggato, la header del sito riporta il mio nome ed il comando 'disconnetti', e che e qui sopra c'è scritto Autore fauroa. Alberto Fauro
ghindo28 dicembre 2009, 17:43
Caro Italo leggere i tuoi commenti e' sempre un piacere.. Ora qualche mia piccola riflessione. 1)Avendo noi una Costituzione che riporta i valori antifascisti come valori fondanti,dopo 60 anni non si dovrebbero piu' sentire ragionamenti su"chi aveva ragione e chi no"..la pace e la democrazia erano valori sicuramente non portati avanti dai repubblichini 2)utilizzare i singoli episodi per demonizzzare i Partigiani e' quanto meno becero e da infami; 3)mi rimane un rammarico:che vedendo molti esponenti del governo e questo revisionismo penso che non e' stato fatto abbastanza..altroche' aver perseguitato i "vinti"; 4)complimenti alla redazione di La Cassa voci e notizie..sicuramente diranno che tutti possono esprimere le loro opinioni.Aspettiamo quindi una lettera di un pedofilo per Pasqua 5)Lieto fine.. QUEST ANNO MI ISCRIVO ALL ANPI!!!
italo30 dicembre 2009, 21:41
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Il dibattito prosegue sul forum
Emanuele Losero31 dicembre 2009, 11:38
Io nella mia scuola, nella mia città, in tutte le manifestazioni che ho fatto con i miei amici, compagni, ho sempre portato avanti quegli ideali antifascisti che ho sempre creduto, forse sperato, che fossero a fondamento del nostro paese e della cultura di ognuno di noi. non metto in dubbio che ci possano essere persone vicine a posizioni di destra estrema, ma fino a qualche anno fa credevano che quei pochi che si rifacessero al fascismo fossero solo quei tamarretti che girano per torino, che alla fine pensano al fascismo come una moda. invece non ho potuto fare a meno di accorgermi che ci sono ancora movimenti politici, più o meno importanti, che inneggiano a quel ventennio di agonia come gli unici anni dove l'italia ha funzionato. (tra le frasi che sento: " Quando c'era il Duce i treni arrivavano in orario" -.-) io quel periodo non l'ho vissuto, per fortuna non ero nemmeno un'idea in quell'epoca, però l'ho sentito raccontare dai miei nonni, che mi parlano di bombe, di fascisti e partigiani, di nazzisti...e l'unica cosa che posso pensare è di essere contento che sia finito. e sono contento perchè noi ora abbiamo una democrazia, per quanto sporca, lenta, malata essa sia. io in questo paese sono libero di esprimere la mia opinione quando e come voglio, ovviamente nei limiti della legge, ma è una legge comunemente accordata. e per questo non posso che ringraziare i grandi partigiani che hanno combattuto per questa libertà. devo dire che da quando sono piccolo la figura del partigiano è sempre stata il mio idolo, ovviamente lo immaginavo come il brav'uomo che va a fermare i cattivoni che ci vogliono far del male, così me lo avevano dipinto poi il mio pensiero si è evolto. ho capito che anche i partigiani hanno ucciso e rubato, ma purtroppo le mele marce ci sono sempre. quello che però ho anche capito è che tutti i partigiani, dal primo all'ultimo, si sono messi davanti ad una scelta, servire la patria o lottare per la libertà, e anno fatto la scelta più difficile, ovvero scappare dai cari e dalla famiglia, x una pura ideologia, per la certezza che il regime corrente fosse dalla parte Sbagliata. io sono daccordo con il Sig. Michelini quando scrive dell'impossibilità di equipare partigiani e combattenti della RSI. Infatti quei combattenti, servi di un padrone, non facevano altro che prendere ordini da un dittatore ormai in discesa, che aveva come solo obbiettivo il dominio della nazione, l'assoggettazione totale al suo volere e potere. non sono di quelli che pensano che la buona fede sia una scusante. loro combattevano per un padrone che voleva dominare e uccidere, non c'entra la buona fede, erano fascisti, sbagliavano. con che coraggio difendiamo gente del genere? con che coraggio sputiamo in questo modo sulla nostra democrazia? con che coraggio rifiutiamo l'onore dei nostri nonni che hanno combattuto per la libertà? concludo ringraziando ancora tutti i presunti "vincitori" di questa guerra, di quella guerra mondiale italiana combattuta sui monti, lontano da casa e con un fucile in mano, inseguendo un sogno che non si è realizzato, ma che ha aiutato a rendere un po' più libera l'italia. come ultima cosa mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha fatto nascere in una famiglia a cui devo il clima che mi ha fatto maturare la mia ideologia politica, ringrazio di avere una mamma che impreca al fascio e un papà che, forse con più cautela, pensa la stessa cosa; ringrazio di avere nonni e avi che hanno combattuto in diversi modi per la libertà. forse come unico rimpianto ho quello di non aver potuto contribuire alla lotta per la liberazione, ma sono sicuro che all'occorrenza lo farei, e penso anche che in questo clima politico l'occorrenza della lotta non sia tanto lontana. odio la violenza ma non la ripudio in ogni sua forma, nessuna rivoluzione si è combattuta coi fiori, e nel caso sia strettamente necessario sarei pronto a combattere per un'italia migliore e più libera. vi prego, non pensate che io sia il solito giovane romantico, e che un giorno ripenserò a quello che dico ora, perchè in cuor mio so che non cambierò idea, la libertà e l'ugualianza sono da garantire, con ogni mezzo.
fablam 4 gennaio 2010, 00:46
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Devo ammettere che dopo un momento di rabbia e di sconforto questa vicenda della lettera del Sig. Michelini mi ha reso (e questo è incredibile) "felice": felice di vedere una reazione nei lacassesi che hanno scritto su lacassa.net così come coloro che ho incontrato dopo l'uscita di LCVN. Reazioni "accese" o meno, il fatto stesso che questa letteraccia abbia suscitato un impeto in molti dei miei concittadini mi ha fatto ben sperare in qualcosa che credevo oramai un retaggio di pochi: la memoria. La memoria di quel passato in cui una parola che per noi oggi è simbolo di libertà e di democrazia era invece simbolo di terrore "Arriva la Repubblica!" E ad arrivare erano coloro che per il Sig. Michelini erano coloro che combattevano dalla Parte Giusta. Dalla Parte Giusta si facevano saltare case, per stanare 2 giovani, il cui unico peccato era stato quello di non accettare di arruolarsi per la RSI. Dalla Parte Giusta si sparava ad un cane, il cui unico peccato era stato quello di abbaiare per difendere la propria piccola padroncina. Dalla Parte Giusta si legavano 3 maiali alla camionetta e li si trascinavano per tutto il paese, per spregio. Dalla Parte Giusta si giocava a tiro a segno con un ragazzo il cui unico peccato era stato quello di portare le mucche al pascolo in una radura. Potrei continuare ad elencare quante cose si sono fatte per la Parte Giusta: ho avuto l'onore/onere di aver ascoltato (e per fortuna in alcuni casi continuo a poter ascoltare) i racconti di chi quelle drammatiche vicende le ha vissute e le continua a vivere nei sogni, svegliandosi grondante di sudore, con una ferita aperta dentro l'anima. Provengo da una famiglia che ha combattuto, con e senza armi, per la Liberazione dell'Italia (non per forza dalla Parte Giusta, perchè in guerra qual'è la Parte Giusta?),e io non posso essere da meno nel salvaguardarla, questa Italia: la mia unica arma però è la memoria, memoria che non può essere cancellata e riscritta. Il Sig. Michelini si firma Presidente della Federazione Provinciale dei Combattenti della RSI, beh... io mi firmerò per questa volta Presidente dei Divulgatori della Memoria E rivolgo un appello a tutti i lettori di Partecipazione: non perdete la memoria di ciò che è stato, o queste vergognose forme di revisionismo storico dilagheranno. Raccontate e fatevi raccontare, ricordandovi di chi è morto per far si che anche il Sig. Michelini, oggi, possa dire che un Repubblichino era dalla Parte Giusta, senza essere imprigionato, malmenato e magari condannato a morte, solo per aver espresso un'opinione. In allegato vi copio la lettera che ho inviato ai Presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato, della Regione e della Provincia (e in copia ai maggiori giornali nazionali e locali), è una prima iniziativa, ma ne sto organizzando delle altre e sono felice di vedere che ne state organizzando anche voi (la partecipazione alle commemorazioni di Traves è davvero una meravigliosa iniziativa, non ci sarò purtroppo perchè tornerò a La Cassa l'8 di Gennaio, ma inutile dire che con la mente sarò con voi). Uniamo i nostri sforzi e facciamo qualcosa di grande insieme, giusto per far vedere che a La Cassa la Memoria non è persa. Cari saluti a tutti e (per una volta concorde con Laura) RESISTERE RESISTERE RESISTERE... e RICORDARE RICORDARE RICORDARE ---------------------- Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana, GIORGIO NAPOLITANO Alla cortese attenzione del Presidente della Camera, GIANFRANCO FINI Alla cortese attenzione del Presidente del Senato, RENATO SCHIFANI Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Piemonte, MERCEDES BRESSO Alla cortese attenzione del Presidente della Provincia di Torino, ANTONIO SAITTA Egregio Presidente, Le scrivo per informarLa riguardo ad un grave fatto avvenuto a La Cassa (TO), paese in cui vivo. Ogni quattro mesi a La Cassa viene distribuito a tutte le famiglie il Periodico di informazione ufficiale dell'Amministrazione Comunale, denominato ?La Cassa Voci e Notizie? con sede di Direzione, Redazione e Edizione presso il Municipio di La Cassa, Piazza XXV Aprile n° 6. Nel numero 3 del Dicembre 2009 a pagina 28 (della quale allego copia) è stata pubblicata una lettera di un certo Sig. Michelini Diego, il quale si firma come Presidente della Federazione Provinciale di Torino ?Combattenti della RSI?. Il Sig. Michelini nella parte finale della lettera afferma ?[...] Il mio punto di vista rimane quello di sempre che noi possiamo, alla luce del fallimento morale dei cosiddetti ?vincitori?, dimostrato ancora oggi da quelle migliaia di Caduti trucidati, dopo orribili sevizie, uomini e donne, che per l'Onore d'Italia seppero vivere e morire, tuttora insepolti, che i combattenti della Repubblica Sociale Italiana, furono quelli schierati dalla Parte Giusta [...]? La frase in grassetto è una esplicita apologia al Fascismo, fatto increscioso che offende la memoria di un paese con una grande storia partigiana come La Cassa e che riapre ferite mai del tutto rimarginate nei sentimenti di chi ha perso figli, fratelli, sorelle, madri e padri per mano di quei ?Repubblichini? che il Sig. Michelini schiera dalla Parte Giusta. Ancor più grave è che tale apologia sia stata pubblicata su un periodico di informazione di una Amministrazione Comunale della Repubblica Italiana, il cui Sindaco ha giurato di osservarne lealmente la Costituzione. In attesa di una Sua risposta Le porgo i miei migliori Auguri di Buon Anno Nuovo La Cassa, 28/12/2009 Fabio Lamon
italo22 giugno 2010, 07:52
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Questa discussione mi è tornata in mente leggendo i titoli dei temi della maturità 2010. Titolo del tema storico della maturità di quest'anno:

Ai sensi della legge 30 marzo 2004, la Repubblica riconosce quale giorno del ricordo al fine di conservare e ricordare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe dall'esodo dalle lore terre degli strani fiumani (istriani fiumani? NDA) dal secondo dopoguerra. Il candidato delinei la complessa vicenda del confine orientale del patto di Londra,del trattatoi di Osimo, soffermandosi in particolare sugli eventi tra il 1943 e il 1945

Mi sa che si vogliano deprimere i valori della resistenza.
Sento un po' violentata la memoria; a voi non sembra?
E' solo una mia impressione?

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